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Travaglio, il giornalismo e i mafiosi


E' uno strano paese il nostro, nel quale se un politico ha amicizie mafiose, conosciute da tutti, fa carriera, se un giornalista lo racconta viene messo sotto inchiesta. E' uno strano paese il nostro in cui si può scrivere tutto, tanto nessuno legge, ma non lo si può ripetere in televisione, perché, si sa, è quello l'unico media che conta. Così Travaglio viene messo alla gogna per aver ripetuto in televisione quello che da anni racconta nei suoi libri, attraverso inchieste serissime, con dati e riferimenti precisi, riportando le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche. Ricordo che Travaglio parlava della scomparsa dei fatti, aveva ragione: non importa quello che i politici italiani fanno, vengono comunque rieletti. La nostra è una strana democrazia persino se paragonata a quella statunitense, vi ricordate Clinton? Che fu costretto a dimettersi per una "fellatio", gli italiani subiscono da anni altre tipologie di rapporti sessuali e tutti rimangono al proprio posto. Clinton si dimise per una presunta immoralità che niente aveva a che fare con la politica, ma i nostri politici corrotti rimangono al proprio posto anche dopo che sono stati condannati dalla magistratura. Io continuo a scrivere, come tutti i bloggers, ma ho paura, ho paura che potrebbe arrivare il tempo in cui neanche noi potremo esprimere in questo modo i nostri pensieri...