Lavoro: un terzo delle Pmi ha licenziato, fuori i più giovani
Un terzo delle pmi italiane è stata costretta a licenziare. E l'onda lunga della crisi, soprattutto nelle realtà più piccole, colpisce i dipendenti più giovani. Nelle aziende a conduzione familiare, e più in generale in quelle fino a 20 addetti, la riduzione dell'organico ha infatti riguardato gli ultimi assunti. E' la fotografia scattata da un'indagine dell'Adnkronos: il 30% delle imprese dichiara di aver risolto uno o più contratti di lavoro nell'ultimo anno e, fra queste, più della metà ha sacrificato i rapporti più recenti, che quasi sempre riguardano addetti under 30.Le prospettive sembrano però indicare una frenata nell'emorragia di posti di lavoro. Guardando al prossimo anno scende al 20% la quota di piccole e medie imprese che pensa di dover ricorrere a tagli del proprio personale. Un dato che comunque segnala un trend di contrazione dell'occupazione nelle piccole e medie imprese anche per il prossimo anno. Per altro, solo una impresa su dieci si dice pronta a fare nuove assunzioni.Tra le cause principali indicate per giustificare la decisione di licenziare prevale l'eccessivo costo del lavoro, indicato dal 70% delle imprese che hanno ridotto il numero dei propri dipendenti.Altrettanto allarmanti i dati che riguardano il lavoro in nero. Il 40% delle pmi interpellate ammette di aver fatto ricorso, nel corso dell'ultimo anno, a prestazioni di lavoro non regolari; una stessa quota pensa che possa essere costretta a farne uso nel prossimo anno.I dati che emergono dall'indagine descrivono una crisi del mercato del lavoro che non è solo quella dei grandi numeri, delle grandi imprese e delle vertenze nazionali. Nel tessuto delle pmisi registra una costante perdita di lavoro, che è il risultato di una somma di crisi locali, periferiche, che trova rappresentazione nei dati appena diffusi dall'Istat.Nell'analisi dei numeri assoluti, il trend e'' ancora più evidente che nell'analisi dei tassi di occupazione e disoccupazione. A settembre 2013 sono occupati 964 mila giovani tra i 15 e i 24 anni, in calo del 2,3% rispetto ad agosto (-23 mila) e del 12,5% su base annua (-138 mila). I giovani disoccupati sono 654 mila, in calo dell'1,5% nell'ultimo mese (-10 mila) ma in aumento del 5,4% rispetto a dodici mesi prima (+34 mila). Il numero di giovani inattivi è pari a 4 milioni 371 mila, in aumento dell'1,5% nel confronto congiunturale (+64 mila) e dell''1,2% su base annua (+54 mila).In un anno, in sostanza, ci sono 138 mila giovani occupati in meno, 34 mila giovani disoccupati in più, 54 mila giovani inattivi in più. E buona parte di questi, considerate le caratteristiche dimensionali del tessuto produttivo italiano, sono proprio lavoratori che perdono il proprio posto di lavoro perchè licenziati da una piccola e media impresa, o che non riescono a trovarlo, perchè le pmi hanno smesso di assumere.