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Post n°86 pubblicato il 30 Agosto 2007 da trudy62dgl

Forse sono guarito...

In questi ultimi anni abbiamo assistito alla nascita di una nuova tecnologia che ha ampliato le possibilità di comunicazione e di accesso alle fonti di informazione fino ad ora sconosciute. Il processo che stiamo vivendo apre scenari che fino a poco tempo fà erano impensabili e sicuramente i vantaggi che si trarranno da questo nuovo mezzo tecnologico permetteranno all'uomo di sviluppare capacità e potenzialità fino ad ora non immaginate. Sembra che questo processo stia producendo dei fenomeni psicopatologici che si esprimono con una sintomatologia simile a quella che osserviamo in soggetti dipendenti da sostanze psicoattive.

Infatti esiste una vera e propria psicopatologia che va sotto il nome di Internet Addiction Disorder (I.A.D.), dovuta all'abuso di Internet che mostra gli stessi sintomi dei tossicodipendenti. E' mai capitato di svegliarsi di notte e sentire il bisogno di controllare la propria email? Di spegnere il computer e sentire un vuoto terribile perché il mondo reale non ha ormai più alcuna consistenza? Di immedesimarsi nel personaggio assegnato al proprio nickname ? Allora è arrivato il momento di rendersi conto della propria patologia, perché questi sono segni evidenti di una vera e propria patologia che varie ricerche americane hanno etichettato Internet Addiction Disorder (disturbo da dipendenza da Internet).

Il termine si deve allo psichiatra americano Ivan Goldberg che propose dei criteri diagnostici. Goldberg con la sua proposta ha dato avvio ad una riflessione che ha incuriosito numerosi psicologi e psichiatri ed ha imposto all’attenzione del mondo il rischio di dipendenza da Internet.

Questi sono i principali sintomi che caratterizzano l’I.A.D.:
1.
Bisogno di trascorrere un tempo sempre maggiore in rete per ottenere soddisfazione;
2.
marcata riduzione di interesse per altre attività che non siano Internet;
3.
sviluppo, dopo la sospensione o diminuzione dell’uso della rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade on-line, classici sintomi astinenziali;
4.
necessità di accedere alla rete sempre più frequentemente o per periodi più prolungati rispetto all’intenzione iniziale;
5.
impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l’uso di Internet;
6.
dispendio di grande quantità di tempo in attività correlate alla rete;
7. continuare a utilizzare Internet nonostante la consapevolezza di problemi fisici, sociali, lavorativi o psicologici recati dalla rete.

Le modificazioni psicologiche che si producono nell'individuo che diviene dipendente dalla rete sono : perdita delle relazioni interpersonali, modificazioni dell'umore, alterazione del vissuto temporale, cognitività completamente orientata all'utilizzo compulsivo del mezzo; il soggetto tende a sostituire il mondo reale con un oggetto artificioso, quasi una sorta di “feticismo tecnologico”, con il quale riesce a costruire un proprio mondo personale e in questo caso virtuale analogo al mondo del tossicodipendente che ha un proprio linguaggio, uno specifico abbigliamento, atteggiamenti e comportamenti diversi e differenti rispetto al mondo reale nel quale è abituato a vivere.

Ogni dipendenza implica dei meccanismi: la tolleranza (per cui si è costretti ad aumentare le dosi di una sostanza per ottenere lo stesso effetto), l'astinenza (con comparsa di sintomi specifici in seguito alla riduzione o sospensione di una particolare sostanza) e "craving" o smania che porta a un fortissimo e irresistibile desiderio di assumere una sostanza, desiderio che, se non soddisfatto, causa intensa sofferenza psichica e a volte fisica, con fissazione del pensiero, malessere, alterazione del senso della fame e della sete, irritabilità, ansia, insonnia, depressione e, nei casi più gravi sensazioni di derealizzazione e depersonalizzazione.

