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Post N° 123


DESIDERIO  (di Renée Vivien) *E torniamo a parlare di Eros, con una poetessa forse non molto conosciuta, perchè talvolta ingiustamente relegata nell'ambito della poesia omosessuale. Ma la poesia, come la passione, sappiamo che non conosce confini, né può accettare etichette.Una breve vita molto sofferta  per questa giovane donna di metà Ottocento: amori contrastati e impossibili, malattia, alcolismo, morte. Il suo epitaffio, scritto da lei stessa, recita:"Ecco, in estasi è la mia animaPoich'ella quieta, s'addormentaAvendo, per amore della Morte,Perdonato questo crimine: la Vita."
 Lei è stanca, dopo tante sfibranti lussurie.L'odore che emanano le membra martoriate È pieno del ricordo di lente contusioni.La dissolutezza ha scavato nei suoi occhi cupi. E la febbre di notti avidamente sognateAncor più rischiara i pallidi capelli biondi.I suoi gesti conservano languori nervosi.Ma ecco che l'Amante dalle crudeli unghie lunghe Subito la riafferra, la stringe e l'abbracciaCon una passione sì feroce e al tempo stesso dolce,Che il bel corpo sfinito s'offre, chiedendo venia,In un affanno d'amore, di desideri e paure. E il singulto cresce con malinconia,esasperandosi infine dalla troppa voluttà,Urlo diviene come s'urla nei momenti d'agonia,Disperando di attenuare l'immensa sordità. Poi, l'atroce silenzio, e l'orrore che ne deriva,Il brusco soffocare della voce lamentosa,e sul collo, simile a un gambo morto,Il livido verde e sinistro delle dita.*(Renée Vivien)**