THE ROCK

THE BEATLES (2)


Tornati in Gran Bretagna a causa di alcuni problemi con la polizia tedesca (George era minorenne; John e Paul, sfrattati dal loro appartamento di Amburgo, rientrando nottetempo per prendere le loro cose, illuminavano la stanza per mezzo di alcuni profilattici appesi alle pareti cui davano fuoco, incendiando così la carta da parati, evento che provocava la loro espulsione), trovarono un manager in Brian Epstein che, all'epoca, gestiva un negozio di dischi a Liverpool e teneva sotto contratto alcuni gruppi locali, nella speranza che essi assurgessero alla fama. Epstein riuscì a far ottenere un provino ai Beatles per il giorno di capodanno del 1962. Fu così che Mike Smith, osservatore della Decca Records, partì alla volta di Liverpool per ascoltare i Beatles e un altro gruppo locale. Nonostante il gradimento di Smith, la Decca preferì mettere sotto contratto l'altro gruppo. Il fatto divenne aneddotico ed entrò a far parte della classica galleria di errori di valutazione della serie La parola agli esperti. Ad ogni modo, al di là dell'aneddotica, è necessario ricordare che in realtà la Decca, quantomeno, concesse ai Beatles un'audizione, laddove la stessa EMI, che poi finì per pubblicare i primi dischi del gruppo, di essi all'inizio non voleva saperne (e comunque, un paio d'anni dopo, la Decca, per ironia della sorte su raccomandazione di George Harrison, mise sotto contratto i Rolling Stones). Fu solo l'insistenza di Brian Epstein e le sue minacce di boicottare l'etichetta discografica londinese nei suoi negozi di Liverpool a convincere finalmente i dirigenti della EMI, che demandarono a George Martin il compito di ascoltare qualche traccia incisa dai Beatles. Martin, all'epoca, era responsabile per la EMI dell'etichetta sussidiaria Parlophone, che si occupava di jazz e musica classica. Non era molto sintonizzato quindi con lo stile dei Beatles, ma avendo ascoltato su insistenza di Epstein parte del materiale da essi prodotto, decise di concedere loro un'audizione che si tenne il 6 giugno 1962 a Londra. Furono registrati quattro pezzi, tra cui una versione del classico Besame Mucho cantata da Paul, e tre composizioni originali: Love Me Do, P.S. I Love You e Ask Me Why, sulle quali l'assistente di studio di George Martin, Ron Richards (che si fece carico della seduta di registrazione in attesa dell'arrivo di Martin), riteneva si potesse lavorare. Fu solo a quel punto che i Beatles poterono avere un vero contratto discografico, anche se non molto vantaggioso per loro. Martin non era molto convinto del look e del nome del gruppo, visto che a quei tempi andava di moda il nome del front-man seguìto dal gruppo d'accompagno (es. Rory Storm & The Hurricanes oppure Bill Haley & The Comets), ma li ingaggiò ugualmente. Quando il 4 settembre 1962 i Beatles si ripresentarono in sala d'incisione, Ringo Starr appariva alla batteria al posto di Pete Best, sostituito il 16 agosto per motivi mai chiariti. Love Me Do fu il primo brano a essere inciso, ma Martin non era soddisfatto del risultato; in particolare non era contento della prova di Ringo alla batteria. Decise così di chiamare un batterista di sala di incisione, Andy White, che registrò Love Me Do e P.S. I Love You. Ringo si adattò a suonare il tamburello come rinforzo al rullante in Love Me Do, mentre in P.S. I Love You era alle maracas. Martin non era comunque ancora soddisfatto, visto che, alla fine, decise di pubblicare come singolo la versione con Ringo alla batteria, mentre sul lato B c'era P.S. I Love You. Il disco raggiunse il diciassettesimo posto nelle classifiche di vendita del Regno Unito, ma a Liverpool vendette moltissimo. Una leggenda mai confermata vuole che il successo di vendite a Liverpool fu dovuto all'acquisto di diecimila copie da parte di Brian Epstein. Sul primo album dei Beatles, Please Please Me, venne invece pubblicata la versione con Ringo al tamburello. Si decise di utilizzare questa come versione standard, e il master dell'altra versione venne distrutto, o andò perduto. Riemerse anni più tardi, e la versione di Love Me Do con Ringo alla batteria venne pubblicata nella compilation Past Masters, Volume One.