Questi elementi sono tipici di droghe come tossicodipendenza, tabagismo, alcolismo, gioco d'azzardo, attività sessuale irrefrenabile, assunzione di cibo seguita da vomito e sono anche riconoscibili in quanti fanno un uso eccessivo di Internet per soddisfare sul piano virtuale quel che non riescono a ottenere sul piano della realtà, fino al punto di percepire il mondo reale come un semplice ostacolo o impedimento all'esercizio della propria onnipotenza che sperimentano con immenso piacere nel mondo virtuale.

La dipendenza da Internet ha in comune con le altre droghe il tratto ossessivo-compulsivo, la compulsione da Internet si basa sul "piacere" anziché sulla "fobia". E proprio perché si basa sul piacere, anziché sul disagio e la sofferenza, eliminarla risulta molto difficile.

Nelle chat, dove uno è libero di usare la fantasia nel presentarsi agli altri e nell'immaginarli, non è difficile incontrare persone che dichiarano un'identità sessuale diversa da quella reale, così come caratteristiche fisiche, età, occupazione, stato civile. Mentire dà a ciascuno l'euforia di una libertà illimitata e forse, per la prima volta in vita, l'ebbrezza di essere affascinanti, mostrando lati della propria persona che solo in un contesto privo di riscontri visivi, si sente di poter esaltare.

In tal modo chi chatta ha la possibilità di realizzare in modo virtuale il proprio ideale dell'io, e di riflesso sentirsi finalmente ideale.

Con queste sensazioni piacevoli a portata di mano, come si fa a spegnere il computer e tornare nella realtà dove nessuno lo crede davvero ideale?

A questo punto le ore davanti allo schermo del computer dedicate allo scambio di informazioni, sensazioni ed emozioni aumentano.

Poi scatta la tentazione di incontrarsi e spesso la realtà non rispecchia le aspettative, allora l'illuso insoddisfatto diventa disilluso, e quello soddisfatto, ma respinto, diventa un depresso.

Nonostante la realtà smentisca il virtuale, non per questo ci si astiene, infatti se solo il virtuale dà quello che nega il reale, allora ci si immette nel virtuale, riducendo i contatti reali, ormai divenuti fonte d'ansia e quindi da evitare!

E poi il sesso virtuale, vera e propria dipendenza, dove la masturbazione individuale si accompagna alla condivisione. La possibilità di essere espliciti e diretti, nell''anonimato, porta a scoprire forme di eccitazione ignote e all'inserimento nelle proprie perversioni con potere seduttivo. In tal modo ci si allontana dai rapporti sessuali reali i quali appaiono insignificanti e troppo limitati.

Tra le varie posizioni assunte dal soggetto, quella perversa è quella che più “resiste” a un  approccio curativo. Nella maggioranza dei casi, questo tipo di declinazione della propria  sessualità assume l’aspetto più di una trasgressione personalizzata  che non viene percepita come problematica dal soggetto. La rete si presenta come un osservatorio privilegiato della perversione  per alcune sue peculiari caratteristiche.  Il suo mondo digitale e astratto, immaginario e virtuale, così  impalpabile, parallelo a quello reale pare trasfigurato in un palcoscenico  ideale sul quale il perverso mette in scena diverse identità,   coperto dall’anonimato e al riparo dalla contaminazione del contatto  e della vicinanza fisica, trovando una immediata corrispondenza  al suo mondo magico, artificiale nel quale ogni differenza tra  i sessi e le generazioni è annullata, per ritornare a una dimensione  fantasmatica in cui dominano la finzione e l’illusione che si possa in  qualche modo sfuggire alle leggi del vivere comune e al principio di  realtà.  La rete inoltre rappresenta uno spazio relazionale del tutto particolare,  in cui l’interazione avviene tramite tastiera e monitor (lasciamo  per ora in sospeso le tecnologie più avanzate quali audio e  video).   Ciò costringe a una mancanza di contatto diretto con il proprio   interlocutore che, tuttavia, nel caso particolare delle perversioni,   rappresenta un vantaggio in quanto tale assetto consente una distanza  di “sicurezza” da chi si trova all’altro capo del collegamento.

