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Abbiamo fatto il sessantotto


"Noi abbiamo fatto il sessantotto" l'ho sentito anche oggi, lo sento spesso da rappresentanti della generazione precedente. Oggi hanno sessant'anni o quasi, ieri si battevano contro i privilegi, oggi molti di loro li difendono, non lo fanno in malafede, forse qualche ex sessantottino non si rende neanche conto di godere di privilegi. Mi piacerebbe che guardassero tutti il film "Tutta la vita davanti", qualcuno potrebbe rendersi conto del mondo che ci è stato lasciato in eredità. Non voglio essere troppo polemico, in quegli anni sicuramente esistevano giovani con ideali, giovani che hanno contribuito a cambiare il mondo. Però nessuno può permettersi di dire a noi che non abbiamo ideali, che non facciamo niente per cambiare le cose, perché il punto non è questo. Molti giovani di oggi sono troppo educati, hanno rispetto degli altri, chiedono giustizia ma lo fanno a bassa voce e forse alcune richieste legittime non vengono udite o, più probabilmente, qualcuno fa finta di non sentire. In Italia la precarietà è diventata la regola, ma questo, evidentemente, non serve a risanare i conti pubblici che sono ancora allo sfascio, siamo imbrigliati in un sistema clientelare, diviso in caste, in cui ogni piccola lobby si batte ferocemente per difendere i propri privilegi. Mi rivolgo agli ex sessantottini: se non siete ciechi, o troppo egoisti, allora aprite gli occhi e dateci una mano, perché viviamo nello stesso mondo, perché siamo i vostri figli i vostri nipoti, il vostro futuro e se non potete aiutarci perché avete perso lo slancio, la forza, gli stimoli, allora fatevi da parte, lasciate che il timone di questo paese passi a noi, perché già da troppi anni sta andando alla deriva ed è ora di tornare sulla giusta rotta.