Badanti: cresce il sommerso
“Deregulation casa per casa”, “factotum”, salari inadeguati e competenze specialistiche: sono questi alcuni nodi cruciali della trasformazione del lavoro di cura osservata da Acli Colf, che presenterà i primi risultati della sua indagine sul tema “Il lavoro di cura nel welfare che cambia. Antiche sapienze e nuova professione”.Il primo elemento emerso è “un mutato funzionamento di questo settore del mercato del lavoro. Dalla grande sanatoria degli anni 2000 fino all’inizio della crisi, è avvenuto tutto un lavoro di regolamentazione di un settore basato fino a quel momento accordi informali. Ora, questa tendenza inizia a venir meno, mentre prende via una ‘deregulation casa per casa’: tutto viene negoziato con il datore di lavoro e le condizioni sono spesso molto penalizzanti per le lavoratrici”. Tornano insomma gli accordi informali, mentre il contratto non è più una priorità.Un’assistente familiare a tempo pieno, in coabitazione, secondo il contratto collettivo nazionale di riferimento, dovrebbe lavorare 54 ore a settimana e guadagnare circa mille euro la mese. In realtà dall’indagine emerge che queste donne lavorano praticamente sempre, rinunciando spesso al proprio tempo libero e guadagnando molto meno di quanto previsto: circa 700 euro a Treviso, appena 500 a Foggia. Ma alcune non arrivano neanche a 400 euro al mese. Il fatto è che lo stesso assistito, in molti casi, vive nell’indigenza: si crea così una condizione di povertà condivisa, dove il primo e comune problema è in alcuni casi l’alimentazione.E a favorire il “ribasso” dei prezzi c’è una “doppia concorrenza.Da un lato le lavoratrici italiane, che si riavvicinano a questo mestiere, dall’altro le neoimmigrate, generalmente disposte ad accontentarsi di salari più bassi, pur di avere vitto e alloggio.In questo mutato contesto economico e sociale, si arricchiscono le competenze delle assistenti familiari infatti emerge chiaramente dalle interviste fatte che la distinzione tra assistente familiare, colf e baby-sitter non c’è più: sono vere e proprie ‘factotum’, si occupano di tutto, spesso anche in un’ottica di famiglia allargata: alcune raccontano di fare su e giù per le scale della palazzina, per accudire l’anziano, stirare le camicie al figlio, badare ai nipoti ecc.. Molte assistenti familiari vantano ormai competenze infermieristiche, “o acquisite con un corso, oppure direttamente sul campo”. E una novità anche questa, che va in parallelo con la riduzione dei servizi…da Redattore sociale