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Il miglior vino della mia vita


E a proposito di vino... ecco un racconto di Gianfranco Maccaglia (il nostro mec - gf - santiago... sempre lui insomma!).  Infierite pure!
Era il 1990 e a me non era mai piaciuto molto il vino, se non altro, ma non solo, anche per il fatto che da giovani  potevamo permetterci al massimo mezzo litro di “Frascati” e gazzosa, e poi ... men che meno sopportavo la spocchia degli intenditori e la loro prosopopea nel descriverne le qualità quasi magiche.Eppure, verso la fine della nostra vacanza a baia Chia, due ottimi bicchieri di cannonau bevuti dietro una casa di campagna all'ombra di un grosso albero, sconvolsero tutte le mie convinzioni.Anche se, in effetti, non riuscivo a comprenderne il motivo, perché mi era capitato già altre volte di bere dell'ottimo vino fatto in casa ... ma quel vino rosso "tinto" di Efisio, che trasfigurava e filtrandola faceva propria la luce del sole come una pietra preziosa, mi aveva stregato, scavato da dentro fino a tirar fuori il meglio di me …in fatto di gusto. Efisio era il contadino che ci ospitava.Al primo sorso non avvertii quasi l’odore, il labbro superiore entrò in simbiosi col liquido ancora fresco di cantina e fece da sponda e controllo all’ingresso del nettare, che si incuneò morbido tra gli incisivi e la punta della lingua… fu immediato! Il contorno degli occhi fino alle tempie si scaldò e prima ancora che il vino arrivasse alla gola un tourbillon di sapori tra il dolce e il salato, lo speziato e l’aspro si impossessò dei recettori a lato della lingua e del palato, presi alla sprovvista da quel sapore ignoto.Rimasi attonito per un lungo minuto, dopo aver staccato con sforzo la bocca dal bicchiere e aver fatto indecorosamente e sonoramente schioccare la lingua.E così, quasi con maleducazione, sotto lo sguardo dolce e divertito di Efisio, socchiusi gli occhi e avvicinai di nuovo il boccale a me. Ma stavolta resistei alla fretta di sorbire e respirai lentamente col naso. Prima da lontano e poi sempre più vicino e profondamente. Il primo sorso stava già entrando nella storia, quando finalmente memorizzai con l’olfatto un vago profumo di mare e fragola (fragola???) e rosmarino o forse resina …mistura irreale e irrazionale per un vino rosso “pesante” e da pasto, che nel sapore non aveva niente di tutto ciò. Riaprii gli occhi incredulo e guardai nel bicchiere, poi guardai ancora Efisio che adesso sorrideva sdentato e quasi con le lacrime agli occhi. Mi chiese: “Ti piàcce? L’ho fatto io, è dell’anno passàtto” risposi di si e scolai il rimanente, quasi avevo paura si offendesse.Il secondo bicchiere me lo gustai goccia a goccia nella mezz’ora che seguì, piacevolmente, tra le chiacchiere e i ricordi del vecchio. Fu così che strinsi un’amicizia intima che sapeva di eterno con il cannonau di Efisio… chiedo scusa se posso sembrare opportunista e irriverente nei confronti dell’essere umano.Ci vollero più di tre giorni per prendere coscienza di quello che era accaduto, eppure la risposta era semplice e naturale: Efisio era un uomo eccezionale e la sua vigna lo era altrettanto! Come tutto quello che lui coltivava nel piccolo orto dietro casa, come i fichi che ci lasciava sulla porta e le uova fresche ... e come i suoi animali: le galline, le tortore, i conigli e persino il maiale sembravano ospiti di un albergo a quattro stelle.E poi, finalmente, la  vigna.Era piccola, arrampicata su un fianco scosceso della collina, uno scampolo di terra rubato alla macchia mediterranea e al mare sabbioso. Esposta nel peggior modo possibile, si beccava l’aria salmastra e tutto il vento freddo di Capo Teulada …eppure ogni singolo raspo di ogni singola pianta pareva accudito come se si trattasse di un ricco cardiopatico curato al Texas Heart Institute di Houston.Una cortina leggera di piccole cannette basse riparava il lato nord, tre o quattro spaventapasseri che volevano essere cacciatori armati di doppietta …ma somigliavano più che altro a streghe con la scopa in mano, proteggevano il campo dagli aggressori. Ecco perché ogni tanto la mattina presto si sentiva qualche colpo di schioppo dietro la collina! Era Efisio che sparava in aria, per dare dignità e credibilità ai suoi spaventapasseri.Insomma, per farla breve, quel vino era così buono perché - se anche io non lo potevo ancora sapere quando lo avevo assaggiato - il cannonau di Efisio comunicava qualcosa del suo fattore; quando lo mandai giù mi pervase inconsapevolmente, trasmettendomi una parte della sua pazienza, della sua positività, del suo amore e ottimismo.Il  migliore vino che abbia mai bevuto.Mai più rividi Efisio e mai più ebbi la fortuna di bere un vino come il suo, ma da allora ho ascoltato e apprezzato con religiosa aspettativa ogni sorso di vino che ho bevuto.Da allora cerco.Da allora continuo a cercare e immaginare cosa e chi e perché c’è stato dietro quel vino che bevo.Sono un romantico e per questo quando riempio un bicchiere “soprattutto se sono da solo” torno indietro nel tempo alla ricerca dell’origine di quella creazione, di quel miracolo realizzato col sangue e col sudore dell’anima …e cerco di immaginare un Efisio qualsiasi, centinaia o forse anche migliaia di anni fa, che ogni giorno si chinava a parlare con la sua vigna fino a capirla, fino a piegarsi al suo volere e spiegarle il suo desiderio di un’annata migliore.Il desiderio di creare qualcosa da offrire a un amico.Qualcosa di indimenticabile.