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IL PAPA CHE VORREI


Suscita sempre un certo interesse ed anche una certa emozione l'elezione di un nuovo Pontefice. Non sono tante le volte in una vita in cui si assiste alla famosa e storica frase "Habemus Papam" che, a prescindere da credo e fede, contaddistingue comunque un momento storico. Ho sentito spesso i miei anziani parenti, misurarsi l'età in base ai Papi che si sono succeduti durante la propria esistenza. La mia anziana madre, ieri sera mi diceva al telefono che questo è il suo ottavo Papa....e questo la dice lunga sull'età. I più longevi arrivano anche a superare i dieci Papi...per me questo è il quinto. Ma a parte queste simpatiche elucrubazioni, devo ammettere che mi ha sempre interessato molto l'insediamento di un nuovo Pontefice. La sua figura è importante non solo per i fedeli, ma per l'intero scacchiere delle politiche mondiali, che spesso prendono spunto e talvolta sono addirittura succubi, del volere del capo della Chiesa. Non sto addentrarmi sul mio pensiero più profondo e filosofico della figura del Papa e della Chiesa in genere, andando anche a toccare delicatissimi argomenti di fede e di spiritualità che sono troppo intimi ed intestinali per liquidare con uno scritto. Di certo la mia mente, il mio cuore, la mia speranza, accolgono questa nuova figura con rispetto ma anche con tantssime aspettative. Mi aspetto da questo figlio di una terra povera, un vero rinnovamento. D'altra parte, caro Papa, sei nato nella terra del Che,  sei cresciuto in quell'America Latina che ha visto i natali dei grandi rivoluzionari del passato, sei testimone diretto delle ingiustizie che l'economia globale e l'opulenza del liberismo provocano sulle popolazioni più deboli e vulnerabili, hai respirato le lacrime dei poveri dei barrios argentini.  E allora, e allora, mi aspetto che finalmente la tua voce affascinante con quel tuo accento latino, proclami moniti di giustizia, di eguaglianza, di condanna allo strapotere del mondo ricco, del dio denaro, dell'arrivismo monetario e bancario. Ma soprattutto mi aspetto...svolte! Vorrei che finalmente si riconoscessero le coppie di fatto, l'eutanasia, i diritti dei gay, delle donne che hanno abortito, dei divorziati, l'uso del preservativo, delle cellule staminali. Vorrei che la Chiesa si togliesse l'abito del potere, e scendesse con umiltà ad essere povera tra i poveri, che mettesse in piazza le porcherie dei sui preti porci e protetti, dei suoi affaristi dello Ior, dei suoi cardinali ammanigliati con gli appalti dei partiti. Vorrei che riconoscesse la "buona novella" solo come tale e che invece dimostri un po' di compostezza nel portare la parola di Gesù, a chi vuole ascoltarla, non come una legittimazione della differenza di classe come ha fatto fino ad oggi, ma come una vera e propria rivoluzione che riduca le disparità. Vorrei che dalla finestra di San Pietro all'Angelus della domenica mattina si invitassero i fedeli a rimuovere dalla propria coscienza l'assurdo peso della colpa, che si togliessero dalle celebrazioni ecclesiali preghiere come "Confesso" o "Atto di dolore" , retaggi di un passato opprimente e medioevale, che si regalasse la gioia della libertà del pensiero e del vivere. Vorrei che già da domani il Papa proibisse l'associazionismo di gruppi parassitari e policitizzati come CL, che si parano dietro movenze di fede per avvallare sistemi egoistici e di affarismo. Vorrei che si regalasse dignità..basterebbe quella. Basterebbe quella affinchè un tossico, un gay, un ateo, un divorziato, una donna che ha abortito, un disoccupato, un barbone, un carcerato, un malato mentale, un bambino della favela, possano finalmente ritrovare il sorriso, e la fede verso quel Dio Universale che è dentro ognuno di noi.. E per fare questo è necessario che il Papa..rivesta davvero il ruolo di Padre.Buon lavoro Francesco....di cuore.