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Darò il mio caffè in beneficenza


Ultimamente rimango infastidito dalle persone che chiedono l'elemosina. No, non dal fatto che chiedano l'elemosina, dal fatto che esista qualcuno che sia costretto a chiedere l'elemosina. La cosa mi fa star male, sento una strana sensazione dentro, come se il cuore mi si stringesse. Mi rattristo e mi chiedo come mai la nostra società debba essere così ingiusta. Qualcuno si nasconde dietro al fatto che magari chi chiede l'elemosina non ha realmente bisogno, si illude che sia più ricco di noi e che abbia trovato soltanto un furbo espediente per vivere. Sono sono degli alibi che ci creiamo per non guardare in faccia il tipo di società che abbiamo creato. Penso a quante cose sono superflue per me e quanto sarebbero importanti per loro. Penso al caffé che prendo ogni giorno al bar o alla macchinetta: spendo circa un euro al giorno. Se evito di prendere il caffé la mia vita non cambia, posso prendere un caffé in meno e regalare quell'euro a quelle persone che incontro per la strada e che si umiliano per qualche spicciolo. Certo la norma evangelica vuole che quello che fa la sinistra la destra non lo debba sapere, che la carità debba essere praticata nell'anonimato e sono d'accordo...ma fino ad un certo punto, visto che alcuni comportamenti possono anche essere presi ad esempio. Beh ho deciso di devolvere il mio caffé in beneficenza, la mia vita non cambierà, ma se molte persone daranno il loro caffé in beneficenza forse cambierà la vita di tante altre persone che hanno bisogno di aiuto. In fin dei conti se ci fossero tante persone che fanno l'elemosina nell'anonimato non vi dovrebbe essere tutta la povertà che c'è, forse c'è bisogno di qualcosa di più. O forse c'è bisogno di poco, di un euro al giorno, a chi lo chiede. Ciò che per noi è superfluo per qualcun altro potrebbe essere indispensabile. Pensiamoci tutti, diamo i nostri caffé in beneficenza.