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S C U S A . . .


Il 27 novembre del 2007  ho pubblicato un post, dove raccontavo le mie impressioni sull'arresto del papà dei fratellini Ciccio e Tore. E' inutile credo,  star qui a raccontarvi chi siano.Bene, questo è un contro post dove vorrei esprimere tutto il mio rammarico per la leggerezza con la quale io per prima abbia additato quell'uomo.L'ho giudicato, e questo non mi fa sentire fiera del mio pregiudizio.Credo che molta gente debba farlo, credo che questa persona abbia il diritto di essere guardato solo come un padre addolorato per aver perso non uno ma due figli contemporaneamente.Chiedo scusa, perchè la mia coscienza me lo impone, perchè sono un genitore anch'io e perchè oggi mi è capitato di imbattermi nella diretta televisisva dei funerali dei due piccoli.Ho visto un genitore distrutto, disperato e ferito. Ho visto una persona che forse avrebbe pagato chissà quanto per riuscire a portare indietro il tempo e forse avrebbe affrontato diversamente il tutto se solo avesse potuto immaginare.Adesso, come ha detto il vescovo di Gravina, dobbiamo solo fare in modo che questo sacrificio sia di insegnamento per tutti, non facciamo che certe tragedie provocate dal disagio sociale  si ripetino. E' vero che fino a quando non venga emessa sentenza, siamo tutti innocenti ed io mi sono eretta a giudice senza nessuna autorizzazione...L'unica affermazione che mi viene da fare è solo ed ancora SCUSA FILIPPO PAPPALARDI.Migliaia di persone ai funerali dei fratellini morti dopo la caduta nella cisternaIn chiesa anche la madre. Il vescovo: "Adesso sono in paradiso"L'addio di Gravina a Ciccio e ToreIl padre: "Siete i miei piccoli angeli"
 Filippo PappalardiGRAVINA - Tanta gente dentro e fuori la cattedrale. Palloncini in cielo e dolore. C'è l'intera Gravina a salutare, per l'ultima volta, Ciccio e Tore, i fratellini di 13 e 11 anni scomparsi il 5 giugno 2006 e trovati morti il 25 febbraio scorso. Almeno tremila persone. Lacrime, applausi al passaggio delle bare bianche nella piazza della cattedrale. Tanta gente. Troppa per entrare in chiesa. Molti restano fuori davanti ad un maxischermo. Altri seguono la diretta di Telepace. In chiesa ci sono anche il padre e la madre dei piccoli. Il primo, a lungo in carcere perché sospettato di averli uccisi, adesso è tornato a casa da innocente. La madre, Rosa Carlucci, arriva circondata da Carabinieri che la scortano fino all'altare. Arriva anche il questore di Bari che parla con Filippo Pappalardi. Tra i due una stretta di mano. L'omelia è affidata al vescovo, monsignor Mario Paciello. Tocca a lui usare parole di speranza per cercare di dare un senso ad un vicenda così tragica: "Finora abbiamo pregato insistentemente che Ciccio e Tore fossero vivi e tornassero tra noi. Oggi, anche se tra molte lacrime, celebriamo questa eucaristia, sostenuti da una speranza più grande, che è certezza: certezza che Ciccio e Tore sono nella gioia del Paradiso". Poi, rivolto alla folla, il vescovo lancia un messaggio: "Davanti alle bare è facile dire 'siamo tutti responsabili'. Non voglio strumentalizzare la morte dei fratellini per lanciare anatemi, ma non dobbiamo permettere che la loro morte lasci il mondo come si trova". La commozione è forte. La sorella diciassettenne di Ciccio e Tore sviene per il dolore. In molti guardano verso Filippo Pappalardi. E lui affida il suo addio ad una lettera letta dal palco. Una lettera per "i suoi piccoli angeli". Parla dei figli inghiottiti nel buio della cisterna, dice di sentire ancora "le grida di Ciccio e la disperazione del piccolo Salvatore osservare impotente spegnersi suo fratello nel buio freddo di una cisterna. Interminabili momenti di atroce dolore". Poi l'ultimo saluto: "Addio Ciccio, addio Salvatore. Angeli che con il loro spirito hanno chiamato un altro bambino, salvando lui e me, che resto un uomo solo che può continuare a vivere libero nel ricorso di tanti giorni felici vissuti insieme". Infine, prima che le bare escano, l'ultimo disperato abbraccio ai figli. Pappalardi si getta sulle bare, le abbraccia, le accarezza. Fuori, centinaia di palloncini bianchi si alzano in volo.