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Qualcosa su Feltri da "Carta Canta!


"Feltri se ne va, Feltri resta. Ovvero: esce dalla porta, rientra dalla finestra... Più maliziosamente: un colpo da maestro di un giornalista che sa gestire bene non solo la testata che dirige, ma anche i suoi conti personali. E la sua qualità della vita. Visto che il nuovo status gli renderà più agevole il dedicarsi alle passioni extraprofessionali: i cavalli, innanzitutto. Sono passate da poco le 15 quando le agenzie di stampa annunciano che Vittorio Feltri 'si è dimesso'. Pochi minuti dopo, la precisazione: va in pensione, ma rimarrà direttore del Giornale, avendo firmato con la società editrice un rapporto di consulenza: 'I poteri del direttore ai sensi dell'articolo 6 verranno assunti per il momento da Gian Galeazzo Biazzi Vergani, presidente della stessa S. e. e'. Dunque, un'uscita squisitamente 'tecnica'. Che consentirà a Feltri di assicurarsi la pensione (secondo indiscrezioni, ammonterebbe a 12 - 13 milioni mensili), mettendola al riparo da possibili revisioni dello Stato sociale. Il piano d'azione è stato studiato nei dettagli. Dal primo maggio e per tre mesi il 'Giornalè verrà firmato da Biazzi Vergani, in attesa che la pratica vada burocraticamente a buon fine. Poi, con la pensione 'in cassaforte', Feltri deciderà con quale formula definire stabilmente il rapporto con l'editore" (Corriere della Sera, 29 aprile 1997) "Vado in pensione, ma continuo a fare il direttore. D'ora in poi mi occuperò solo delle cose più importanti: la linea politico - editoriale, la scrittura, la visione dei testi e dei titoli... L'organizzazione del lavoro, le promozioni dei redattori, le ferie, gli orari, le varie rogne insomma, le lascio a un collega. Non vi sembra bello? ... [L'idea] La covavo da un po' di tempo, quando ho capito che potevo realizzarla sono passato ai fatti. Da un consulente del lavoro mi sono fatto ricostruire la carriera, attraverso i miei 38 anni di contribuzione, e così a 53 anni d'età, avendone diritto, chiudo con l'Inpgi. Se fosse per me, mi dimetterei anche dall'Ordine dei giornalisti. Purtroppo, non mi è consentito'. Nessun contrasto con il suo editore? 'Neanche per sogno. Tutto continua a filare liscio. Ripeto: è solo una questione personale. Ho voluto decidere io quando andare in pensione, non lasciarlo fare a Prodi. Magari ritrovandomi con qualche sgradevole sorpresa" (Vittorio Feltri, Corriere della Sera, 29 aprile 1997) "Vittorio Feltri, 56 anni, giornalista-editore, ex direttore di 'Europeo', 'Indipendentè e 'Giornale'. Pensione Inps (dal maggio 1997): 13 mensilità da 408.050 lire. Pensione Inpgi (dal maggio 1997): 14 mensilità da 24.465.170 lire" ('L'Espresso', 13 agosto 1999).