7 AgostoEsemboga - AnkaraNel paese deý miliardari

Post n°2 pubblicato il 08 Agosto 2005 da paoloetonino

Dalla teoria alla pratica, dall'immaginazione viva alla realta' vissuta, dalla carta alla strada: il viaggio ha avuto inizio...
La rapidita' con cui cio' e' avvenuto ci ha lasciato smarriti: appena ventiquattr'ore fa io e papa' studiavamo la mappa che da mesi pende dalle pareti della mia stanza, e gia' stamane le nostre gambe mulinanti disegnavano ombre lunghissime sulle strade dell' altopiano anatolico...
Oggi e' stato un lungo giorno. L' atterraggio alle tre del mattino ad Esemboga, modesto eroporto che agli occhi dello straniero appare piu' idoneo a una citta' di provincia che alla capitale dell' immenso stato turco; poi l'attesa dell' alba riempita dalla sistemazione di bici e sacche, scombussolate dalle maniere poco fini degli addetti aeroportuali. Ý 40 chilometri che ci portano ad Ankara sono una piacevole passeggiata compiuta in orari mattutini eppure ricchi di attivita' frenetica: i vecchi camion che ci sorpassano rumorosamente si lasciano dietro una scia puzzolente; uomini e donne in attesa degli autobus affollano i marciapiedi e non mancano di salutarci colla mano o con meno vistoso cenno della testa. Giunti alla periferia avviene un incontro insperato: due ciclisti locali ci scortano premurosamente da un meccanico di loro fiducia in grado di riparare il cambio della mia bici, danneggiatosi nel trasporto notturno. Cosi' questi, svegliato dalla telefonata dei due, apre il negozio. Sono le sette e mezza. Di domenica.
Nel tragitto uno dei due ragzzi mi spiega in un inglese poco fluido di essere un corridore. " Domenica correvo in Cappadocia. Sono andato fortissimo, giunto terzo nella classifica dei concorrenti turchi. Ma i primi dieci" conclude "sono tutti stranieri. Loro possono comprarsi le biciclette buone..."

Ankara é un puzzle variopinto, una realta' eterogenea che vive e tollera grandi contraddizioni. Esempio lampante ne é la metro: opera modernissima  di architettura e tecnologia, vede al suo interno il lavoro paziente ed antico dei lustrascarpe; e cosi' per il biglietto, che col prezzo di una lira e 25 costa piu' di un Kebab buono ed abbondante.
Ancora piu' emblematico e' un elemento di facile osservazione anche per i viaggiatori piu' distratti: la moneta. Afflitta da una inflazione spaventosa, la lira ha subito una riforma per cui al milione di un anno fa corrisponde una unita' della valuta di nuovo corso. Ma i due sistemi, almeno per il momento, continuano a coesistere. Conseguenza: pagando una lira per un attimo te' scuro ho ricevuto in resto niente meno che 4 milioni di lire. Un ottimo modo, seppure fittizio, per diventare miliardari. 

 

 
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Dove trovarcı

Post n°3 pubblicato il 08 Agosto 2005 da paoloetonino

Tra le tante meravıglıe della tecnologıa, ıl telefonıno é quella dı cuı meno rıuscıamo a fare a meno...perfıno ın Turchıa...
Il mıo numero dı telefono TURCO e' : 00905386946077.

Salem!

 
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8 AgostoAnkara - AmasraA spasso tra passato e presente... 

Post n°4 pubblicato il 08 Agosto 2005 da paoloetonino

L'autobus che ci porta ad Amasra é il primo approdo tranquillo in cui ci imbattiamo da quando abbiamo lasciato l'Ýtalia. L' atmosfera rilassata ci consente di dormire per due delle cinque ore previste per raggiungere la localita' sul Mar Nero, da cui domani ripartiremo in bicicletta.

Ankara ci ha lasciato un senso di incompiutezza, come di una opera faraonica lasciata a meta': tra i  viali a sei corsie e i grattacieli di vetro continua a sopravvivere un tessuto urbano dai confini sbiaditi, un misto di antico e moderno che a fatica riesco a definire...
Lo stile di guida perverso dei tassisti e degli autisti ha reso la nostra escursione una cittadina un vero inferno; ma ad esso, come per una non scritta legge di compensazione, si contrappone la gentilezza iperbolica dei commercianti, capaci di abbandonare il negozio per scortarci da un loro concorrente meglio fornito. Nei vicoli che portano al nostro albergo, vera Babilonia di luci e rumori, al canto antico dei Muezzin fanno eco le urla smodate dei venditori ambulanti.

To be continued...  

 
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