L' altra sera, vedendo GRAN TORINO, ho fatto caso ad una cosa. Molto spesso, ci sono persone che non fanno parte della nostra famiglia a cui ci attacchiamo così tanto da dare tutti noi stessi, quando per i parenti magari non alzeremmo neanche un dito.Si può dire che certi tipi di persone, uno se le sceglie. I parenti invece non puoi sceglierteli. E' un legame di sangue ad unirvi, e poco importa l' affinità.Non sto parlando di parenti in particolare. Per fortuna, nonostante qualche sfuriata che mi passa praticamente subito, non ho nessun problema con nessun membro della mia famiglia, nè ristretto, nè alla larga. Che poi, i parenti lontani, si ignorano (nel senso benevolo del termine) dal momento che a volte non si conosce neanche il legame che ci unisce a loro. Io ho avuto modo di affezionarmi molto a persone che mi hanno dato tanto, nonostante fossero esterne.C' era Giorgio, con cui ogni giorno, scambiavo una mail. Lui rappresentava quello zio colto che non avevo mai avuto. Ogni giorno, sempre un argomento interessante di cui parlare. Era un pozzo di conoscenza, e a me piace imparare e assorbire tutto quello che c' è da apprendere dagli altri. A lui, d' altra parte, che fino ad allora era rimasto solo, non pareva vero di poter parlare con qualcuno. Quante volte gli telefonavo per sfogarmi, e lui cercava di rimettermi sui binari. Ricordo ancora quella volta che sono scoppiata a piangere al telefono. Lì ha cominciato a parlare a raffica, con l' obiettivo di farmi riprendere. Quando poco poco, gli mostravo qualche turbamento sulla difficoltà di un esame, cercava sempre di spronarmi, e mi diceva che, testarda come sono, era certissimo che sarei arrivata al traguardo, come aveva fatto lui molti anni prima. Avevo addirittura pensato di invitarlo nel caso avessi fatto una festa di laurea. Solo che purtroppo la vita è imprevedibile, e qualcuno ha deciso che dopo 2 anni di ritrovata felicità, fosse giunto il momento di andarsene. Quanto ho pianto quando il fratello mi ha comunicato la cosa. E visto che lo avevo conosciuto insieme a Garghino, era insieme a lui che volevo andarlo a trovare nella sua nuova casa. Purtroppo da quando è finita con Garghino non me la sono sentita di ritornare al cimitero, anche se il mio pensiero ci sta sempre. Molte volte in questi anni avrei tanto avuto bisogno della sua voce che mi confortasse...Poi c' era Garghino, il quale, nonostante i vari atteggiamenti che ha tenuto nel periodo in cui siamo stati insieme, che mi hanno fatto soffrire non poco, rimarrà pur sempre una persona che è stata importante per me. Mi ha fatta crescere. Ha preso la turbine bambina e l' ha aiutata a diventare più adulta, a conoscersi meglio, a renderla più consapevole di se stessa. Credo che sia stato un viaggio istruttivo per entrambi, nonostante lui avesse 7 anni più di me, e qualche storia alle spalle. Quando parlo di Garghino, mi sembra di stare a parlare di una mia vita precedente per quanto mi sembrano ormai lontani i giorni passati insieme. Credo che come simbolo della nostra storia, mi rimarrà sempre impresso nella mente, il giorno in cui è venuto a casa mentre i miei non c' erano. Abbiamo mangiato nel rustico, e poi ci siamo distesi sul divano ad abbracciarci, cullati dal frinire delle cicale e dal cinguettare degli uccellini. Un momento magico che avrei voluto non finisse mai, e che invece è durato pochissimo, visto che l' ho dovuto subito accompagnare alla stazione. Sempre gli orari dei treni incombevano tra di noi!!E poi, l' ultima persona a cui sono legatissima più che mai, e a cui ho permesso di entrare nel mio mondo barricato, come i due precedenti, è 600 km. A volte mi ritrovo a piangere quando penso che anche lui, come gli altri due, probabilmente, per un motivo o per un altro, diventerà un ricordo per me. E' che quando mi affeziono tanto ad una persona, e le permetto di conoscermi, automaticamente spero di poterla avere accanto per sempre. E' che a volte non riesco ad accettare l' eventualità che le cose possano prendere corsi diversi da quelli che desidero. E' come se una voce dentro di me dicesse: "non ho mai fatto nulla di male, non ho mai chiesto chissà cosa... ho solo permesso a queste persone di valicare i numerosi paletti che ho eretto, e di entrarmi nel cuore, ora non si può privarmi di loro". Un po' la stessa cosa che pensavo quando ho giocato per la prima volta al supernenalotto: "ho un motivo valido per giocare. Voglio aiutare il mio amico a guarire, e magari portarlo in america e fargli fare delle cure più avanzate se esistono. Non può vincere un altro al posto mio". Peccato che la vita non è un film, come cantavano gli articolo 31 diversi anni fa, e non sempre vince chi ha buoni propositi.
