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BONUS FAMIGLIA: TUTTE LE ISTRUZIONI!!

Post n°78 pubblicato il 05 Dicembre 2008 da sosfamiglienumerose
 
Tag: notizie

 Si chiama “bonus famiglia”, ma se immaginiamo la classica coppia con uno o due
figli, saranno proprio loro quelli che meno potranno accedere allo sconto
fiscale previsto dal governo per aiutarli a sopportare la crisi in corso.
Lo
dice la proiezione del Caf Acli, realizzata su un campione di circa 169 mila
famiglie.
I favoriti saranno, invece, i pensionati soli, e in seconda
battuta le coppie senza prole. Una vera contraddizione, insomma.
Penalizzate le famiglie con uno o due figli
Famiglia con 2 persone:
limite reddito 17.000 euro. Bonus erogato 300 euro
Famiglia con 3 persone:
limite reddito 17.000 euro. Bonus erogato 450 euro
Famiglia con 4 persone:
limite reddito 20.000 euro. Bonus erogato 500 euro
Famiglia con 5 persone:
limite reddito 22.000 euro. Bonus erogato 600 euro
Famiglia con più di 5
persone: limite reddito 22.000 euro. Bonus erogato 1.000 euro
Famiglia con a
carico un handicappato: limite 35.000 euro. Bonus: 1.000 euro

A spiegarci
il perché della penalizzazione è Paolo Conti, direttore nazionale dei Caf delle
Acli, i centri di assistenza fiscale per lavoratori dipendenti e pensionati.

“Se si pensa che il limite di reddito di 17.000 euro, con cui appena si
sopravvive, vale tanto per le coppie sole quanto quelle con un figlio, si ha già
il sentore che qualcosa non vada. E ancora, se consideriamo che con 3.000 euro
in più si dovrebbe mantenere un secondo bambino, evidentemente lo sbarramento di
reddito che ci troviamo di fronte è un parametro troppo limitativo”.
Secondo
l'indagine dell'Acli, infatti, se nei nuclei familiari di due persone ha diritto
al bonus il 55,36% del campione, nelle famiglie a 3 o a 4 la percentuale scende
a circa il 31%. In altre parole, solo 3 famiglie su 10 avranno accesso ai 450 o
ai 500 euro previsti.
17.000 euro in due?
Rientra a malapena un bidello Ma vediamo qualche
esempioconcreto. Il direttore Caf Acli ci spiega che sui 15.000 euro annui si
aggira il reddito di un bidello neo-assunto, o lo stipendio di un
metalmettanico, sempre alle prime armi. “Basterebbe che la moglie avesse un
reddito minimo, magari i 7.000 euro di un'infermiera part-time, per non
rientrare più nella fascia prevista dal bonus”.
 Meglio oltre le 5 persone
Famiglie praticamente fuori dai giochi? “Va
meglio per i nuclei molto numerosi”, dice Paolo Conti, “con 5 o più componenti,
ma si deve tenere conto che sono poche le famiglie di questo tipo in
Italia”.
I pensionati soli sono i più avvantaggiati
Diverso il discorso per i
pensionati soli, che - secondo le Acli - saranno la categoria più favorita, con
il 74% del campione che rientra nei parametri del bonus. “Se si pensa che in
Italia la pensione media dei lavoratori dipendenti è di 9.000 euro, è chiaro
come questa categoria sarà la più soddisfatta; mentre se i pensionati si
considerano in coppia, la percentuale scende”.

