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Osservatore Romano


 Prove di intesa a Vienna  Restano però divergenze sul futuro di Assad mentre gli Stati Uniti inviano truppe speciali nel nord della Siria ·31 ottobre 2015   Rimangono differenze sul futuro di Bashar Al Assad, che Stati Uniti ed Europa vorrebbero coinvolgere il meno possibile nella transizione mentre Russia e Iran lo giudicano indispensabile per evitare una vittoria del cosiddetto Stato islamico (Is) e il caos. E c'è a sorpresa la decisione statunitense di inviare una cinquantina di militari nel nord della Siria, un'ipotesi che non piace né a Mosca né a diversi Paesi arabi. 
Ma per la prima volta, ieri a Vienna, si registrano progressi non indifferenti in seno alla comunità internazionale per una transizione politica in Siria, lavorando sull'ipotesi di raggiungere un cessate il fuoco, tra quattro, sei mesi, per concentrare le forze nella lotta al terrorismo. La Casa Bianca ha ieri precisato che i circa cinquanta militari delle forze speciali avranno come missione di consigliare e addestrare i ribelli contro i jihadisti dell'Is ma non di combattere. Washington annuncia anche il dispiegamento di nuovi cacciabombardieri nella vicina Turchia. Nel comunicato finale del vertice di Vienna - che non contiene nessun riferimento ad Assad - si chiede che «l'Onu convochi il Governo siriano e l'opposizione per avviare un processo politico, che porti a una governance credibile e non settaria, seguito da una nuova costituzione e da elezioni». Le elezioni dovranno svolgersi sotto la supervisione delle Nazioni Unite e aperte "alla diaspora" e ai rifugiati.In una conferenza stampa, il segretario di Stato americano, John Kerry, ha detto che a Vienna è stato raggiunto un accordo sulla necessità di una transizione politica, ma ha insistito sul fatto che rimangono divergenze tra Stati Uniti e Russia, pur rilevando che non devono essere un ostacolo per una soluzione in Siria.- See more at: http://www.osservatoreromano.va/it/news/prove-di-intesa-vienna#sthash.N9ss99Fv.dpuf