La tossicodipendenza potrebbe essere vista come un bisogno dell'individuo di crearsi un mondo personale indipendentemente dalla sostanza o strumento che lo rende dipendente. E’ evidente che attraverso internet si possono provare intensi e piacevoli sentimenti di fuga, superando on-line i problemi della vita reale, con un effetto simile ai “viaggi”consentiti da alcune droghe e inoltre permette al soggetto di provare un senso di onnipotenza, connesse con il superamento di ogni limite personale e spazio temporale. Il tempo sembra fermarsi in rete, la parola fine non c’è mai.

I soggetti che utilizzano le rete, oltre a non rendersi conto delle diverse ore già trascorse dinanzi allo schermo, tendono ad alterarsi facilmente con chi disturba il loro “viaggio”; esperienza questa che può essere paragonata alla risposta che un alcolista da ad un amico trovandosi ad una festa “soltanto un biccherino”, o a quella del fumatore che dice a se stesso “solo un’ultima sigaretta e andrò a dormire; lo stesso procedimento viene messo in atto dagli internet dipendenti che risponderanno irritati a chi gli chiede di disconnettersi “ancora un minuto e spengo”, oppure diranno a se stessi razionalizzando “un altro minuto non farà molta differenza” ma poi rimarranno connessi ancora per ore e ore.

Altra caratteristica importante tra gli internet dipendenti è la negazione del problema come spesso accade con qualunque altro tipo di dipendenza; differenza questa ancor più difficile da riconoscere.

E’ molto difficile infatti chiedere aiuto per qualcosa che la maggior parte delle persone apprezza per la sua potenza e il suo potere innovativo; e quando questi soggetti vengono messi di fronte alla chiara evidenza di un comportamento tossicomanico si trincerano dietro l’opinione comune secondo la quale internet è grandioso, “non può far male”.

Ogni giorno molti utenti rischiano di allontanarsi dai rapporti interpersonali “faccia a faccia”, indispensabili per una vita sana e socialmente equilibrata, preferendo relazioni virtuali; queste inevitabilmente portano ad una spersonalizzazione e ad una proiezione del proprio sè in un luogo non fisico che, data la facilità, la velocità e l’ampiezza geografica dei rapporti il soggetto preferisce.

Si possono individuare vari tipi di gruppi affetti dal disturbo :

• Il gruppo degli utenti a rischio presentano un vissuto di curiosità nei confronti delle opportunità offerte dalla rete simile alla fase di luna di miele del soggetto che ha iniziato un rapporto stabile con l’eroina; tendono ad osservare ed apprendere come muoversi in questo nuovo mondo; in questa fase il soggetto custodisce gelosamente ogni nuova conquista iniziando a modificare la propria identità personale

• Il gruppo degli utenti abusatori   ha caratteristiche analoghe ai soggetti che utilizzano oppiacei da diverso tempo: gravi problemi nelle relazioni affettive, importanti problematiche lavorative legate all’utilizzo della rete, problematiche psicofisiche (problemi visivi, alterazione del ritmo circadiano, disturbi nelle condotte alimentari, ecc). Il soggetto in questa fase chiamata della “sostituzione” è profondamente immerso nella comunità internet; grazie al web raggiunge ciò che prima non era mai riuscito a ottenere: avrà tanti amici, troverà sostegno, nuovi stimoli, fiducia, ecc. (ma veri?) L’utente adesso ha sempre un posto dove andare, sa sempre cosa fare; tutte quelle attività che permettevano al soggetto di andare avanti nella vita ora non contano più!

