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Il libro di Kallida: parliamo di e con l'autrice


Per ripristinare un certo ordine, in questo post potremo discutere di "Tre quarti di vita" libro di esordio per Clara Morreale alias Kallida.
Non vogliamo e non possiamo dire molto del lavoro di Clara Morreale. Diremo solo che dal brano che abbiamo letto, e che proponiamo ai nostri lettori, emergono sensazioni forti e contrastanti. Vediamo scorrere le immagini scritte da Clara in varie tonalità di grigio, come fotografie sottoesposte, ma disturbate da lampi subliminali di colore rosso acceso. Già da questo piccolo, brevissimo stralcio, “Tre quarti di vita” ci mostra la sua forza espressiva. Azzeccatissima la copertina con la margherita che appassisce ma non si spezza, nonostante il nero che la circonda. Mi viene in mente che la margherita, tra l’altro, è emblema della Lunigiana, simbolo di vita e buona speranza. Una terra di castelli incantati e pentole piene d'oro, storie di fantasmi e lupi mannari, acque che mutano di colore. Un passaggio verde per chi vuole fuggire dalle nebbie padane per gettarsi nel mare della Versilia e delle Cinqueterre… buona lettura e buon passaggio.  Fra le altre mi raccontò di quella volta in cui fu in Germania e scoprì il dolore.Il viale era ombroso a causa dei tigli sul ciglio della strada, che da una parte all’altra della strada ondeggiavano al vento lieve di primavera. Era un pomeriggio di maggio ed era a Colonia, a visitare un ospedale per bambini nati prematuri. Aveva sognato spesso quel tratto della “Dürenerstraße“: il viale era sempre vuoto, nessuno vi transitava e lei lo percorreva su una bicicletta bianca, e andava veloce, ma lo scenario sembrava immobile.Scorrevano i piedi sui pedali con facilità e il fresco della sera invogliava ad accelerare, ma il quadro restava uguale a se stesso.Non mutava, e lei continuava a pedalare imperterrita, senza avere tuttavia la minima angoscia nel cuore. Niente incuteva timore, il paesaggio circostante suggeriva stabilità, almeno questo è quello che ricordava al risveglio, mi disse.