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Post N° 110


Ricordo bene la mia adolescenza, non è stato un periodo felice, è stato un periodo intenso, pieno di aspettative. Aspettative destinate ad infrangersi nel muro realtà in pochi anni. Da allora è passata un'altra vita, più che passata, a volte mi viene da pensare che sia scivolata via e che io non sia riuscito a trattenerla. Mi chiedo quante altre vite scivolino via in silenzio, senza che i proprietari se ne accorgano, quanti si ritrovino ad una certa età a guardarsi nello specchio cercando di capire come sono diventati quell'immagine sbiadita che li osserva da un universo capovolto. Quante storie in questi anni mi hanno visto protagonista, comparsa o semplice spettatore? Quante vite si sono intrecciate alla mia per poi sciogliersi senza un significato ben preciso? A volte penso che avrei dovuto inchiodare ogni momento, focalizzarlo, perché non mi sfuggisse, perché mi lasciasse vivo il suo insegnamento. Da due giorni ho iniziato a scrivere un diario, di quelli veri, non virtuali destinati a tutti, di quelli in cui si cerca di essere sinceri fino in fondo anche con sé stessi. Non è facile, le bugie peggiori sono quelle che si raccontano a sé stessi, sono le peggiori perché subito dopo cercano di convincerci di essere realtà. Spero che mi aiuti a capire chi sono, perché vorrei avere motivazioni veramente altruistiche, vorrei essere una brava persona, ma a volte per essere una brava persona devo lottare con me stesso, con i miei demoni, con i miei egoismi. Scrivere il diario mi servirà anche ad illudermi che la mia vita non scivoli via, ad illudermi di poterla in qualche modo imprigionare in un documento di word, di poterla rivivere ogniqualvolta lo legga. Magari mi aiuterà a vivere senza costruire rimpianti.