Immigrazione: Kyenge, repressione costa più dell'accoglienza
"Serve un cambiamento culturale - ha detto il ministro per l'integrazione Cecile Kyenge - Non dobbiamo più parlare di lavori pesanti che devono fare gli immigrati e di lavori qualificati per i giovani italiani. Dobbiamo far passare l'idea che ogni lavoro è buono". E non è un caso, allora, come se il suo ministero sta lavorando in modo trasversale con il Miur e il ministero del Lavoro per rilanciare, per esempio, le scuole professionali."Da cambiare sono anche le norme sull'immigrazione. Nessuna legge è eterna - ha sottolineato riferendosi, senza chiamarla con il suo nome, alla legge Bossi-Fini - e dobbiamo avere l'intelligenza di cambiarla perché sono cambiati i tempi". "Oltre tutto - ha aggiunto - la repressione costa più di quello che costerebbe una buona politica di accoglienza". Ma la ministra è tornata anche sul tema dello jus soli. "C'è un milione di bambini che aspetta una risposta e la risposta è quella della legge sulla cittadinanza".