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Ddl Concorrenza: Assofondipensione, va emendato“Confidiamo che il ddl Concorrenza possa essere adeguatamente emendato, se non stralciato nei punti di maggiore criticità e incoerenza con il sistema previdenziale complessivo”. Lo ha affermato questa mattina a Roma il presidente di Assofondipensione Michele Tronconi, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Parlamentare di Controllo sull’attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza ed assistenza sociale.Assofondipensione è l’associazione che riunisce i fondi pensione negoziali cui sono iscritti oltre due milioni di lavoratori dipendenti.Il ddl prevede la possibilità di trasferire automaticamente a un’altra forma pensionistica complementare il contributo che il datore di lavoro versa al fondo pensione negoziale cui è iscritto il dipendente.Secondo Assofondipensione “il provvedimento sminuisce il ruolo dei fondi pensione negoziali, incentivando fondi pensione aperti e piani individuali di previdenza (Pip) delle assicurazioni a trasformare gli aderenti ai nostri fondi – ha affermato Tronconi- in una sorta di terreno di caccia preferenziale”.I lavoratori, ha spiegato il presidente di Assofondipensione, sarebbero incentivati a transitare nei fondi negoziali solo al fine di acquisire il diritto al contributo del datore di lavoro, mentre i fondi aperti e i PiP sarebbero incentivati a preferire (e ricercare) questa tipologia di clienti che si portano in dote il contributo pagato dalle aziende. In questo modo, secondo Assofondipensione si crea una guerra ”fratricida”. “La corsa ai già iscritti avrebbe un effetto a somma zero e andrebbe a scapito delle adesioni complessive alla previdenza integrativa. Senza contare che la discontinuità dei flussi finanziari a favore del singolo fondo pensione, proprio in ragione di possibili uscite per trasferimenti verso altre forme di previdenza complementare, spingerà la gestione del risparmio previdenziale – ha affermato Tronconi – verso le asset class più liquide con ottiche di breve termine”.Tronconi ha anche ricordato gli ottimi rendimenti medi delle gestioni della previdenza complementare: “A fronte di una rivalutazione del Tfr al minimo storico dell’1,3%, nel 2014 i fondi pensione negoziali hanno reso il 7,3%, i PiP il 7,2% e i fondi aperti il 7,5%”.Tronconi ha poi spiegato: “Se si considera la cosiddetta ”posizione media capitaria” si scopre un andamento ben diverso rispetto al volume delle adesioni: per i fondi negoziali è cresciuta nell’ultimo anno del 15,3%, per i fondi aperti dell’8,9% e per i PiP soltanto del 5,4%: a dimostrazione della maggiore regolarità contributiva dei fondi negoziali, sostenuti dal contributo del datore di lavoro, mentre negli altri casi sospensioni dei versamenti e richieste di anticipazioni sono più frequenti”.