• Il gruppo degli utenti dipendenti presenta aspetti psicopatologici più gravi; in particolare stato confusionale per ore, allucinazioni semplici visive, prosopoagnosia, ipertermie, tremori; Importanti problemi nella vita relazionale: abbandono coniugale da parte del partner, seri problemi nell’ambiente lavorativo. Il soggetto ha un'assoluta mancanza di consapevolezza. Altri disturbi presenti nei soggetti dipendenti sono: prolungamento del periodo del tempo di collegamento prefissato, grande quantità di tempo del soggetto viene spesa alla ricerca del materiale da utilizzare in rete, interruzione o riduzione di importanti attività sociali, lavorative o ricreative a causa dell’utilizzo di internet; uso continuativo della rete nonostante la consapevolezza di avere un problema sociale, psichica o fisica collegato ad esso.

E' opportuno quindi percepire il proprio eventuale problema e raggiungerne la coscienza.

Curioso è il ruolo degli operatori nei canali chat. Questi particolari utenti del canale, hanno determinati "poteri" come ad es. eliminare altri utenti dal canale o impedirne l'accesso, dare il ruolo di operatori ad altri utenti, etc. Il ruolo degli operatori dovrebbe essere quello di moderare il canale stesso, "kikkare" ovvero togliere dal canale utenti che disturbano la chat, "bannare" (impedire l'accesso al canale) utenti che effettuano spam (messaggi pubblicitari, testo ripetuto, etc.). Ogni utente in chat  ha la facoltà di creare una stanza, diventando operatore non appena accede per primo alla stanza stessa. Essere operatore  non è un titolo per grazia ricevuta, è un titolo acquisito da sè quando si crea una stanza o dato da un altro operatore . Tutti possono creare una stanza! Nessuna laurea, nessun esame, nessun altro particolare merito! Molto spesso si da questo titolo per semplice simpatia verso un utente, per amicizia nella vita reale. Essere operatore, quindi, deve essere considerato un titolo ben lungi da far pensare alla persona che lo detiene, come "speciale", "particolare", "superiore".

Per chi usa il proprio "titolo" di operatore con fini diversi da quelli di moderare il canale, potrebbe creare due aspetti negativi :

- Aver bisogno del titolo di operatore per sentirsi superiore e più "interessante" verso gli altri utenti della chat e verso se stessi. Questo accresce la propria autostima in modo del tutto ingiustificato anche nella realtà, danneggiando la psiche di chi da troppa importanza al proprio titolo.

- Gli operatori che mal usano la loro posizione , distorcendo il mondo della chat e avvicinandolo al mondo reale, acquisiscono una specie di titolo "dittatoriale", decidendo della "vita" o della "morte" di un utente del canale chat. L'operatore che fa mal uso del suo titolo, quindi si sente padrone-dittatore del proprio mondo (canale chat), li dentro può dettar legge, eliminare utenti "antipatici", scrivere quello che vuole nel canale (senza timore di essere eliminato da nessuno), far credere ad altri utente del canale che lui è degno di maggior attenzione, è interiormente superiore per il solo motivo di essere operatore. Può screditare altri utenti o parlare male di loro, in pubblico o privato. Tutti comportamenti scorretti, maleducati, infantili, non da "operatore corretto" e che invece di enfatizzare la persona per il titolo che ha, ha l'effetto completamente opposto.

In realtà bisogna rendersi conto che è soltanto una chat e non la vita reale.

Ovviamente chi si vuol fregiare degnamente del titolo di operatore di un determinato canale della chat, si dovrebbe limitare al ruolo che gli compete, ovvero quello di moderare la chat, di essere utile al canale, senza limitare la libertà di parlare se non nuoce al pubblico del canale stesso, senza abusare del proprio ruolo, senza crearsi falsi aloni di "superiorità" (del tutto ingiustificati), senza eliminare utenti che sono a lui personalmente antipatici. Vi immaginate un simile individuo che abusa del proprio potere nella realtà?  Non è certo questo il corretto modo di "controllare" qualcosa, né il internet né nella realtà. 

