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Sangue infetto


Indennizzi vittime sangue infetto: Autorizzato il trasferimento delle risorse alle Regioni
La Ragioneria dello Stato ha dato il via libera al trasferimento delle risorse alle Regioni, stanziate un anno fa con la legge di Stabilità, con le quali si potranno pagare gli indennizzi alle vittime da sangue infetto. Finalmente un po’ di luce in fondo al tunnel per coloro che si sono ammalati, ai quali era stato riconosciuto il diritto, ma che per mancanza di fondi, non si sono visti corrispondere quanto spettava loro. Il Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, infatti, con il Decreto ministeriale n. 74997/2015, ha autorizzato il trasferimento di 100 milioni di euro alle Regioni per il pagamento degli arretrati della rivalutazione dell’Indennità Integrativa speciale e per i ratei non ancora corrisposti (tutte misure previste dalla legge 210/1992. Tutta questa vicenda nasce nel 2001, quando,  per snellire le pratiche di liquidazione degli indennizzi, le relative competenze finiscono in capo alle Regioni che, per legge,  si trovano, sostituzione del Ministero della Salute, a dover pagare le prestazioni economiche riconosciute agli ammalati contagiati. Con la manovra finanziaria del 2010-2011, però, vengono bloccati tutti i trasferimenti dei fondi ministeriali alle Regioni, compresi quelli necessari per gli indennizzi da vaccinazioni e da sangue infetto. Nella norma era inoltre stabilito che una quota dell’indennizzo, l’indennità integrativa speciale,  non devesse essere rivalutata al tasso d'inflazione, nonostante molti danneggiati fossero riusciti ad ottenerla per vie legali, dopo aver vinto numerose cause.Per ripristinare il diritto alla rivalutazione integrale dell’indennizzo è dovuta intervenire la Consulta, su sollecitazione dell’Inca che ha attivato un ricorso legale, che, nel 2012, con una sentenza considerata storica, ha stabilito la incostituzionalità della norma; successivamente, nel 2013,  la stessa Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato l'Italia per violazione dei diritti del malato imponendo allo Stato Italiano un termine entro il quale sanare le posizioni degli aventi diritto. In questo contesto, le Regioni hanno dovuto attingere, ai propri fondi e, il più delle volte, la mancanza di risorse economiche, ha comportato il mancato o ritardato indennizzo ai danneggiati. E’ a questo punto che la legge di Stabilità 2015 ha previsto lo stanziamento 100 milioni di euro da trasferire alle Regioni per l’anno in corso. Ma il decreto attuativo è arrivato soltanto a maggio. L’attesa per i tanti ammalati si è dovuta protrarre fino ad oggi, perché  bisognava attendere il via libera della Ragioneria dello Stato che è arrivato soltanto con il decreto n. 74997 del 1° ottobre 2015. Si tratta di soldi, che ora sono disponibili, con cui le Regioni potranno provvedere a pagare gli arretrati della rivalutazione dell’indennità integrativa speciale per gli anni 2001-2011 e i ratei d’indennità già anticipati dalle regioni per gli anni 2012-2014. Speriamo che sia questo l’ultimo atto di una vicenda davvero vergognosa di cui si è macchiato lo Stato italiano. Roberto Scipioni, Area danni da lavoro Inca nazionale