triathlon

MISSIONE COMPIUTA


Correre una Maratona, a prescindere dal passo che si tiene o dal risultato che si vuole raggiungere significa quasi sempre, entrare, per un breve tratto della propria vita dentro il paese delle sofferenze, per quanto queste siano volute, preventivate, attese, gratificanti. Quando poi la Maratona in questione è quasi completamente tracciata su un bellissimo percorso eco-ambientalista che però ha pochissimi metri di asfalto e si corre su sterrato, fanghiglia, erba, sabbia (!), pietre, con discreti saliscendi, ovviamente la percentuale che le sofferenze fisiche e muscolari arrivino a sfinirti, aumenta notevolmente. Per questo credo che la finish-line raggiunta ieri sia davvero un piccolo capolavoro, perchè ottenuta con una condotta di corsa intelligente e parsimoniosa, che mi ha permesso di concludere tutti i 42 km nemmeno troppo distrutto. Un ottimo "allenamento" in vista di Torino, e soprattutto un "allenamento mentale" su di un lunghissimo che è ottima benzina per il prosieguo della preparazione. E' inutile dire che la crisi c'è stata, eccome!, ma sono riuscito a domarla anche grazie all'immenso aiuto che ha saputo darmi il Gobbo, che ha corso al mio fianco per lunghi tratti, regalandomi quel supporto indispensabile quando si entra nel tunnel buio della fatica immane, dei primi crampi, dei metri che non passano più, della percezione del tempo che viene annullata dal proprio fisico che va avanti ormai come un automa. Il tempo conclusivo di tre ore e 48 minuti, vuol dire poco o niente, anche perchè non era certo questa la gara da fare "il tempo" e oltretutto il tracciato "off the road" limitava notevolmente le prestazioni. Mi interessava finirla e alla fine ci sono arrivato.. Missione compiuta, e visto che oggi le gambe non mi fanno neanche troppo male, da domani si ricomincia per questi 40 giorni intensi con l'obiettivo Torino, dove andrò alla ricerca di quei meravigliosi momenti di fanciullesca felicità che si assaporano alla fine di ogni prova, dove il piacere può essere esclusivamente figlio di affanno e dove quanto più intensa è la fatica, tanto più inebriante e raffinato il godimento. Dolce follia....ps: nella foto sono con il compagno di squadra Micio, che alla sua prima Maratona ha sfoderato un 3he06, classificandosi sesto assoluto! Sti ca...!