E' facile essere preda di minacce e di insulti di ogni tipo in chat, proprio per la peculiarità del mezzo, infatti la propria identità è nascosta. Non bisogna però dimenticare che si può risalire attraverso il numero ip al computer dal quale si sta chattando. Minacciare in chat, usare violenza attraverso una chat con parole e metodi psicologici, può essere perseguito. Attraverso il "log" del provider attraverso il quale si ha accesso ad internet e il "log" del server attraverso il quale si chatta, si può risalire all'identità. Se ci si sente minacciati, offesi ed in qualche modo lesi, è consigliabile contattare il servizio "abuse" del provider. E' facile rendersi conto di come sia vile colui che minaccia usando l'anonimato e credendo di non essere perseguibile per il solo motivo che si trova su Internet. Il mondo ideale di queste persone sole e vili può essere proprio quello di Internet. Non lasciatevi quindi infastidire o impaurire di colui che usa il media Internet in questo meschino modo.

Non importa quello che il "minacciatore telematico" dice di voi, non fate l'errore di lasciarvi influenzare dalle sue offese o dalle sue minacce, perdendo la stima in voi stessi. Non fate l'errore di credere alle minacce di denunciarvi e farvi avere delle pene secondo sue fantomatiche accuse, questo lo può decidere un giudice e non lui!  Non è legalmente permesso attaccare tramite sistemi telematici il proprio computer, ad esempio rallentando la connessione tramite programmi come i bombardatori a pacchetti e altri sistemi analoghi; non è legale tentare di introdursi nel computer di persone collegate ad internet attraverso il numero IP.  E' possibile proteggersi in svariati modi, come ad esempio installando un programma Firewall (ovviamente muniti di licenza d'uso). Vi sono programmi in grado di monitorare determinati attacchi, di registrare il numero IP di colui che tenta l'intrusione.  Evitate sempre di cadere nelle trappole tese da coloro che vogliono soltanto la violenza e lo scontro verbale a suon di brutte parole, anche perché spesso non intendono risolvere le questioni in "scontri" leali, ma usano trucchi e strumenti subdoli. L'ignoranza, l'arroganza ed il gusto per la violenza sono vicini a queste persone scorrette.

Non si creda quindi colui che desidera usare Internet per sfogare la propria violenza repressa agendo verso gli altri, di poterlo fare liberamente o di aver trovato un mondo anarchico in cui poter scorazzare da "bandito", vi sono delle leggi da rispettare. Molte azioni effettuate su internet : minacce, aggressioni verbali, offese, attacchi informatici verso altri computer e altre manifestazioni possono essere sanzionabili penalmente. Molto spesso infatti si conosce anche nella vita reale la persona minacciata, e comunque non bisogna dimenticare che "dietro" Internet vi sono uomini e donne in carne ed ossa!

Si possono classificare quattro tipi di violenza:

- Violenza per paura sprigionata dalla persona che si sente minacciata da una situazione, da un gruppo di persone o da una persona singola. La persona entra in panico e cerca con la violenza di togliersi da questa situazione. Si dovrebbe affrontare la situazione di queste persone cercando di minimizzare il panico dell'altra persona, convincendola che non siamo una minaccia, senza atteggiarsi in maniera autoritaria.
- Violenza per delirio è sprigionata dalla persona che non percepisce limiti di alcuna natura (fisica, morale, etc.), ad esempio la persona sotto gli effetti delle droghe incluso l'alcool. Per affrontare la persona in tale stato, bisognerebbe concentrare la sua attenzione su qualsiasi cosa che non sia se stesso, con voce convinta ed autoritaria, senza dare possibilità di scelta al soggetto.
- Violenza per capriccio irragionevole è basata su un comportamento irragionevole, ad esempio per un sindrome psicotica da rabbia cronica da sfociare all'esterno. Il soggetto in tal caso vuole intenzionalmente provocare violenza per sfogarsi in qualche cosa. Questa è una delle situazioni più difficili da gestire. Infatti bisognerebbe agire in due modi verso tali persone : togliere l'innesco emotivo alla persona, ad esempio non dando alcuna importanza alle sue richieste e fargli anche capire che il suo comportamento/richieste non verranno più tollerate o soddisfatte.
- Violenza criminale usata a livello coercitivo per ottenere qualcosa da una persona. In questo caso la persona vuole da noi qualcosa, tranne che una sfida.

