Creato da turbine_di_pensieri il 10/03/2007

Turbine Interno

un blog per farvi capire quanto è difficile riuscire ad inquadrare una persona (soprattutto se sono io)

 

 

SOGNI STRANI

Post n°573 pubblicato il 27 Agosto 2009 da turbine_di_pensieri
 

Stanotte ho fatto dei sogni spezzettati. Me ne ricordo solo 2 e sono entrambi strani.
Il primo devo dire che era abbastanza opprimente:

Eravamo io e mio fratello, e avevamo appreso della morte di un giovane ragazzo napoletano. Avevamo incontrato la madre disperata e in lacrime sulla soglia dell' appartamento del figlio, e abbiamo deciso di aiutarla a riprendere le sue cose. Ci ha aperto una porta che dava su una stanza priva di mobilia ad eccezione di un tavolo rettangolare di legno semplice, sulla sinistra appoggiato al muro bianco su cui si trovava il corpo di suo figlio. Era livido in faccia aveva i capelli rasati ed era gonfissimo.
La madre non faceva altro che dire che quando era vivo non era così. Che si era gonfiato con la morte e che glielo avevano ammazzato. Non ricordo bene chi avesse ucciso quel ragazzo, ma sembrava fosse vittima di un' ingiustizia da parte della polizia o di qualche organo di Stato.
Con mio fratello siamo entrati nella sua stanza, e abbiamo aperto i suoi cassetti per tirare fuori le sue magliette e i suoi maglioni e metterli in una sacca da dare alla madre. Sul grande comò, c' erano le sue foto, scattate in momenti felici in cui sorrideva, era magro magro ed aveva i capelli neri e un po' mossi, che gli cadevano sulle spalle. Effettivamente non aveva nulla a che vedere con quel cadavere che era poggiato sul tavolino all' ingresso. Vedendo le foto, e ascoltando la voce straziante della madre, pensavo a come sarebbe stato conoscerlo dal vivo, mentre scendevano lacrime silenziose dai miei occhi.

Il secondo sogno invece parlava di altro:
Avevo un biglietto per Valencia, e mi ero imbarcata sull' aereo. Mio fratello e mia madre erano già a destinazione. Una volta trovatami nell' aereoporto e guardatomi intorno, noto qualcosa di strano:
- accidenti! Somiglia tanto a Madrid!
- Questa è Madrid - mi risponde mio fratello.
- Ma come? Io ho il biglietto per Valencia. Si sono sbagliati ad imbarcarmi!
- ora dovrai comprare dei biglietti per arrivare lì, che quelli che hai non sono più buoni - mi fa qualcuno interessatosi al mio caso.
- ma non è giusto! hanno sbagliato loro a farmi salire su questo aereo!!
- prova ad andare a chiedere informazioni - mi dicono.
Con mio fratello mi dirigo verso lo sportello delle informazioni. Avevo alle spalle uno zaino e stavo per tirare fuori il mio portafogli dalla tasca in fondo, quando mi sento urtare da un ragazzo, e noto che il mio portafogli è sparito!
