***T®iL£y***

DICCI DI SI'!!!!!


NEDVED DIRA' ANCORA DI SI'!!!  
 Oggi un nuovo vertice con la Juve: stipendio tagliato ma con premi di rendimentoJACOPO D'ORSITORINOA forza di gridare al lupo, al lupo, è finita che non gli ha creduto più nessuno. Compagni, dirigenti, amici, tifosi. «Nedved smette? - spiegava qualche tempo fa il presidente della Juve, Giovanni Cobolli Gigli -. Dice sempre così, speriamo che ci ripensi». E l’eterno indeciso, come al solito, ci ha ripensato. Il guerriero di Cheb, 37 anni il 30 agosto, non appenderà le scarpe al chiodo nemmeno stavolta, anche se per domani pomeriggio il calendario e il destino gli avevano apparecchiato l’addio perfetto: Juve contro Lazio, presente e passato dell’avventura italiana del ceco, 11 “tituli”, 7 a Roma e 4 a Torino (più i due scudetti confiscati dalla giustizia sportiva) in 13 stagioni nel nostro Paese. La Juve, salvo sorprese, rappresenta ancora una fetta del suo futuro.Dopo 8 anni, ci sarà anche (almeno, a questo punto) il nono, con tanto di nuovo assalto alla Champions, il trofeo maledetto che gli manca di più. Ieri sera in corso Ferraris s’è discusso del rinnovo del contratto in scadenza a giugno e le parti si sono aggiornate a oggi: in questi casi, si tratta di un buon segno. La fumata bionda sembra dietro l’angolo. «Crederò al suo addio solo quando lo vedrò», aveva detto il suo agente, Mino Raiola, prima di presentarsi davanti ai datori di lavoro dell’illustre cliente. «Pavel ha anche altre offerte in Italia e all’estero», aveva aggiunto. Il meeting, con l’ad bianconero Jean-Claude Blanc e il ds Alessio Secco, è iniziato alle 18. Nedved, che evidentemente aveva fretta, s’è presentato in Ferrari, sfrecciando nel parcheggio della sede del club. Due ore e un quarto dopo, Raiola e la furia ceca hanno tagliato la corda decisamente più rinfrancati. Il manager non s’è sbilanciato («Vediamo, non è cambiato nulla, ci sono ancora alcune cose da discutere»), ma già oggi si può chiudere. L’accordo, in linea di massima, c’è: un altro anno di contratto con uno stipendio inferiore a quello attuale, ora intorno ai 2,5 milioni di euro, ma con la possibilità di salire in base a premi legati al numero di presenze, quindi al rendimento, e alle vittorie di squadra. Nedved, che anche in questa stagione con 43 “caps” (più 7 gol) non ha risparmiato il suo contachilometri, è convinto di poter assicurare lunga durata pure nella prossima. Se lo farà, potrà guadagnare una cifra intorno al milione e mezzo.Lo spogliatoio intanto accoglie con gioia l’ennesima inversione a U di re Tentenna, ma in fondo i compagni lo sapevano che sarebbe andata a finire così, altrimenti non avrebbero provato a convincerlo. Una scena che si ripete a ogni primavera, un pressing che anche questa volta ha centrato l’obiettivo. Spiega Sissoko: «Sono contento che siamo quasi riusciti a fargli cambiare idea, io glielo ripeto ogni giorno che può giocare per altre due stagioni». Eppure questa volta Pavel sembrava fare sul serio. Lo scorso 25 febbraio, dopo aver perso l’andata degli ottavi di Champions in casa del Chelsea, nei corridoi di Stamford Bridge aveva pronunciato parole di addio. Non il solito «sono vecchio, forse smetto», ma qualcosa di più: «Lo so che è un po’ di tempo che mi lamento e nemmeno i compagni mi credono - aveva giurato - ma questa svolta smetto. Questa volta non torno indietro». L’ha fatto, è più forte di lui. Ci è ricascato, con tutti e due i piedi, per inseguire la Champions e perché senza calcio, racconta chi lo conosce bene, non può davvero vivere.