In ultima analisi non bisognerebbe dimenticare che una persona che minaccia o si lascia andare in manifestazioni violente (anche sotto forma di aggressioni verbali) si può pensare in realtà come una persone vile, che cerca di togliersi dalla situazione di paura con la violenza, con scarsa fiducia nei suoi mezzi che non siano quelli violenti. In realtà colui che scatta per primo tra chi ha un diverbio è quello che sente l'impulso di dimostrare che "ha ragione". Deve, con molta probabilità, dimostrare al proprio ego ed a eventuali persone che assistono al "litigio" che deve "vincere".

Le chat consentono agli utenti di dialogare in tempo reale da un capo all'altro del pianeta.

Purtroppo sempre più spesso si vedono i canali chat come unico e solo mezzo per conoscere poi nella realtà altre persone.

Conoscersi si ma non come unico e solo mezzo per farlo!

Attenzione quindi a non essere schiavi della chat e di Internet! Molto spesso chi si descrive o cerca di far credere in modo positivo con chi chatta, non è in tal modo ma come vorrebbe apparire nella vita reale! Ed è nella realtà che si vive non nella chat!!

Comunicare : parola chiave! E' questo il bello della chat. Ma senza esserne schiavi.

La chat non dovrebbe diventare padrona di se stessi, il solo luogo dove esprimere la propria voglia di comunicare.

Uno svago, un diversivo, non l'unica possibilità.

Stare collegati ore ed ore : questo potrebbe essere negativo, un rubare il tempo alla nostra vita. Andiamo fuori, osserviamo il cielo, le stelle, il verde meraviglioso delle foglie. Scusatemi, secondo me, è immensamente più bello ed appagante.

La vita scorre, il tempo va, meglio tutto il giorno in chat o nel mondo reale?

Non vuole essere una demonizzazione delle chat e di Internet ! Ma un invito ad una coscienza vera e ad un corretto uso.

Vale la pena capire ciò che si fa, in ogni caso della vita, secondo me, per non fare del male a nessuno e a sè stessi.

tratto dal blog  "dorme - non svegliatelo" di faccia.d.angelo

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Commenti al Post:
antony1969
antony1969 il 01/09/07 alle 22:20 via WEB
complimenti x il blog molto bello e affascinante ciao.... ps . ti ho aggiunta nei blog amici
 
cri_cucciola
cri_cucciola il 07/09/07 alle 17:23 via WEB
post molto lungo ma decisamente interessante...dipendenza dal mondo virtuale...c'è ...esiste... chi più chi meno subiamo l'attrazione di questo tecnologico strumento che sembra aprire ogni porta, che ci fa sentire belli, bravi, buoni, desiderati.... a volte si perde il collegamento con la realtà....conosco alcune persone che sono entrate in "crisi" solo per delle "risposte" non capibili da parte di perfetti sconosciuti...si intessono rapporti stretti, a volte si creano delle amicizie...io SO di poter contare veramente su alcune persone, solo 1 conosce veramente tutto di me, chi sono, cosa faccio e dove abito....ma ci siamo anche conosciuti.....ciao trudy :-)
 
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Giorni di neve

Giorni di neve una camera calda di odori
le scale di corsa una lacrima in tasca
due occhi smaniosi
non cerchi i ragazzi
ma non giochi piu'
giorni di neve un'amica a due ruote
scontrosa e selvaggia
le scapole in fuori annusi la vita
con I'anima in mano
e scopri che hai un corpo anche tu
e nel buio stringi la tua disperata tenerezza
no non le togliete l'allegria
e quando vuole piangere
non le aprite quei pugni chiusi
non la cacciate via
non le dovete prendere
la liberta' e la fantasia
datele un amore felice
o infelice ma che sia amore
e porti a spasso
due seni sfrontati
padrona del mondo e di te
e in un angolo di sera un batticuore piu' sottile
no non la dovete offendere
non le rubate la realta'
le illusioni e i suoi colori
la curiosita'
non le chiedete cosa fa
quando si va a nascondere
datele un amore felice
o infelice ma che sia amore
che sia amore
che sia amore

