meraviglioso

il coraggio...la paura...LA VITA


Mi sveglio stamattina e ancora assonnata vado in cucina,mi siedo e guardo il giorno nascere.“La vita non è una favola,per colpa nostra.”Questo pensiero mi segue per tutto il tragitto verso il lavoro. Perchè?Ho letto una storia ieri, di Herman Hesse: FAVOLA D’AMORE..Un mondo incantato dove ognuno di noi può andare, se vuole.Un mondo per quelli che hanno il coraggio di credere che il bello della vita sta nell’AMORE.Un mondo dove il coraggio di “CREDERE CHE SI PUO’ “ vivere dei propri sogni,solo accettandoIL DOLORE PER CAMBIARE come riscatto; trasformando anche le esperienze più negativeinCRESCITA.La propria storia personale,come favola d’amore..un viaggio che dura tutta la vita.Vi lascio con un breve passo molto significativo di Favola d’amore di herman hesse“Pictor divenne albero. Penetrò con le radici nella terra, si allungò verso l’alto, foglie e rami germogliarono dalle sue membra. Era molto contento. Con fibre assetate succhiò nelle fresche profondità della terra e con le sue foglie sventolò alto nell’azzurro. Insetti abitavano nella sua scorza, ai suoi piedi abitavano il porcospino e il coniglio, tra i suoi rami gli uccelli.L’albero Pictor era felice e non contava gli anni che passavano. Passarono molti anni prima che si accorgesse che la sua felicità non era perfetta. Solo lentamente imparò a guardare con occhi d’albero. Finalmente poté vedere, e divenne triste.Vide infatti che intorno a lui nel paradiso gran parte degli esseri si trasformava assai spesso, che tutto anzi scorreva in un flusso incantato di perenni trasformazioni. Vide fiori diventare pietre preziose o volarsene via come folgoranti colibrì. Vide accanto a sé più d’un albero scomparire all’improvviso: uno si era sciolto in fonte, un altro era diventato coccodrillo, un altro ancora nuotava fresco e contento, con grande godimento, come pesce allegro guizzando, nuovi giochi in nuove forme inventando. Elefanti prendevano la veste di rocce, giraffe la forma di fiori.Lui invece, l’albero Pictor, rimaneva sempre lo stesso, non poteva più trasformarsi. Dal momento in cui capì questo, la sua felicità se ne svanì: cominciò ad invecchiare e assunse sempre più quell’aspetto stanco, serio e afflitto, che si può osservare in molti vecchi alberi. Lo si può vedere tutti i giorni anche nei cavalli, negli uccelli, negli uomini e in tutti gli esseri: quando non possiedono il dono della trasformazione, col tempo sprofondano nella tristezza e nell’abbattimento, e perdono ogni bellezza.”Meditiamo..viandanti dell’anima