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I lavoratori italiani hanno troppe pretese


Per uscire dalla crisi i lavoratori italiani dovrebbero abbassare le loro pretese. Sono troppo tutelati, troppo coccolati: il posto fisso, lo stipendio tutti i mesi, le colleghe in minigonna, il lavoro per un numero limitato di ore settimanali. Tutte queste tutele sono un limite alla crescita. Se solo si adeguassero a lavorare senza stipendio, se si accontentassero di un vitto povero ma sano, pane e acqua per esempio, se accettassero di non avere un orario di lavoro fisso e lavorassero fino a quando riescono a rimanere in piedi allora sì che l'Italia uscirebbe dalla crisi. Ma fino a quando ci saranno questi maledetti sindacati non possiamo pretendere che lo spread diminuisca. Pensate ai poveri speculatori che non riescono a guadagnare abbastanza. Loro non sono cattivi, sono semplicemente malati, hanno bisogno di giocare d'azzardo nelle varie borse, hanno una vera e propria dipendenza. Basta con il demonizzare questi poveri speculatori solo perché non riescono a sopravvivere con qualche milione di euro all'anno. E' colpa loro se hanno vizi troppo costosi? La colpa vera è dei lavoratori che dopo appena 40 anni di lavoro vorrebbero già andare in pensione...e vorrebbero anche la liquidazione con la scusa di averla messa da parte...ma quale liquidazione che tanto sono pochi spiccioli e non se ne fanno niente...meglio che continuino a lavorare e mantenersi occupati, così non pensano...il problema oggi è che pensano troppo...altrimenti questa fottuta mania dei diritti non sarebbe mai venuta fuori. I lavoratori italiani dovrebbero avere un solo diritto, quello ricordato in tutti i polizieschi americani: il diritto di rimanere in silenzio!