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La Francia del terzo figlio. È il Paese con la natalità più alta d'Europa

Post n°361 pubblicato il 29 Marzo 2009 da sosfamiglienumerose
 
Tag: notizie

fonte  Stefano Montefiori - Il Corriere della Sera
PARIGI — Per assicurare il doveroso benessere agli otto figliPhilothée, Bérénice, Thaïs, Amédée, Eulalie, Faustine, Jérôme-Aristidee Angélico, il ministro dell'economia francese Hervé Gaymard tre annifa si fece dare dallo Stato due piani di un palazzo vicino agli ChampsElysées, 600 metri quadrati a 14 mila euro di affitto al mese.

Cirimise il posto, dopo soli tre mesi. Molti anni prima, un sarto diAvignone con la frustrazione di non essere diventato cantante fece 14figli nella speranza di produrne almeno uno intonato, e nacque lasimil-Piaf dal caschetto nero Mireille Mathieu.

Il colonnelloJacques Royal in nove anni generò 8 tra bambini e bambine (tra le qualiSégolène Royal), dichiarando però secondo la leggenda di avere «solocinque figli» (i maschi, ndr). Il trauma di un padre maschilista non hafermato la leader socialista, che ha poi avuto quattro figli daFrançois Hollande.

Le famiglie numerose in Francia sono unatradizione, e avere tanti figli è tornato di moda e chic, un po' comelasciare le città per trovare pace in campagna. Ma a parte politici,cantanti, e famiglie facoltose attente agli stili di vita, molti altrifondano la loro scelta anche sulla sicurezza di avere uno Stato che dasempre ha per loro un occhio di riguardo.
La più alta natalità
Datempo la categoria delle famiglie numerose è cambiata, e comprendeufficialmente nuclei che prima erano la norma, composti da soli trefigli.

In totale le famiglie con almeno tre bambinicontribuiscono in modo decisivo a fare della Francia il Paese con lapiù alta natalità in Europa (1,98 figli per donna secondo i dati 2007),assieme all'Irlanda. L'Italia, il cui indice si ferma a 1,3, sarebbe acrescita zero se non ci fossero gli immigrati a bilanciare un quadro dipochi bambini, spesso figli unici. Sulle famiglie numerose il nostroPaese è lontanissimo: le donne nate nel 1960 con più di tre figli sonosolo il 12,6 per cento del totale, contro il 23,6 per cento dellefrancesi.


Proprio per questo, una mossa del presidenteNicolas Sarkozy che è stata quasi ignorata all'estero, ma che tuttorain Francia fa discutere contribuendo a farlo precipitare nei sondaggi,è stata il tentativo di abolire la «carta per famiglie numerose dellaSncf (le ferrovie francesi, ndr)». Istituita nel 1921, la carta Sncf èil simbolo più evidente di una politica famigliare che accompagna laRepubblica francese dalla sua nascita. Non ha niente a che vedere conle carte di fedeltà e le altre iniziative di marketing promosse dallaSncf: la carta «famiglie numerose» è un diritto garantito dallo Stato.

Finoa qualche anno fa, in Italia, parlare di incentivi alla natalitàsuscitava, soprattutto a sinistra, riflessi negativi, ricordi dellamussoliniana triade «Dio, Patria e Famiglia» e delle discriminazioniusate nel Ventennio contro i celibi. In Francia, invece, giàdall'inizio del secolo scorso socialisti e cattolici sociali si sonotrovati subito d'accordo nel mettere ai margini l'argomento liberale(no all'intrusione dello Stato in affari così privati). La correnteilluminista e laica si è fatta «natalista», auspicando un aumento dellafecondità per colmare lo storico deficit demografico di un Paese vastoe poco popolato; la corrente cattolica, tutrice dei valoritradizionali, in Parlamento ha appoggiato le stesse misure per ragionimorali, per rafforzare il ruolo della famiglia «cellula base dellasocietà».

Ecco perché la tentata abolizione della carta«famiglie numerose» della Sncf, francese quanto la baguette e la TourEiffel, ha scatenato reazioni dure ed emotive. Le ferrovie, fortidell'enorme successo dei Tgv, nel 2007 hanno portato a casa oltre unmiliardo di euro di profitti. Eppure, il governo Fillon ha individuatoproprio nelle tariffe sociali della Sncf un bersaglio per togliere 70milioni di euro dal budget dello Stato. François Fondard, potentepresidente dell'Unaf (Unione nazionale delle associazioni famigliari),ha subito chiarito che «è fuori questioni fare economie sulle spalledelle famiglie». I sindacati, i verdi e la sinistra hanno accusato ilgoverno di pensare, come al solito, solo ai ricchi. JeanFrançois Copé,presidente della maggioranza Ump all'assemblea nazionale, ha accentuatola sua indipendenza e crescente rivalità con Sarkozy dichiarandosiapertamente ostile alla riforma.

Alla fine, il presidente dellaRepubblica e il suo governo si sono dovuti piegare. La carta Sncf èstata riconfermata, per l'esultanza di Fondard, che uscendo dall'Eliseoha gridato ai giornalisti: «Almeno per dieci anni la carta non sitocca! ». Non solo. Riservata fino ad allora alle famiglie con almenotre bambini, presto sarà allargata alle famiglie monoparentali e ainuclei a basso reddito con due figli. Le riduzioni sulle tariffeferroviarie sono importanti: al costo di 18 euro per tre anni, lefamiglie con tre bambini godono di uno sconto del 30%, quelle conquattro del 40%, con cinque del 50%. A partire da sei bambini, 75% disconto.

A Parigi poi i titolari della carta pagano metà prezzosu metropolitana, Rer, autobus. La carta Sncf dà diritto (dal 1930) ariduzioni nei musei pubblici, e dal 2006 a sconti in decine di esercizicommerciali, dai supermercati Auchan ai concessionari Fiat, daimagazzini Printemps al Parco di divertimenti Asterix. Oggi possiedonola carta 650 mila famiglie. Con tutta la pubblicità sollevata dal casoil numero potrebbe salire di molto e Sarkozy potrebbe avere ottenutol'effetto opposto (cioè l'aumento delle spese) rispetto a quantosperato.

Al di là del valore soprattutto simbolico della cartaSncf, le famiglie numerose francesi sono aiutate dallo Stato con treinterventi fondamentali. 1) Le allocazioni famigliari: nel 2008, igenitori di due figli ottengono 120,32 euro al mese, che passano a274,47 per chi ne ha tre, con 154,15 euro supplementari per ognuno deifigli successivi. Questi contributi aumentano con l'età dei bambini. Apartire da 11 anni, l'incremento è di 33,84 euro al mese per figlio; apartire da 16 anni, passa a 60,16 euro. 2) I sostegni alle famiglie conpiù di tre bambini che hanno redditi modesti; 3) La pressione fiscalecala sensibilmente a partire dal terzo figlio, e permette a famiglie abasso reddito di evitarla completamente.

La diffusione degliasili nido e il servizio di tate a domicilio pagato dallo Stato hapermesso a un numero sempre maggiore di donne di evitare il diktat «olavoro o figli». Tuttavia, secondo un recente studio dell'istitutodemografico Ined, restano alcune tendenze consolidate: le donne che nonlavorano fanno più spesso un terzo figlio rispetto a quelle attive; leoperaie e le agricoltrici hanno almeno un terzo figlio più spesso delledonne che esercitano una professione liberale, sono quadri o dirigenti.Gli aiuti dello Stato servono, ma alla classe medio-alta non bastano.

 
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