(Claudio Baglioni)

 

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  • 'A "carozza" è 'a mia e ce faccio salì chi me pare... (detto da una donna...)
  • A chi tocca nun se ngrugna.
  • C'avemo a fortuna dei cani 'n chiesa.
  • Chi mena pe pprimo mena du' vorte.
  • Cristo 'n mena mai co du' bastoni.
  • Disse er merlo ar tordo sentirai 'a botta si nun sei sordo.
  • Donna che move l'anca si n'è mignotta poco ce manca.
  • Donna che move l'anca lo pija 'r culo o poco ce manca.
  • Fidate della volpe e del tasso, ma nun te fidà della donna dar culo basso.
  • In terra de ciechi, beato chi c'ha n'occhio.
  • Le bucje cjanno le gambe corte.
  • Lenticchia beato er corpo 'ndo s'enficca.
  • L'amore nunn'è bbello si nunn'è litigarello.
  • L'ora de oggi, nun è quella de domani.
  • Mejo che la panza mia crepi che la bbontà de Ddio se sprechi.
  • Mejo puzzà de vino che d'acqua santa.
  • Ndove nun c'è er guadambio, la remissione è ccerta.
  • Nun te fà cantone che te pisciano addosso.
  • Ognuno co 'a farina sua ce fà li gnocchi che je pare.
  • Omo de panza, omo de sostanza.
  • Quand'anche la merda avrà valore i poveri nasceranno senza culo.
  • Quann'è vvizzio nun è ppeccato.
  • Quello che nun strozza 'ngrassa.
  • Si nun è zuppa è pan bagnato.
  • Stà colli piedi 'ndelle scarpe tua.
  • Tromba di culo, sanità de corpo: chi de culo scoreggia n'è mai morto.
  • Chi de naso abbonna de cazzo sfonna!!
  • Sotto la panza la mazza avanza.
  • Dentro la botte piccola ce sta er vino bono, ma in quella grossa ce ne stà na cifra.
  • Tira di più un pelo de fica che 'n carro de boi 'n salita.
  • A l'omo da poco faie accenne er foco.
  • Dentro 'a botte piccola ce stà l'aceto.
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  • A chi jè rode er culo jè puzza er dito de merda.
  • Chi se china troppo fa' vede er culo.
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  • C'ho da fà più io che 'n ceco de notte.
  • Ogni buco è n' porto.
  • San Paolo quanno cascò da cavallo, disse: "Tanto volevo scenne".
  • Potessi da campà cent'anni, novantanove a letto e uno su le stampelle.
  • Li romani parlano male, ma pensano bene.
  • A Roma Iddio nun è trino, ma quattrino.
  • Roma è 'na città devota, ogni strada un convento, ogni casa 'na mignotta.
  • Male nun fà, paura nun avè.
  • Noi romani l'aria der me ne frego, l'avemo avuta concessa da Cristo.
  • A sapè fa 'a scena, quarcosa se ruspa
  • Fatte 'r nome e và a rubbà
  • In gioventù er casino, in vecchiaia Cristo e vino
 

 

PERDONO

Chiedo perdono
per essere sempre un peso,
per non riuscire mai a dire il giusto,
per non saper ascoltare;
chiedo perdono
per non saper accettare le critiche e i consigli,
per commettere errori su errori, per di più gravi;
chiedo perdono
per non avere il coraggio di affrontare i problemi,
per non riuscire ad accettare che papà se ne sia andato;
chiedo perdono
per non sapervi amare e per avervi deluso tutte le volte;
perdonatemi
nonostante il mio, a volte, cuore di pietra,
perdonatemi
anche se vi risulta difficile.
Accettatemi per quello che sono,
anche se non sarà facile,
perchè dobbiamo andare avanti insieme.

 

 

 
 
 

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