Turbine Interno

VEDRAI


Oggi in studio ha telefonato un cliente. Poiché la sua pratica l'ha seguita Catia, non sapevo bene come gestire la sua richiesta. Alla fine, il Dott. Mi ha spiegato che il cliente non riusciva a concludere un contratto perché non risulta la variazione della sua posizione nella società. Variazione che noi avremmo dovuto provvedere a comunicare entro la prima metà di gennaio.Ho contattato la società che avevamo ingaggiato per eseguire la procedura. La ragazza che lavora lì, dopo una mezz'ora mi ha ricontattata dicendomi che Catia non le aveva assolutamente detto che doveva fare anche la comunicazione della variazione. E già cominciavo a sentire puzza di bruciato. Telefono a Catia ( a casa con l'influenza), tanto per conoscere la sua versione dei fatti, e lei - ma guarda un po'!- mi dice che lo ha detto, eccome, di comunicare le variazioni! Tira fuori il fatto di aver inviato una mail.Vado alla ricerca della mail, tanto per avere una prova per poter far pressione alla ragazza dell'agenzia. Ne trovo solo una di mail, in cui viene nominato anche il nome del cliente in questione. Nel frattempo, Catia, abbastanza seccata, come se IO le stessi facendo perdere tempo, mi liquida dicendomi di ricontattare la società e dire alla ragazza di fare la comunicazione al più presto. Io ritelefono e quella comincia ad incazzarsi, ribadendo che non le era stato detto nulla, che per fare la comunicazione servono altri documenti, che non si lavora così, che Catia racconta sempre cazzate, e che ora lei chiamerà la mia superiore perché si è stancata di tutto questo.Attacco. Chiamo il Dott. Che mi aveva detto di fargli sapere, perché poi avrebbe dovuto parlare con il cliente. Mi chiede di richiamare più tardi. Non faccio in tempo a riattaccare, che la ragazza dell'agenzia contatta la mia superiore. Lei ovviamente si incavola. Finita la telefonata, vado nel suo studio. Le spiego come stanno le cose. Le dico pure che c'è una mail in cui la mia collega nomina il cliente, quindi forse non ha poi tutti i torti. Lei decide di voler vedere la mail e alla fine esce fuori che in questa tutto c'è scritto, tranne di fare la comunicazione. Quindi, per fare del bene, ho pure fatto una cazzata: mannaggia a me!!La Dott.ssa mi spiega che non è tanto lo sbaglio, a mandarla in bestia. E' normale che si facciano degli errori, e loro sono tutelati sotto questo punto di vista. Il problema è che la mia collega tende troppo spesso ad arrampicarsi sugli specchi e a scaricare la colpa sugli altri per salvarsi. E che ora, la verità non salterà fuori, perché entrambe rimangono sulle loro posizioni e non ci sono prove concrete, ma solo cose dette a voce, a parte la mail a sfavore di Catia.Io ho provato, a quel punto, a ricordare alla Dott.ssa che tempo fa, lei stessa aveva chiesto un documento per telefono, alla medesima ragazza dell'agenzia, che invece non glielo ha fornito, inventandosi che non le era stato detto nulla.E così, per tutto il pomeriggio ci sono state chiamate tra il Dott. E la Dott.ssa in merito a questa vicenda. Il Dott. Ha anche contattato Catia per farsi spiegare al meglio la situazione.Io ero dispiaciuta. Non mi piacciono queste cose. Mi sento sempre come se non avessi fatto il possibile per evitare che l'altro si trovasse nei guai.Dopo qualche ora, mi squilla il cel. Rispondo. Era la mia collega: - come è andata a finire? - eh in realtà non lo so... - come non lo sai? - tono di rimprovero. - beh, alla fine se ne sono occupati M. e L. io non so cosa sia stato detto al cliente. - e perché non ci hai pensato tu a farlo? - tono accusatorio. Come a dire: "hai fatto la spia, dovevi coprirmi" Istintivamente mi son sentita in colpa e lei ha cominciato a dire che tanto ha le spalle larghe, che ci è abituata. Che la mettono sempre in mezzo. La solita parte della vittima.Visto che in ufficio non volevo farmi sentire dalla mia superiore, ho pensato che, giunta a casa, la avrei richiamata per spiegarle meglio come erano andate le cose. Poi però, ripensando alla sua accusa velata -  neanche troppo - nei miei confronti, quando ho pure cercato di difenderla, mi son detta che non ne valeva neanche la pena di sprecare il fiato. Pensasse quello che le pare. Non me ne importa proprio niente. Può anche pensare che io sia una stronza che non perde occasione di infangarla alla prima occasione, per fare bella figura con i capi. La verità mi basta saperla da me.E' dall'inizio del nuovo anno che ho notato nella mia collega un certo cambiamento. Ora che in studio è tornato il ragazzo che c'era prima, fa comunella con lui e mi sento un pochino esclusa. Ha cominciato a criticare il fatto che io ami leggere. L'altra volta mi faceva passare per una ignorante, perché leggevo un libro di Tolstoj senza conoscere la storia di chi lo ha scritto. Ha iniziato a dire una serie di frasi lette a caso, e sul momento su wikipedia. Me ne sono accorta perché ce l'avevo davanti agli occhi. Il giorno dopo, mentre uno degli  avvocati, vedendo il mio libro, esclamava: - caspita! Guerra e pace!! Qui si fanno letture di un certo spessore... Lei pronta ha subito replicato: - pensa che questa neanche sapeva la storia di Tolstoj. Gliel'ho dovuta dire io! Fortunatamente P. l'avvocato, non le ha dato molto credito e ci siamo messi a parlare delle nostre impressioni sui vari autori, mentre lei non faceva che ripetere: - eh, ma Guerra e pace è un grande libro! Tratta temi affascinanti. E poi lo conoscono tutti Tolstoj... questo è il suo libro più famoso. E' bellissimo. Il giorno dopo: - Guerra e pace volevo comprarlo anche io... per il mio compleanno. Solo che non l'ho trovato. Tu dove lo hai comprato? - da Feltrinelli - rispondo sarcastica - ah già... - lo prende in mano - vediamo di che parla sto libro. Una frase un po' cattivella mi trapassa la mente "ma come! Ma l'altra volta sapeva perfettamente di che parlava il libro!" Lo sfoglia, sgrana gli occhi vedendo la prima pagina scritta in francese e le note sotto. - ma che ci stanno pure le note? - beh, devono metterci la traduzione per le parti in francese... - io non potrei mai leggerlo un libro così! - e questo è niente - esclamo ridendo - mi son capitate pagine intere scritte tutte in francese!! - ma che noia!! - mah. Io mi ci diverto. La prendo come una prova per vedere se mi ricordo qualcosa ancora. Se riesco a capirne lo stesso il senso...Non so. Più passa il tempo, e più mi convinco che è meglio se non le do troppa confidenza se voglio vivere serena. E' stato profetico il tipo che si occupa delle buste paga, quando ci siamo conosciuti: - noto che hai la stessa stazza di Catia - prorompe in tono sarcastico alludendo al fatto che lei è molto in carne. - e daiiii! - immagino che sarà invidiosa. - invidiosa di che? Catia non è così. - io non ne sarei tanto sicuro...vedrai.