Comincio a seguirlo anche se sono appesantita dallo zaino. Tento di correre più che posso, ma i miei movimenti sembrano bloccati e in più non riesco a gridare. Vorrei urlare di fermare quel tizio, ma le parole mi si bloccano in gola. Riesco solo a dire a mio fratello di chiamare la polizia, mentre butto a terra lo zaino e seguo quel tipo.
Usciamo dall' aeroporto e ci buttiamo per strada. Fortunatamente qualcuno riesce a comprendere costa sta accadendo, e cerca invano di fermare il tizio. Alla fine, compare la polizia che lo afferra. Non gli trovano il mio portafogli in mano, ma l' hanno visto mentre lo gettava dentro ad uno dei tre  contenitori della posta lì vicini. Così gli agenti li aprono, trovano il mio portafogli e me lo restituiscono. Io sono contenta, ma mentre vedo quel tipo salire sulla macchina della polizia, vengo avvicinata da un brutto ceffo:
- non dovevi farlo - mi dice con voce intimidatoria - te ne pentirai! Quello era mio figlio.
Per fortuna ci sono ancora degli agenti lì vicino e così decido di rientrare nell' aeroporto, che essendo pieno di telecamere e sorvegliato dalla polizia è più sicuro.
fotoUna volta lì dentro, mi accorgo di avere la mano sinistra ferita. Forse una lussazione. In ogni caso, mi portano da un dottore. Questo era un ragazzo giovane, capelli corti neri, occhi pure neri e barba di 2 giorni... somigliava a Pep Guardiola nei tempi in cui stava alla Roma. Tra me e me, penso che non è un caso se mi piace la Spagna . Passiamo parecchio tempo insieme nel suo studio. Mi fa domande per compilare dei suoi moduli, mi fa le lastre. Ogni giorno devo andare a farmi controllare da lui. L' ultimo giorno, quello della mia partenza, mi sento triste. Sarà l' ultima volta che lo vedrò e non voglio partire.
Non so perchè, ma mi dice che lui è stato adottato, e che oltre ai soldi che prende come dottore, ha ereditato anche una grande fortuna dalla famiglia. Io gli rispondo che è stato fortunato ad aver trovato una famiglia così, e poi lo bacio.
Non riusciamo più a staccarci. Ma fuori dallo studio c' è mia madre che mi aspetta, l' aereo partirà... non posso perdere altro tempo. Mi stacco da lui, e venendomi in mente il momento in cui l' ho baciato, cerco di chiarire che l' evento è stato del tutto spontaneo e che non era collegato assolutamente alla sua ammissione di ricchezza. Lui non ci aveva fatto neanche caso.
Ci salutiamo, con la speranza di rivederci ma con la consapevolezza che nel caso fosse accaduto, non sarebbe stato come quel momento.

