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DOVE HA SEDE LA GIUSTIZIA?


ROMA (Reuters) - La terza Corte d'Assise di Roma ha disposto oggi il non luogo a procedere per difetto di giurisdizione nel processo in contumacia al soldato Usa Mario Lozano per l'uccisione del funzionario del Sismi Nicola Calipari, avvenuta nel marzo di due anni fa in Iraq. I giudici dunque non procederanno contro Lozano. Una decisione definita "sorprendente" dalla parte civile. Lozano era accusato di avere sparato, la sera del 4 marzo 2005, contro la Toyota Corolla su cui Calipari, con un altro agente del Sismi, stava scortando all'aeroporto di Baghdad la giornalista Giuliana Sgrena, appena liberata dopo un mese di sequestro in Iraq. "Non me l'aspettavo, eravamo convinti di avere ragione", ha detto Franco Coppi, avvocato di parte civile. "E' una decisione sorprendente. Ora attendiamo le motivazioni che la corte darà per spiegare la sua decisione". Completamente opposte invece, le reazioni di Lozano e dei suoi legali. "Sono molto felice", ha detto Lozano in una nota. "L'uomo che è morto era una persona meravigliosa e spero che un giorno i suoi familiari capiranno che si è trattato di un terribile incidente", ha detto il soldato. Gli fa eco il suo legale Alberto Biffani: "E' stato dimostrato che il nostro ordinamento è con i fiocchi e sa correggere gli errori commessi nell'esercizio dell'azione penale". Anche il Pentagono ha espresso soddisfazione per la decisione della corte, ribadendo che la vicenda non sarebbe dovuta neanche passare per un tribunale. Per Sgrena con questa decisione "ha vinto l'arroganza americana, che non voleva questo processo". La giornalista parla di una "decisione incredibile e inconcepibile perché non si vuole fare giustizia per Calipari... sembra che l'Italia non voglia capire cosa è successo. A Lozano non ho nulla da dire. Vorrei conoscere la verità, e solo lui poteva dircela". Non era in aula la vedova di Calipari, la senatrice dell'Ulivo Rosa Villecco.