libere idee

Post N° 127


L'anno scorso ho pubblicato questo post che probabilmente sarà pubblicato su un libro che si sta scrivendo affichè altri diventino "genitori". E' una storia vera!Per maggiori informazioni vi consiglio questo sito clicca quiAvete mai guardato gli occhi di una mamma quando parla del proprio figlio? A me è capitato tante volte, come penso pure a voi. Quando guardo gli occhi di mia moglie, la mamma dei miei figli , quando guardo quelli di mia madre, vedo una luce particolare.Ieri sera mi è capitato di vedere la stessa luce negli occhi di una mamma “adottata”. Si, avete letto bene, “ADOTTATA” perché lei è stata adottata da un bambino, figlio di una donna che non poteva allevarlo. Questa mamma ha sofferto il dolore del parto che si chiama adozione, è stata in quella nursery che si chiama istituto e mi ha aperto il suo cuore raccontandomi la sua esperienza. Altro che gestazione! La sua gravidanza è stata piena di carte da bollo e viaggi pieni di speranza, le sue ecografie sono state brevi contatti con il piccolo che sarebbe diventato suo figlio. Il suo parto è stato come quello per un figlio naturale, ha avuto un bambino di 3 anni nudo,nudo, come quando viene al mondo, senza calzini, senza mutandine senza nulla di suo perché di proprietà dell’istituto. L’istituto è padrone di tutto, dei bambini, dei giochi, dei vestiti, del cibo e cosa + importante dei loro desideri. Questo è un bambino di 3 anni al quale la mamma “adottata” ha insegnato a camminare, perché costretto a restare x ore a letto, a bere il succo di frutto con la cannuccia perché non sapeva succhiare e a salire i gradini perché non li conosceva. Non aveva mai visto la pioggia e sentito il vento perché le finestre dell’istituto erano troppo alte. Quando è arrivato qui ha trovato una casa, una famiglia e tante cose che ne facevano parte. Una cosa che lo ha attirato di + la sua attenzione è stato quello scatolone nero con dentro le persone che parlano da sole (la TV), ci girava intorno, lo guardava e non capiva come avessero fatto ad entrarci. L’hanno accolto con affetto, regalandogli tanti giocattoli, ma lui non li gradiva, preferiva le cose da mangiare, tanto da nasconderle nel suo lettino! Non rendendosi conto che ormai era “Nato”, andava di nascosto ad aprire il frigo, prendeva la roba e la nascondeva. Grazie a questi genitori, ora è un bambino sereno che sorride, gioca parla, canta e apra il frigo solo per guardarlo con ammirazione.