Turbine Interno

CITAZIONI E RIFLESSIONI


C' era Eros che tanti anni fa cantava:"c' è qualcuno che mi sa dire che cos' è,questo senso di vuoto sceso dentro me,c' è qualcuno che sa rispondermi perchèla tristezza non sa il mio nome eppure chiama me"Queste parole, oggi più che mai, mi rispecchiano. Forse più che oggi, farei meglio a dire in questo periodo, perchè non si diventa tristi così di botto. E quando accade, di sicuro dietro c' è sempre qualcosa. Che poi facciamo finta di cadere dalle nuvole, e rispondiamo con un bel "non lo so" è un altro paio di maniche.La verità è che lo sappiamo ma non vogliamo ammetterlo davanti agli altri, e soprattutto davanti a noi stessi.Io mi sento fuori luogo. Mi sembra di stare a recitare un ruolo che sta diventando troppo pesante. Non mi sento soddisfatta. Non sono contenta. Esco la sera con i miei amici, mi guardo intorno e mi chiedo se sia questa la mia casa.La verità è che non so più quale e dove sia il mio posto. Mi sento impotente. Ho come l' impressione che il resto dei miei giorni lo passerò più a sopravvivere nel modo che più mi si adatta, che non a vivere come vorrei.Mi sento schiacciare perchè non so io stessa come fare a capire cosa voglio da questa vita.Per farlo, forse dovrei andarmene in qualche luogo isolato e sperduto e sentire quello che ho dentro. Non dipendere da nessuno se non da me stessa.Mi viene in mente anche ferradini con quel suo teorema:"senza l' amore un uomo che cos' è?"Già. Che cos' è? Un relitto, ecco cosa.  E' proprio vero che senza quel sentimento ci svuotiamo e non siamo più nulla. Io mi sento veramente sola. E non parlo di solitudine effettiva. Ieri, tra l'altro, sono ritornati tutti i miei amici, oggi usciremo di nuovo per una pizza. Parlo di un altro genere di solitudine. Quella sentimentale. Io ne ho un disperato bisogno. Ma non per un puro sfogo fisico. E' che vorrei finalmente essere amata ed apprezzata da un uomo che a mia volta amerò e apprezzerò. Mi capita di vedere delle coppie in moto per le strade di Roma, e mi domando se riuscirò mai a trovare qualcuno qui. Nella mia stessa città. O se piuttosto la mia città è altrove. Se da qualche parte è scritto che dovrò andare lontano da qui. Che non sono nata per morirci nella città eterna. E non dico queste cose perchè penso a 600 km. Lo dico perchè penso anche a tutto il mio passato. Prima Frosinone, poi Milano... sarà un modo inconscio che ho adottato per fuggire da qui, o ho paura di una storia semplice (come ipotizza qualcuno)? So solo che trovo molto significative queste parole di una canzone dei Ratti:"troppi giorni senza finemi legano a questa città.E' venuto il momento di partiredestinazione: LA MIA LIBERTà"