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Soldati in città


Il Financial Time critica duramente il provvedimento del Governo italiano. Riporto un articolo tratto da Virgilio:Roma, 5 ago. (Apcom) - Fra i numerosissimi articoli che la stampa internazionale dedica alla discesa dei soldati nelle strade d'Italia - quasi tutti su un tono di stretta cronaca - spicca il commento pubblicato dal Financial Times, eloquente dal titolo: "l'Italia dura contro la criminalità ma dimentica la corruzione". E l'editorialista Guy Dinmore attacca fin dal primo paragrafo: Berlusconi è tornato al potere "interpretando brillantemente l'umore del paese, cioè il prevalere di un senso di insicurezza" rispetto al benessere economico e fisico. E così, "ieri l'esercito ha mandato tremila soldati a pattugliare le città ed è stata dichiarata un'emergenza nazionale per gestire le centinaia di emigranti che arrivano sulle spiagge italiane". Inoltre si citano "il censimento e la presa di impronte digitali dei nomadi stranieri. Molti saranno espulsi". Ma c'è qualcosa che non va secondo il FT. Le statistiche (ingannevoli?) di Onu e Ue sostengono che i cittadini romani vivono più sicuri di quelli di Londra, Copenaghen o Amsterdam; però "come ogni politico sa, è la percezione che conta". D'altra parte in tema di corruzione l'Italia si segnala fra i paesi più colpiti: è al numero 40 sull'indice di corruzione globale di Transparency International, fra i 15 paesi Ue 'fondatori', solo la Grecia fa peggio. Nota il FT che "combattere la corruzione non era fra le priorità della campagna elettorale". "Su questo fronte" aggiunge "i due atti più notevoli del governo Berlusconi sono stati una legge che dà l'immunità a lui stesso e altri tre alte cariche dello Stato, e lo scioglimento dell'alto commissariato contro la corruzione", intervenuto per decreto legge e che avrà effetto a partire dal 25 agosto. Il governo "sostiene che la commissione era piccola e inefficiente e il suo lavoro sarà assorbito da altri ministeri". La decisione è stata criticata aspramente da Drago Kos, a capo del GRECO, il gruppo di Stati contro la corruzione nel Consiglio d'Europa secondo cui si torna "a una situazione in cui manca la volontà politica". Ma, dice FT, "ci si chiede se il ministero della pubblica amministrazione sia il più adatto a combattere la corruzione nella pubblica amministrazione" e afferma, "le sue indagini nel settore sanitario, grossa fonte di reddito per la mafia, hanno prodotto potenti nemici. In Calabria, probabilmente la regione più corrotta, il procuratore anti mafia (di sinistra) Salvatore Boemi è stato rimosso. Due delle sue indagini riguardavano senatori della maggioranza". Non che l'opposizione sia risparmiata dal flagello, dice Financial Times ricordando i casi di Abruzzo e Campania, "due casi che coinvolgono i capi del governo regionale, uno nel settore sanitario l'altro nella gestione dei rifiuti. I due uomini si dicono innocenti". Ma "in questo caso, il governo afferma che la giustizia deve fare il suo corso".