Qualcuno di voi sa interpretari i sogni? Se si, i miei cosa potrebbero voler dire?

 
 
 

PERSONE ESTERNE MA IMPORTANTI

Post n°572 pubblicato il 25 Agosto 2009 da turbine_di_pensieri
 

L' altra sera, vedendo GRAN TORINO, ho fatto caso ad una cosa. Molto spesso, ci sono persone che non fanno parte della nostra famiglia a cui ci attacchiamo così tanto da dare tutti noi stessi, quando per i parenti magari non alzeremmo neanche un dito.

Si può dire che certi tipi di persone, uno se le sceglie. I parenti invece non puoi sceglierteli. E' un legame di sangue ad unirvi, e poco importa l' affinità.
Non sto parlando di parenti in particolare. Per fortuna, nonostante qualche sfuriata che mi passa praticamente subito, non ho nessun problema con nessun membro della mia famiglia, nè ristretto, nè alla larga. Che poi, i parenti lontani, si ignorano (nel senso benevolo del termine) dal momento che a volte non si conosce neanche il legame che ci unisce a loro.

Io ho avuto modo di affezionarmi molto a persone che mi hanno dato tanto, nonostante fossero esterne.
C' era Giorgio, con cui ogni giorno, scambiavo una mail. Lui rappresentava quello zio colto che non avevo mai avuto. Ogni giorno, sempre un argomento interessante di cui parlare. Era un pozzo di conoscenza, e a me piace imparare e assorbire tutto quello che c' è da apprendere dagli altri. A lui, d' altra parte, che fino ad allora era rimasto solo, non pareva vero di poter parlare con qualcuno. Quante volte gli telefonavo per sfogarmi, e lui cercava di rimettermi sui binari. Ricordo ancora quella volta che sono scoppiata a piangere al telefono. Lì ha cominciato a parlare a raffica, con l' obiettivo di farmi riprendere. Quando poco poco, gli mostravo qualche turbamento sulla difficoltà di un esame, cercava sempre di spronarmi, e mi diceva che, testarda come sono, era certissimo che sarei arrivata al traguardo, come aveva fatto lui molti anni prima. Avevo addirittura pensato di invitarlo nel caso avessi fatto una festa di laurea. Solo che purtroppo la vita è imprevedibile, e qualcuno ha deciso che dopo 2 anni di ritrovata felicità, fosse giunto il momento di andarsene. Quanto ho pianto quando il fratello mi ha comunicato la cosa. E visto che lo avevo conosciuto insieme a Garghino, era insieme a lui che volevo andarlo a trovare nella sua nuova casa. Purtroppo da quando è finita con Garghino non me la sono sentita di ritornare al cimitero, anche se il mio pensiero ci sta sempre. Molte volte in questi anni avrei tanto avuto bisogno della sua voce che mi confortasse...
Poi c' era Garghino, il quale, nonostante i vari atteggiamenti che ha tenuto nel periodo in cui siamo stati insieme, che mi hanno fatto soffrire non poco, rimarrà pur sempre una persona che è stata importante per me. Mi ha fatta crescere. Ha preso la turbine bambina e l' ha aiutata a diventare più adulta, a conoscersi meglio, a renderla più consapevole di se stessa. Credo che sia stato un viaggio istruttivo per entrambi, nonostante lui avesse 7 anni più di me, e qualche storia alle spalle. Quando parlo di Garghino, mi sembra di stare a parlare di una mia vita precedente per quanto mi sembrano ormai lontani i giorni passati insieme. Credo che come simbolo della nostra storia, mi rimarrà sempre impresso nella mente, il giorno in cui è venuto a casa mentre i miei non c' erano. Abbiamo mangiato nel rustico, e poi ci siamo distesi sul divano ad abbracciarci, cullati dal frinire delle cicale e dal cinguettare degli uccellini. Un momento magico che avrei voluto non finisse mai, e che invece è durato pochissimo, visto che l' ho dovuto subito accompagnare alla stazione. Sempre gli orari dei treni incombevano tra di noi!!
E poi, l' ultima persona a cui sono legatissima più che mai, e a cui ho permesso di entrare nel mio mondo barricato, come i due precedenti, è 600 km. A volte mi ritrovo a piangere quando penso che anche lui, come gli altri due, probabilmente, per un motivo o per un altro, diventerà un ricordo per me. E' che quando mi affeziono tanto ad una persona, e le permetto di conoscermi, automaticamente spero di poterla avere accanto per sempre. E' che a volte non riesco ad accettare l' eventualità che le cose possano prendere corsi diversi da quelli che desidero. E' come se una voce dentro di me dicesse: "non ho mai fatto nulla di male, non ho mai chiesto chissà cosa... ho solo permesso a queste persone di valicare i numerosi paletti che ho eretto, e di entrarmi nel cuore, ora non si può privarmi di loro". Un po' la stessa cosa che pensavo quando ho giocato per la prima volta al supernenalotto: "ho un motivo valido per giocare. Voglio aiutare il mio amico a guarire, e magari portarlo in america e fargli fare delle cure più avanzate se esistono. Non può vincere un altro al posto mio". Peccato che la vita non è un film, come cantavano gli articolo 31 diversi anni fa, e non sempre vince chi ha buoni propositi.

 
 
 

