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La giustizia sportiva si rimette al lavoro: guai in vista per il Messina Ma la Juve non rischia più E’ stata condannata per il «condizionamento diffuso dell’intero campionato» Verranno fatte indagini sulle telefonate con schede svizzere fra Moggi e gli arbitri. E si verificherà se si configurano illeciti diretti nelle partite incriminate per la prima volta  ALVARO MORETTI ROMA. Sarà una vera e propria Calciopoli 2, per qualcuno. Solo un altro brutto periodo da pas­sare sotto la lente d’ingrandi­mento per altri. Il Messina ri­schia grosso, nonostante l’otti­mismo del suo presidente Pietro Franza che si dice estraneo ai fatti. Il problema è che i fatti che vengono imputati al suo ex brac­cio destro, Fabiani, tuttora ascoltatissimo in città sono tan­ti e gravi: che le accuse che arri­vano da Napoli tradotte nel vec­chio codice di giustizia (quello che dovrebbe essere adottato in caso di processo) sono quelle del­l’illecito sportivo con responsa­bilità diretta. Dovrà affrontare una dura battaglia con impor­tanti argomenti legali, la Juven­tus, già punita pesantemente in estate per le performance del te­lefono- dipendente Luciano Moggi, che con quelle schede svizzere ha riempito di buchi il groviera della difesa bianconera e che ora riapre la ferita. Il lodo arbitrale pronunciato dalla Ca­mera del Coni ad ottobre, però, fornisce alla Juve un grande ap­piglio quando parla chiaramen­te - per giustificare la sanzione della revoca e non assegnazione dello scudetto della maledetta stagione 2004-2005 - «soltanto la Juventus F.C. spa, infatti, nel corso del campionato 2004-2005, ha esercitato quella influenza costante e generalizzata sul set­tore arbitrale, idonea a minarne gravemente la terzietà. L’illeci­to commesso dai suoi legali rap­presentanti è caratterizzato dal­l’attuazione di una condotta con­tinuativa nel corso di tutto il campionato 2004-2005 e costi­tuisce, dunque, fatto illecito più grave di quello che si realizza mediante la condotta diretta al­l’alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola par­tita », scriveva il collegio presie­duto dal professor Ronzani. Il complesso dei comportamenti di Moggi e Giraudo ha determi­nato quella sanzione che ha - di fatto - cancellato l’unico esito an­cora attaccabile della stagione 2004-2005, il titolo di campione d’Italia, che resterà per sempre vacante. Si potrà, nel caso che non emergano fatti particolari tesi a condizionare direttamente l’esito della gara in intercetta­zioni o testimonianze raccolte sugli uomini protagonisti del­l’associazione a delinquere, pun­tare al principio dell’impossibi­lità di un secondo processo per analogo reato. E il reato sportivo ascritto alla Juve è stato quello del condizionamento dell’intero campionato. Insidioso, invece, l’apporto dato da Moggi - diri­gente juventino allora - al Mes­sina del sodale Fabiani: anche quegli illeciti potrebbero ricade­re sul groppone juventino, sotto forma di penalizzazione in clas­sifica, perché configurabili come illeciti presunti. Rischiano tantissimo, invece, quegli arbitri chiamati in cor­reità sotto il profilo dell’associa­zione moggicentrica: quelle sche­de telefoniche di gestori svizzeri su cui Napoli ha puntato il faro. La chiusura delle indagini con gli scarni elementi finora emer­si nelle 25 pagine vergate per dare modo ai difensori di chie­dere interrogatori, produrre me­morie e attendere la richiesta di rinvio a giudizio apre scenari di giustizia sportiva più o meno pesanti: l’Ufficio Indagini s’è già messo al lavoro, attende di poter avere a disposizione tutte le car­te per verificare le novità del­l’ultima tranche d’indagine ri­spetto al giudicato, soprattutto il passaggio decisivo delle sche­de telefoniche «riservatissime» di gestori «svizzeri» fornite «da Moggi che acquistava schede ri­gorosamente anonime a Berga­mo, Pairetto, Mariano Fabia­ni e agli arbitri Paparesta, Ra­calbuto, Cassarà, Dattilo, Bertini, Gabriele, De Santis, Pieri e all’assistente Ambrosi­no  ». Attorno a questo elemento e soprattutto al rapporto diretto tra Moggi e l’ex ds del Messina, ora uomo mercato della Salerni­tana, Fabiani (amico di lunga data dell’arbitro De Santis, con cui ha condiviso per anni il lavo­ro nella polizia penitenziaria) ruota il finale della vicenda na­poletana. Il lavoro che attende nei pros­simi giorni Borrelli e i suoi uo­mini è quello di sovrapporre gli atti già compiuti dalla giustizia sportiva con quelli che emergono da questo avviso di chiusura del­le indagini. Così verranno archi­viate molte posizioni già entrate ed uscite da Calciopoli 1.La Juventus viene tirata den­tro per episodi che nel primo processo non avevano trovato spazio, a partire da Juventus­Milan, ma anche per gli svilup­pi che s’annunciano su Roma­Juve e Lazio-Juventus. Fatti nuovi da far ricadere, pena un’altra incriminazione postu­ma per colpa di un passato che non vuole finire. Ultimo aspetto, quello relativo ai tempi del pro­cesso: le eventuali penalizzazio­ni in classifica dovranno essere scontate in modo afflittivo su questa stagione se si chiuderà con un giudizio entro il 1 luglio, altrimenti si prospettano par­tenze ad handicap per la stagio­ne ventura.FONTE TUTTOSPORT