I nostri cuori.

RIFLESSIONI.


Ieri sera tardi stavo leggendo il numero 957 (19 luglio) di Internazionale e dopo la lettura di un articolo mi sono messo a riflettere.Vi riporto una parte dell’articolo di Amira Hass da Gerusalemme, dal titolo “Pochi giorni di vita”.Nell’articolo viene raccontata questa storia, alla giornalista che sospirava, da un anziano alla cassa di una libreria. Questa è la storia:…” Un uomo visita una città straniera. Va al museo, poi al palazzo e nella città vecchia. Infine entra in un giardino costellato di pietre. Un cimitero.Cammina tra le tombe. “Ha vissuto sette giorni”, legge su una lapide. “Ha vissuto 36 giorni”, recita un’altra. L’uomo si accorge che le lapidi sono tutte simili (“otto giorni”, “undici mesi”) ed esclama ad alta voce: “Deve essere un cimitero per bambini”.Una donna interviene e lo corregge: “No. Sono tutti morti in età adulta. Sulla lapide c’è scritto il numero di giorni che hanno vissuto veramente, quelli in cui si sono goduti la vita”. Ecco sono andato a dormire con questo pensiero in testa: quanti di noi riescono a vivere davvero? Io sono capace di vivere davvero? E per quanti giorni ho vissuto davvero? Per quanti giorni mi sono goduto la vita? Sto andando indietro nel tempo,con la mente cerco di risalire fino ai primissimi ricordi, quelli dell’infanzia e voglio scoprire se fino ad ora mi sono goduto la vita e per quanti giorni, o per quante ore.Ma la domanda che più mi tormenta è: da ora in poi sarò capace di avere solo ore e giorni di vita vera? Sarò capace di vivere godendomi la vita fino all’ultimo? P.S. un ringraziamento a tutte le persone che passano di qua e che, a volte, mi chiedono l’amicizia.