UNA TURBINE NERVOSA

Post n°571 pubblicato il 24 Agosto 2009 da turbine_di_pensieri
 

Poi mi si viene a dire che non ci sono disparità di trattamento.
Poco fa, stavamo mangiando tutti a tavola. Ad un certo punto, mio fratello ha la brillante idea di farsi un panino con la frittata. Prende la rosetta, e la spacca in verticale:
- ma scusa è... non potevi tagliarla per orizzontale? ti entrava meglio la frittata.
- ma che cazzo voi?
- hai tagliato male.
- Io faccio come mi pare
- ma non era meglio se...
- fatti i cazzi tuoi
Al che, all' ennesimo cazzo che ho sentito, sono sbottata con un:
- ma vaffanculo!
Mia madre è subito scattata:
- turbine! Che sono queste parole. Ti stai imparando un po' troppe parolacce - come se fossi una bimbetta di 10 anni. Vista l' evidenza dei fatti, ho ribattuto:
- Scusa è. Lui che dice cazzo più volte, lo avete lasciato dire. Per un mio vaffanculo di risposta, vi lamentate? - e visto che mi stavo innervosendo, ho cominciato a prendere il mio piatto per portarlo in cucina e defilarmi.
- eccola che se ne va. Rimani qui con noi.
- certo che me ne vado. Mi fate innervosire. - mi sono alzata, e sono andata in cucina. Mio fratello non faceva altro che chiamarmi acida, con la voce di chi si diverte un mondo a vederti incavolare. Lì non ci ho visto più, visto che l' acida, ieri ha passato gran parte del suo tempo a cercare di attivare una tessera che doveva già essere attivata e che è stata fatta solo per vedere calcio. Sono ritornata di là, e visto che a mio fratello si era unito pure mio padre, ho detto:
- sono acida? Perfetto. Allora, quando hai qualche problema, invece di venire da me, vai da tuo figlio. Ma chi lo vede il calcio? Visto che io sono acida, dillo a lui di riattivare la tessera. Ma guarda un po' te, se io mi devo stare a dannare per una cosa che neanche vedo. Ci dovete pensare voi a fare ste cose.
Detto questo me ne sono andata. Mio padre è venuto poco dopo a portarmi il suo cellulare per farmi chiamare il servizio di assistenza:
- non lo voglio questo cellulare. Io non chiamo!!!
- non mi fare incazzare turbine - ha preso e se ne è andato.
A me non importa nulla. Ho posato il suo cellulare in salone. E' comodo farmi fare sempre le cose e poi non essere riconoscenti per nulla. Quel cretino, ieri, quando ha realizzato che la partita non si poteva vedere, tutto ciò che ha detto è stato:
- embè? non l' avete attivata la tessera??
Però lui mai che si interessa a queste cose. Basta che si trova la pappa pronta. Addirittura, ora deve allenarsi in piscina per un concorso pubblico ed è mio padre che va a fare i giri per vedere gli orari e l' apertura delle piscine. E quando obietto con un:
- ma scusa è, ma perchè ha qualche handicap lui? ci deve andare lui in piscina, perchè ti devi andare ad informare te?
Prima mi rispondevano che lavorava, poi, quando stava in ferie, che lui non ci pensa a ste cose. Ma che risposta è?
Poi con sto fatto che lavora, mi hanno proprio stufato, perchè anche se a volte sta a casa, con il cavolo che gli dicono di andare alla posta a pagare le bollette. Sempre io ci devo andare.
Mio fratello a 22 anni non è mai andato in banca o alla posta. Ma è normale??
Una volta, addirittura sono dovuta andare io in banca per un affare che lo riguardava.
Come quella volta che mio padre mi ha chiesto di cercare su internet un' assicurazione per la macchina di mio fratello, che lui non poteva perchè prima stava parlando su msn, poi doveva uscire.
E io sono l' idiota che alla fine le fa pure queste cose. Però basta. Mi sono stancata. Qui si sta esagerando. E io una volta sposata dovrei venire ad abitare qui sotto??
Ma io me ne vado da un' altra parte!!! Il più lontano possibile.

Si tenessero il figlio che tanto gli piace, quello che non li faceva dormire la notte perchè ogni volta tornava sempre tardi, quello che ha distrutto motorino e macchina varie volte, quello che li prende per culo e se ne frega di quello che gli dicono. Ecco, si tenessero quel figlio se tanto lo desiderano, che io forse li sto troppo a sentire per essere apprezzata.

E' come mia nonna, che quando ero piccola, aveva delle discussioni con mia cugina e gli andava bene. Io che invece facevo sempre quello che diceva lei, e che non le rispondevo mai, visto che mi era stato insegnato a portare rispetto ai più anziani, non andavo bene, perchè "non avevo carattere".
Bah. Il mondo funziona proprio al contrario.

 
 
 

AL PRONTO SOCCORSO

Post n°570 pubblicato il 24 Agosto 2009 da turbine_di_pensieri
 

Stamattina è stata una mattina davvero lunga.

