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Il bello della scrittura


Il bello della scrittura è (tra l'altro) la mancanza di limiti.  Di spazio, di fantasia
 e naturalmente di età! Abbiamo amici giovanissimi, alcuni di noi si aggirano nei dintorni della mezza età (ehm...) e - sorpresa delle sorprese! - abbiamo di recente adottato un nonno! Parliamo di Romano Lenzi, che - bontà sua - ha confessato di pensare a noi, talvolta, come a dei nuovi nipotini! Ha pubblicato alcuni libri, tra cui l'ultimo -  Koala - e continua a scrivere, scrivere, scrivere... Un amore per la scrittura che non conosce - appunto - limiti e che non poteva lasciarci indifferenti.Pronto a tutto, consapevole e sprezzante del pericolo, ci ha inviato in lettura un suo racconto, che ha partecipato a un concorso pensato appositamente per chi non è più in tenerissima età: "50&piùFenacom". La giuria ha riservato al suo "Il comandante", una menzione speciale, con questa motivazione: "E' diventata la prima donna comandante di una nave quella bambina sola al mondo che fu adottata da un pescatore. E la storia si ripete".Questa la giuria:Massimo Griffo- scrittoreLuciano Luisi- Giornalista- PoetaRenato Minore- Giornalista- SaggistaMaria Luisa Spaziani- PoetaDuccio Trombadori- Critico d'ArteFlavio Faganello - FotoreporterLuciana Fortini - Pittricee questo il racconto:
***“Il Comandante”La guardava incredula, combattuta fra una sorta di eccitazione, angoscia ed attrazione. Le onde, dopo aver scavalcato il monumento posato al centro della piazza, raggiungevano il lato opposto, andandosi ad infrangere contro alcuni antichi palazzi.Per paura di essere trascinata dalla furia del vento, si teneva avvinghiata al palo; i lunghi capelli biondi che le si appiccicavano sul viso, le impedivano quasi di vedere. Respirava a bocca chiusa ed ogni tanto si passava la lingua sulle labbra per gustare il sapore del mare. Davanti a lei, i poliziotti avevano organizzato un cordone umano per impedire ai curiosi di avvicinarsi troppo al parapetto.  Alla sua sinistra poteva vedere l’ingresso dell’Accademia navale con i suoi lunghi viali alberati. Sapeva che uno di questi portava al piazzale antistante il porticciolo, perché suo padre ce l’aveva condotta quella volta che era stato possibile visitare la scuola della marina. Un po’ più avanti il sagrestano stava chiudendo il portone della Chiesa di S. Iacopo.  Proprio di fronte a lei, a poche decine di metri dalla riva, giaceva il troncone di una nave, scagliata sullo scoglio dalla violenza del mare e, poco più in là, il pezzo da cui era stata strappata lottava ancora contro i marosi.«Allontanati, che qui è pericoloso.» ... (leggi tutto)****