Chi ha diritto: come calcolare il reddito familiare complessivo
Se
pensate, nonostante il quadro non proprio ottimista, di poter rientrare tra gli
8 milioni di italiani a cui il governo ha calcolato verrà erogato il bonus, vi
ricordiamo che potranno averne diritto i lavoratori dipendenti con famiglia
(minimo due persone), i pensionati (anche soli) e i non autosufficienti; e anche
una quarta categoria di colf, badanti e disoccupati. Mentre ne rimarranno
esclusi i lavoratori autonomi, piccoli imprenditori e professionisti, in pratica
tutti coloro che sono in possesso di partita Iva.
Se poi vi state chiedendo
come fare a capire se il vostro reddito rientra nel limite per poter fare
domanda, sappiate che il reddito familiare complessivo si calcola con la somma
dei redditi complessivi di tutto il nucleo, sensibilmente superiore
all'imponibile Irpef a cui si sottraggono gli oneri deducibili.
“Prendendo
come esempio una coppia di lavoratori dipendenti, il loro reddito complessivo
sarà la somma dei due moduli Cud (i redditi da lavoro lordo), a cui vanno
aggiunte eventuali rendite catastali e immobiliari. Mentre se prendiamo in esame
una famiglia composta da una madre divorziata, al reddito da lavoro va aggiunto
l'eventuale assegno di mantenimento (escluso quello per il figlio), che invece
si sottrae nell'imponibile irpef dal reddito complessivo”, ci dice Paolo
Conti.

A chi presentare la domanda
Una volta accertato che si rientra nelle
fasce per il bonus famiglia, il passo successivo è presentare la domanda. Che
per tutti i lavoratori dipendenti va consegnata al proprio datore di lavoro, per
i pensionati all'Inps o all'Ente erogatore della pensione, mentre colf, badanti
e disoccupati dovranno farne richiesta all'Agenzia delle Entrate.
Per i disoccupati più di una possibilità
Per i disoccupati,
specifichiamo che nel caso si percepisca un assegno dalla cassa integrazione
(Inps per i dipendenti), è all'istituto di previdenza che andrà presentata la
domanda; mentre se il reddito non supera i 2.840 euro lordi, si può rientrare
ancora nella famiglia d'origine, e se il reddito complessivo della famiglia
rientra nei limiti, avere diritto al bonus.
I tempi della richiesta e la ricezione del bonus
Per la domanda si può
fare riferimento tanto al reddito del 2007 quanto quello del 2008, eventualmente
peggiorato con l'avanzare della crisi, ma - a seconda della scelta e della
categoria in cui si rientra - cambieranno i tempi di presentazione della
richiesta.
Nel primo caso (reddito 2007), se si è pensionati o dipendenti, la
domanda va fatta entro il 31 gennaio 2008; mentre se il soggetto di riferimento
è l'Agenzia delle Entrate, si avrà la possibilità di procedere per via
telematica entro il 31 marzo 2009.
Reddito 2008? Altri tempi. E ancora, se ad
erogare il bonus sarà l'Agenzia delle Entrate, si avrà tempo fino al 30 giugno
2009, mentre negli altri casi lo scadenza è fissata per il 31 marzo
2009.
A quando i soldi?
I rischi di aspettare 3 mesi o prendere solo una parte dei
soldi
Ci siamo. Siamo arrivati all'ultimo passaggio. Ora non ci resta che
aspettare il bonus, che arriverà a distanza di un mese dalla presentazione della
richiesta, se si tratta di dipendenti; due nel caso di pensionati.
Ma una
domanda a questo punto ce la siamo posti. Per i lavoratori - come si sa -  i
soldi saranno erogati dal datore di lavoro (e poi rimborsati dallo Stato), in
base ai contributi e il monte delle ritenute disponibili. In altre parole, c'è
il rischio che l'azienda non abbia la liquidità necessaria per il bonus.
Che
succede in questi casi? Paolo Conti, direttore nazionale Caf Acli, ci risponde
che il rischio è da escludere per l'Inps, ma possono esserci casi, anche se non
frequenti, per chi lavora in piccole aziende, con due o tre dipendenti. “In
questo caso il bonus verrà erogato in base alla presentazione della domanda
nell'azienda, e se non ci fosse una cifra sufficiente, il lavoratore potrà
ricevere un bonus parziale, o aspettare fino al mese successivo. I soldi
arriveranno comunque, bisognerà solo aspettare un po' di più”.

 
 
 
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