La Storia è sempre stata strana, a partire dall’autore, pilota, quando pilota non voleva dire quello che significa oggi. Un po’ come lo scalatore di vette altissime. Antoine de Saint Exupery è stato una delle ultime figure romantiche del volo, prima del superuomo cosmonauta, dopo i pionieri. Se n’erano perse le tracce durante la seconda guerra mondiale, quando si pensava fosse stato abbattuto mentre pilotava un caccia P-38 Lightning americano. Se ricordate, nel 2008 venne ritrovato il relitto dell’aereo nel mare antistante Marsiglia. Sembrava fosse suo, ma la conferma non arrivò pienamente in quanto l’aereo era armato di mitragliatrici, mentre lui pilotava un ricognitore con macchine fotografiche. Il mistero continuò ancora nonostante l’ufficialità della scoperta. E poi il corpo non venne ritrovato.Ma è di questi giorni la notizia del ritrovamento di un paio di pagine inedite del “Piccolo principe”, il suo leggendario capolavoro, la storia di un bambino che vive sull’asteroide B612, insieme ad una piccola rosa e dei suoi incontri con gli strani abitanti di altri piccoli pianeti. Un libro che va letto da adulti, o almeno così ho fatto io, per riportarci nel mondo di una volta, ingenuo, quello dell’infanzia e delle domande innocenti, dei percorsi mentali semplici.Per chi è stato assorbito dai dialoghi di quelle pagine acquerellate (disegnate dallo stesso autore), non si possono dimenticare i piccoli capitoli che parlano della pecora da disegnare, dei baobab che crescono e soffocano il piccolo pianeta, del ricco signor Cremisi che ripeteva di essere una persona seria, dell’ubriacone, dell’uomo d’affari che contava le stelle, del lampionaio e del geografo. Ora in quelle due pagine nuove si affaccia l’ambasciatore dello spirito umano, prima persona che incontra sulla Terra quando la visita.
Le pagine ritrovate del Piccolo Principe
La Storia è sempre stata strana, a partire dall’autore, pilota, quando pilota non voleva dire quello che significa oggi. Un po’ come lo scalatore di vette altissime. Antoine de Saint Exupery è stato una delle ultime figure romantiche del volo, prima del superuomo cosmonauta, dopo i pionieri. Se n’erano perse le tracce durante la seconda guerra mondiale, quando si pensava fosse stato abbattuto mentre pilotava un caccia P-38 Lightning americano. Se ricordate, nel 2008 venne ritrovato il relitto dell’aereo nel mare antistante Marsiglia. Sembrava fosse suo, ma la conferma non arrivò pienamente in quanto l’aereo era armato di mitragliatrici, mentre lui pilotava un ricognitore con macchine fotografiche. Il mistero continuò ancora nonostante l’ufficialità della scoperta. E poi il corpo non venne ritrovato.Ma è di questi giorni la notizia del ritrovamento di un paio di pagine inedite del “Piccolo principe”, il suo leggendario capolavoro, la storia di un bambino che vive sull’asteroide B612, insieme ad una piccola rosa e dei suoi incontri con gli strani abitanti di altri piccoli pianeti. Un libro che va letto da adulti, o almeno così ho fatto io, per riportarci nel mondo di una volta, ingenuo, quello dell’infanzia e delle domande innocenti, dei percorsi mentali semplici.Per chi è stato assorbito dai dialoghi di quelle pagine acquerellate (disegnate dallo stesso autore), non si possono dimenticare i piccoli capitoli che parlano della pecora da disegnare, dei baobab che crescono e soffocano il piccolo pianeta, del ricco signor Cremisi che ripeteva di essere una persona seria, dell’ubriacone, dell’uomo d’affari che contava le stelle, del lampionaio e del geografo. Ora in quelle due pagine nuove si affaccia l’ambasciatore dello spirito umano, prima persona che incontra sulla Terra quando la visita.