Mi sono alzata dal letto con il naso completamente tappato. Avevo intenzione di soffiare un po', ma non ho fatto in tempo che è uscito il sangue. Sono andata al bagno oramai rassegnata. Ho preso il primo fazzoletto, l' ho bagnato e ho cercato di tamponare. Si è inzuppato quasi subito. Ho preso il secondo e ho fatto lo stesso procendimento. Riempito pure quello. Avevo letto su un libricino di zia che in questi casi è utile anche premere la narice contro la parete divisoria del naso. Lo ho fatto. Il risultato è stato che dopo aver tolto i fazzoletti e dopo aver smesso di premere la narice, il sangue continuava a uscire a rubinetto.

Al terzo fazzoletto che inzuppavo, ho deciso che forse avrei dovuto chiamare qualcuno. Ho chiamato papà e gli ho chiesto se poteva salire un attimo in casa. Quando è venuto ha detto di andare subito al pronto soccorso. Siamo partiti. Come capita sempre in questi casi, una volta arrivati lì, il sangue ha smesso di uscire. Mi hanno preso la pressione ed hanno detto che era a posto. MI hanno fatto un po' di domande sul tempo che durava questa storia e mi hanno mandato subito dall' otorino.
Lì, il dottore mi ha visitata ed ha detto che si era rotto un vaso e bisognava fare la "causticazione"
- cosa sarebbe?
- un piccolo intervento di bruciatura.

Me lo hanno fissato per il primo giorno disponibile, ossia il 22 settembre!! Fino a quel momento, dovrò mettere una pomata.

Speriamo che si conclude sta cosa, che davvero oggi non so quanto ne ho perso di sangue.

 
 
 

ETRURIA ECO FESTIVAL

Post n°569 pubblicato il 23 Agosto 2009 da turbine_di_pensieri
 

Ieri sera sarei dovuta ritornare a Cerveteri con mio fratello per ascoltare i Rein ed i Wogiagia. Solo che quella sòla, alle 21 ancora non era ritornato a casa dalle terme, e così, visto che mio padre insisteva per accompagnarmici lui (questo è un evento!!), ho ceduto.
Questa volta ha preso l' autostrada per evitare gli autovelox.
Quando siamo arrivati stava cantando un gruppo che non conoscevo. Poi sono seguiti i Rein che però non sono piaciuti molto a papà. Per ultimi i Wogiagia.

Appena son saliti per sistemare le cose sul palco, mentre c' era il presentatore che intervistava i cantanti dei gruppi precedenti, mio padre mi fa notare un componente del gruppo che si era piazzato proprio davanti a noi. Aveva i capelli rasta lunghissimi!!! Gli arrivavano fin sotto il sedere. Era un tipo abbastanza singolare, e questo lo rendeva molto interessante .
Ad un certo punto mi sento fulminata dal suo sguardo serio serio
Si chiama Francesco ed è il percussionista, e lo dovevate vedere all' opera. Non ha fatto altro che percuotere e saltellare per tutta la sera. Si muoveva per tutto il palco. Più lo guardavo e più mi chiedevo dove la prendessa tutta quell' energia. Mi faceva anche sorridere per le facce strane che faceva quando suonava.
Durante tutta la serata, ci siamo scambiati un bel po' di occhiate. E se all' inizio eravamo seri, canzone dopo canzone, abbiamo cominciato a sorriderci (quasi quasi inizio a seguire di più i Wogiagia  ). Che poi, a volte neanche mi rendevo conto di ballare per quanto era coinvolgente la musica.

Peccato che mio padre, si sia stufato, e quindi siamo dovuti andare via prima della fine dello spettacolo. Mi sarebbe piaciuto rimanere ancora un altro po'.

 
 
 

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Una goccia, e d' improvviso l' acqua si increspa.
Non c' è più quiete.
Tutto è alterato.
Un evento, e d' improvviso la calma interiore si spezza,
dando luogo ad un
turbine di pensieri...

 

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"Molti mi daranno dell' avventuriero e lo sono; soltanto che lo sono di un tipo differente: di quelli che rischiano la pellaccia per dimostrare le loro verità."

 
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