PERSONE ESTERNE MA IMPORTANTI
L' altra sera, vedendo GRAN TORINO, ho fatto caso ad una cosa. Molto spesso, ci sono persone che non fanno parte della nostra famiglia a cui ci attacchiamo così tanto da dare tutti noi stessi, quando per i parenti magari non alzeremmo neanche un dito.Si può dire che certi tipi di persone, uno se le sceglie. I parenti invece non puoi sceglierteli. E' un legame di sangue ad unirvi, e poco importa l' affinità.Non sto parlando di parenti in particolare. Per fortuna, nonostante qualche sfuriata che mi passa praticamente subito, non ho nessun problema con nessun membro della mia famiglia, nè ristretto, nè alla larga. Che poi, i parenti lontani, si ignorano (nel senso benevolo del termine) dal momento che a volte non si conosce neanche il legame che ci unisce a loro. Io ho avuto modo di affezionarmi molto a persone che mi hanno dato tanto, nonostante fossero esterne.C' era Giorgio, con cui ogni giorno, scambiavo una mail. Lui rappresentava quello zio colto che non avevo mai avuto. Ogni giorno, sempre un argomento interessante di cui parlare. Era un pozzo di conoscenza, e a me piace imparare e assorbire tutto quello che c' è da apprendere dagli altri. A lui, d' altra parte, che fino ad allora era rimasto solo, non pareva vero di poter parlare con qualcuno. Quante volte gli telefonavo per sfogarmi, e lui cercava di rimettermi sui binari. Ricordo ancora quella volta che sono scoppiata a piangere al telefono. Lì ha cominciato a parlare a raffica, con l' obiettivo di farmi riprendere. Quando poco poco, gli mostravo qualche turbamento sulla difficoltà di un esame, cercava sempre di spronarmi, e mi diceva che, testarda come sono, era certissimo che sarei arrivata al traguardo, come aveva fatto lui molti anni prima. Avevo addirittura pensato di invitarlo nel caso avessi fatto una festa di laurea. Solo che purtroppo la vita è imprevedibile, e qualcuno ha deciso che dopo 2 anni di ritrovata felicità, fosse giunto il momento di andarsene. Quanto ho pianto quando il fratello mi ha comunicato la cosa. E visto che lo avevo conosciuto insieme a Garghino, era insieme a lui che volevo andarlo a trovare nella sua nuova casa. Purtroppo da quando è finita con Garghino non me la sono sentita di ritornare al cimitero, anche se il mio pensiero ci sta sempre. Molte volte in questi anni avrei tanto avuto bisogno della sua voce che mi confortasse...Poi c' era Garghino, il quale, nonostante i vari atteggiamenti che ha tenuto nel periodo in cui siamo stati insieme, che mi hanno fatto soffrire non poco, rimarrà pur sempre una persona che è stata importante per me. Mi ha fatta crescere. Ha preso la turbine bambina e l' ha aiutata a diventare più adulta, a conoscersi meglio, a renderla più consapevole di se stessa. Credo che sia stato un viaggio istruttivo per entrambi, nonostante lui avesse 7 anni più di me, e qualche storia alle spalle. Quando parlo di Garghino, mi sembra di stare a parlare di una mia vita precedente per quanto mi sembrano ormai lontani i giorni passati insieme. Credo che come simbolo della nostra storia, mi rimarrà sempre impresso nella mente, il giorno in cui è venuto a casa mentre i miei non c' erano. Abbiamo mangiato nel rustico, e poi ci siamo distesi sul divano ad abbracciarci, cullati dal frinire delle cicale e dal cinguettare degli uccellini. Un momento magico che avrei voluto non finisse mai, e che invece è durato pochissimo, visto che l' ho dovuto subito accompagnare alla stazione. Sempre gli orari dei treni incombevano tra di noi!!E poi, l' ultima persona a cui sono legatissima più che mai, e a cui ho permesso di entrare nel mio mondo barricato, come i due precedenti, è 600 km. A volte mi ritrovo a piangere quando penso che anche lui, come gli altri due, probabilmente, per un motivo o per un altro, diventerà un ricordo per me. E' che quando mi affeziono tanto ad una persona, e le permetto di conoscermi, automaticamente spero di poterla avere accanto per sempre. E' che a volte non riesco ad accettare l' eventualità che le cose possano prendere corsi diversi da quelli che desidero. E' come se una voce dentro di me dicesse: "non ho mai fatto nulla di male, non ho mai chiesto chissà cosa... ho solo permesso a queste persone di valicare i numerosi paletti che ho eretto, e di entrarmi nel cuore, ora non si può privarmi di loro". Un po' la stessa cosa che pensavo quando ho giocato per la prima volta al supernenalotto: "ho un motivo valido per giocare. Voglio aiutare il mio amico a guarire, e magari portarlo in america e fargli fare delle cure più avanzate se esistono. Non può vincere un altro al posto mio". Peccato che la vita non è un film, come cantavano gli articolo 31 diversi anni fa, e non sempre vince chi ha buoni propositi.