Creato da vacanze_romane_2007 il 26/08/2007
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TRE POESIE

Post n°3 pubblicato il 27 Agosto 2007 da vacanze_romane_2007
 

LA GRATITUDINE

Mentre magnavo un pollo, er Cane e er Gatto pareva ch'aspettassero la mossa dell'ossa che cascaveno ner piatto. E io, da bon padrone, facevo la porzione, a ognuno la metà: un po' per uno, senza particolarità. Appena er piatto mio restò pulito er Gatto se squajò. Dico: -- E che fai? -- Eh, -- dice -- me ne vado, capirai, ho visto ch'hai finito... -- Er Cane invece me sartava al collo riconoscente come li cristiani e me leccava come un francobbollo. -- Oh! Bravo! -- dissi -- Armeno tu rimani! -- Lui me rispose: -- Si, perché domani magnerai certamente un antro pollo!

FELICITA'

C'è un'ape che se posa su un bottone de rosa: lo succhia e se ne va... Tutto sommato, la felicità è una piccola cosa.

                                                L’UGUAGLIANZA

Fissato ne l'idea de l'uguajanza

un Gallo scrisse all'Aquila: - Compagna,

siccome te ne stai su la montagna

bisogna che abbolimo 'sta distanza:

perché nun è né giusto né civile

ch'io stia fra la monnezza d'un cortile,

ma sarebbe più commodo e più bello

de vive ner medesimo livello.-

 

L'Aquila je rispose: - Caro mio,

accetto volentieri la proposta:

volemo fa' amicizzia? So' disposta:

ma nun pretenne che m'abbassi io.

Se te senti la forza necessaria

spalanca l'ale e viettene per aria:

se nun t'abbasta l'anima de fallo

io seguito a fa' l'Aquila e tu er Gallo.

 
 
 

...in costruzione...

Post n°2 pubblicato il 26 Agosto 2007 da vacanze_romane_2007
 

lo so che è la parte più importante....ma vedrete che vi stupirò con effetti più che speciali...sto organizzando il tutto...un pò di pazienza su ^_^ ...

 
 
 

la porta magica

Post n°1 pubblicato il 26 Agosto 2007 da vacanze_romane_2007
 
Foto di vacanze_romane_2007

    In pieno centro di Roma, in un angolo di Piazza Vittorio tra bancarelle e profondo degrado, c’è una delle testimonianze alchemiche forse più importanti al mondo.
Si tratta  della "Porta Magica" meglio conosciuta come "Porta Alchemica".
    Una porta con strani segni e raffigurazioni e con ai fianchi due statue raffiguranti BES divinità egizia della notte e che presiede al divertimento alla virilità e alla riproduzione.

    È situata al centro del quartiere Esquilino dove prima sorgeva villa Palombara di cui ora rimane ben poco e fu proprio il marchese Massimiliano di Palombara a far erigere codesta porta, un vero monumento all’alchimia.
    La porta era l' entrata ai cosiddetti "horti" e fu costruita verso la fine del '600.
Con la distruzione di villa Palombara fu ricollocata dove dopo tre secoli è ancora  a testimonianza del passato.
    La sensazione che si prova a stare davanti alla porta è strana, quasi misteriosa, le grate che sono state posizionate per proteggerla dagli atti vandalici o dal degrado che la circonda, non si notano, la sensazione è magica.
    Massimiliano Palombara, marchese di Pietraforte, insieme a vari esponenti di un piccolo gruppo culturale dell’epoca, era affascinato dalle scienze esoteriche, e ne praticava egli stesso.
La sua posizione sociale nonchè un congruo patrimonio, gli permettevano di finanziare progetti alchemici e alchimisti.
    Agli incontri che si tenevano nella sua villa, prendevano parte importanti personaggi che condividevano con lui l’interessa per le arti occulte: ricordiamo la regina Cristina di Svezia, che visse a Roma dopo aver abdicato, l’astronomo Domenico Cassini, l'illustre studioso Padre Athanasius Kircher, ed altri.
    Alcune cronache dell'epoca davano il Marchese come facente parte dell’ordine dei RosaCroce fondato nel 1407 dal fantomatico occultista tedesco Christian Rosenkreuz
    L'ordine, estinto nel 1500, fu rifondato agli inizi del XVII secolo.
La dottrina dei RosaCroce copriva svariati campi scientifici, le sue pratiche però, erano sempre avvolte dal misticismo, ed erano basate sul concetto che solo gli iniziati potevano avere accesso ai segreti di tali conoscenze, in ciò precorrendo la moderna massoneria.
    Villa Palombara era provvista di una piccola dependance separata, adibita quasi sicuramente a laboratorio, dove si svolgevano segretamente gli incontri e gli esperimenti alchemici, come parte di un rituale.
    Si racconta che il Marchese un giorno, conobbe Giuseppe Francesco Borri, mago e taumaturgo che divenne mendicante dopo essere stato scacciato dal collegio dei Gesuiti perché interessato alle pratiche occulte.
Avvicinandolo incuriosito, il Marchese chiese cosa ci facesse e cosa stesse cercando nei suoi "horti".  
Il mendicante rispose che stava cercando delle erbe per creare il nobile metallo.  
A tali parole il Marchese lo ammise agli esperimenti del laboratorio; la mattina seguente entrando nello stesso trovò sul bancone da lavoro alcune pergamene dai simboli alchemici e qualche pagliuzza d’oro ma del mendicante neanche l’ombra.
Un'altra versione smentisce la leggenda del mendicante, attribuendo alla porta vero senso ermetico e un valore più spirituale. 

 
 
 
 
 

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