triathlon

FREDDO FUORI E CALDO DENTRO


E' cominciata con una giornata fredda ed autunnale la stagione della triplice, con il collaudato triathlon sprint di Fossano, giunto alla sua decima edizione. Più che la gara in se, l'attenzione e l'attesa per questa competizione era tutta incentrata sull'esordio della nostra neo-nata squadra TriTeam con molti atleti neofiti , che hanno scelto proprio questa gara per il loro battesimo nella mutidisciplina. Ovvia l'emozione e la trepidazione della vigilia, ed è stato tanto bello quanto coinvolgente vivere all'unisono i sorrisi di questi amici. Ecco le emozioni vissute in questa indimenticabile giornata che con le parole di uno straordinario amico, Maurizio, alla sua prima gara, che come meglio non potrebbe, descrive il vero spirito e la vera enfasi di questo meraviglioso sport, di questa meravigliosa squadra.  "Freddo fuori e caldo dentro.  Non si tratta di una ricetta di Carlo Cracco ma dell’estrema sintesi di una giornata storica per una parte degli iscritti al Tri Team iscritti al “classico” Sprint di Fossano. Uomini, donne, padri di famiglia accomunati dall’amore di uno sport bello, faticoso… da amare.Partenza alle 10 del mattino, quando ancora i sogni profumano di caffelatte caldo. La maggior parte dei presenti sa quanta fatica dovranno fare per giungere al traguardo, alcuni non lo sanno e vivono la loro beata ignoranza piena di speranze.Un po’ di cameratismo nell’organizzare un piccolo gazebo che diventerà il campo base. Il tempo è inclemente ma il sole ce l’abbiamo dentro. Qualche foto per immortalare questi attimi indispensabili per chi vuole dare un senso alla parola Team.La prima frazione è in acqua. Il primo confronto con fisici statuari di giovani ragazzi e ragazze arrivati anche dall’Italia centrale.Ancora una volta mi capita di sentirmi parte un progetto. Tifo per i compagni di squadra che partono nelle prime batterie e poi di colpo mi assale quel senso di inadeguatezza che mi costringe a pensare che prima o poi dovrò entrare nella sesta corsia.Ho la possibilità di nuotare con i miei compagni ma so bene quanto sia impreparato. Entro in acqua e aspetto il fischio d’inizio e contemporaneamente sale la voglia di scappare. Alla fine della prima vasca mi auguro un crampo in modo da poter uscire senza critiche (le più feroci sarebbero certamente le mie), invece a parte il senso di stanchezza e di fame sento che posso farcela.Riesco a crearmi un alleato, il giudice di corsia, che ad ogni vasca mi ricorda quanto vicino sia il primo traguardo. Mi ritrovo solo in corsia, gli altri sono già sulle bici; una nuova tentazione sale, quella di guardare il pubblico per cercare lo sguardo di mia moglie, ho bisogno della sua fiducia. Non mollo e concludo le mie 30 vasche sapendo di essere ormai solo in piscina. Con la coda dell’occhio vedo ancora qualcuno muoversi nell’acqua, chissà quanti saranno?Si passa al ciclismo che pratico da pochi mesi, pochi chilometri nelle gambe.E’ una nuova sfida. Avrei potuto starmene a casa a leggere stravaccato sul divano, quella però non sarebbe stata un sfida. Giove Pluvio è inclemente e la pioggia cade senza dare il minimo di tregua, non riesco a vedere la strada e la paura di cadere è tanta. La sfida nasconde i suoi rischi e non voglio sottrarmi. Inizio col raggiungere un signore di età indefinita, quasi che io fossi un ventenne! All’orizzonte si profilano altri corpi e le gambe tengono. Stefano dovrà essere orgoglioso di me (Stefano è un mio allievo ma da un po’ il mio compagno/allenatore). Ora che so che il contachilometri è tarato in chilometri orari e non più in miglia e mi rendo conto delle potenzialità e allora, senza strafare, e inizio ad aumentare le pedalate. Ogni concorrente sorpassato è una vittoria. Mi viene da pensare ai miei compagni, so che sono forti e motivati.Tra tutti penso a Albifix che dovrebbe già essere arrivato e a Valerio perché è come me, un temperamento deciso a non mollare in un corpo ancora da modellare. Albi è il mio sostegno più grande, potrebbe essere mio figlio e invece ha scelto di essere un amico con la A maiuscola. L’ultima salita è dura perché non so come usare il cambio, mi mancano i consigli di Stefano.Al traguardo dimentico di scendere dalla bici e un giudice è costretto ad inseguirmi urlando di scendere. Ancora uno sguardo per cercare mia moglie o miei compagni. Incontrare i loro occhi mi infonde nuova forza.Vedo Giovanni e Ace e riesco a togliermi al volo la giacca a vento zuppa e poi inizio a correre. Cinque chilometri alla fine. Le gambe non fanno particolarmente male, il fiato esce, i piedi non mi fanno male, ho la condizione giusta. No non è vero manca quella mentale, credere nei propri mezzi. La tentazione è sempre in agguato.Ad un certo punto spunta Valerio da dietro e mi supera in scioltezza. Non mi ero accorto di averlo superato. Sono felice, tranquillo ma limitato. Vorrei poter correre più velocemente, ho le gambe lunghe ma non riesco a figurarmi quanto possano essere lunghi cinque chilometri. A un certo punto spuntano tutti i compagni di squadra, sono già sul tratto di ritorno.Li cerco per incitarli. Ricky è il primo, lui è un maratoneta, Ciaffer poco dopo con il suo passo elegante… poi arriva l’Iron Miguel, lui forse non sa di essere il mio idolo. MI vede e si inchina a salutarmi, quel gesto mi spinge a non mollare. Mancano due chilometri e per strada ci sono due ragazzi fermi per i crampi, non mi sembra giusto superarli. Lo faccio con il primo e poi mi affianco al secondo, io sono il mental trainer del Tri Team e non posso mollare un atleta in difficoltà. Iniziamo a parlare e aumentiamo il ritmo. Ogni tanto mi giro a cercarlo e gli urlo di non mollare.Il profumo di biscotti della Balocco indica l’ultimo chilometro. La felicità supera la stanchezza. Sogno di trovare i miei compagni di squadra al traguardo e quando inizio a rendermi conto che veramente i colori che si intravvedono sono il bianco, il rosso e il grigio la gioia è incontenibile. L’abbraccio finale è da brivido, spero che qualcuno possa averlo immortalato perché emozioni così si provano poche volte.
L’adrenalina mi spinge a ridere e a parlare a più non posso (come e più di quello che mi succede sempre).Da questo momento sono un atleta! " Maurizio B.