Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

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A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

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mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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"come eravamo"  di kremuzio

Post n°10 pubblicato il 19 Ottobre 2007 da tuttiscrittori
 

video

Concerto incerto -  roma - 10 luglio 1982

Il mio primo cd stava sul tavolo, e rifletteva la luce della lampada. Io lo stavo osservando, confrontandolo mentalmente alla schiera di LP che erano impilati alla meno peggio sopra i libri dell’università. Avevo saputo che qualcuno negli states lo aveva messo direttamente sul piatto, ma la puntina di zaffiro scivolava via con un rumoraccio da gatto calpestato. Il suono del telefono mi distolse dalle trasposizioni mentali. Antonio mi chiamava per dirmi che era arrivato Frank Zappa con la sua band, in città. Le sue melodie, talmente strane da essere considerate rumore dai vecchi, a me evocavano frotte di ragazzi in festa, nudi, a rotolarsi nel fango ed a danzare intorno a fuochi festosi.

“A Ste’, niente donne! Andiamoci da soli” mi disse Antonio: “andiamo, scavalchiamo e ci infiliamo in quella ressa calda a far casino…”. Beh, se c’era da far casino, non potevo tirarmi indietro. Preparo cartine, tocchetto e la maglietta bianca con il testone di Frank, acquistata per 5000 sudatissime lire sul banchetto fuori dal Palasport l’ultima volta che ero andato ad un suo concerto. Niente jeans, anche se c’era da scavalcare. I pantaloni neri erano appostissimo con la maglietta bianca, come tutti quelli della band (l’avevo visto in tv qualche giorno prima). Non c’era il pericolo che mi scambiassero per uno ska.

Il concerto è alle 9 di sera, c’è tutto il tempo per aprire il frigorifero e finirmi la mezza fettina avanzata a pranzo e quella pastarella alla crema dell’altro ieri. La bottiglietta di limonata la metto nella tasca della giacca, nera.

La 500L color aragosta stenta un po’ a partire, come al solito, ma in una traballante cacofonia di marmitta sfondata esce dal posto macchina condominiale in un nuvolozzo nero. Devo mettere l’olio… e devo ricordarmi di farlo domani. 

Passo a prendere all’incrocio Antonio, vestito da rimorchio come lui l’intendeva: Rayban neri a specchio non da vista, anche se lui era abbastanza miope, Lacoste bianca su jeans nuovi e Superga bianche. La sua facciona rubizza e butterata sorrideva in un accenno di sfida al mondo.

“A Ste’, andiamo a vedere Frankie finalmente. A me non è che importa molto della musica, ma si tratta di un evento che attira migliaia di persone e a me interessa la vita, la gente, le facce, come si muovono e parlano”.

Al solito voleva darsi arie da filosofo, invece avrebbe tentato, come sempre, di puntare qualcuna di suo gusto e provarci. Con la sua voce da professorino querulo, riusciva quasi a coprire il rombo del tubo di scappamento.

Sono fortunato. Trovo un posto sul marciapiedi a poche centinaia di metri dal mattatoio di Testaccio, luogo dove si sarebbe svolta la kermesse. Gruppi di ragazzi con i loro Ciao incatenati l’uno con l’altro ai lampioni, caracollavano con l’andatura di chi voleva saperla lunga dribblando quei pochi anziani che portavano a spasso i loro cani, ignari di dove si sarebbe recata tutta quella marmaglia capelluta e strana.

Individuiamo una nutrita schiera di ragazzotti robusti che invece di dirigersi verso il cancello principale, giravano verso una rientranza del comprensorio dove qualche anima pia aveva sistemato dei secchioni, qualche sediaccia metallica ed una corda legata direttamente sopra un muretto efficacemente senza spuntoni o filo spinato. “su, dai sbrigatevi!” diceva uno “ che se se n’accorgono è finita la pacchia”. Facciamo la fila. Antonio ovviamente aiuta una ragazza a salire spingendola per le terga. Questa s’accorge delle mani calde e gli rivolge uno sguardo che se fosse stata un fumetto sarebbe stato disegnato con tanti piccoli coltelli. Ma dato che ormai era dall’altra parte, con una corsetta si allontana sibilando un vaffa, rossa in viso.

“A Ste’ lo sapevo che ci stava… ora che salgo guarda dove se ne è andata che la voglio seguire..”.

“Anto’ ma non lo vedi che quella sta con quello grosso con la barba?”.

“Ah…” dice secco, e scavalca.

E’ il mio turno. Scivolo puntando male il piede sinistro in una piccola breccia che si sbriciola e sento un secco strappo proprio dietro i pantaloni, ma con un ultimo slancio oltrepasso il bordo e salto dalla parte opposta. Arrivano un paio di inservienti gorilla di corsa, ma fortunatamente pescano un mingherlino alle mie spalle che non se n’era accorto e fuggo neanche dovessi scappare dal controllore dell’autobus.

Bene, ci siamo salvati per ora. Ci mischiamo alla calca di quelli che, giusto dietro le mura perimetrali, erano entrati correttamente col biglietto. Boh? Chi diceva quindicimila, chi ventimila ed addirittura uno si vantava di aver pagato trentamila. Troppo comunque. Col prezzo minimo avrei girato con la 500 per un bel pezzo.

Inizia il concerto puntualmente un’ora dopo l’orario prefissato. Io rimango seduto tutto il tempo su una tettoia di legno per non farmi vedere i pantaloni scuciti. Antonio si è perso nella folla sotto il palco. Ogni tanto ascolto qualche voce femminile che spara una raffica di vaffa tra una canzone e l’altra. So che Antonio è da qualche parte laggiù. Rollo una canna appena in tempo per “Inca road”. Ci voleva tutta. Una ricciolina bionda davanti a me annusa l’aria e si gira, mi guarda e mi spara un sorriso. Io ricambio ed allungo lo spino. Lei riceve e ripassa facendo l’occhiolino. Il filtro è umido della sua saliva. Non mi fa schifo, anzi.

“Bobby Brown” e “Pojama People” allungano i tentacoli sonori strappandomi un brivido lungo la spina dorsale. Un vaffa urlato da una voce femminile un po’ più dappresso mi ricorda che c’è Antonio da qualche parte nei paraggi e si sta avvicinando. Probabilmente mi ha visto.

La ricciolina si gira ogni tanto, forse per controllare le fasi di rollaggio.

“A Ste’ stavi qua?” Eccolo, è arrivato.

“C’è bella gente laggiù?” chiedo?

“Si, si, niente male. Una ci stava.”

“Ci credo…” Mento, memore dei vaffa.

La crema andata a male, unita agli sconvolgimenti sia fisici che ormonali, al nervoso per essere con le chiappe al fresco, ed al fatto che la riccia stava con un tipo che sembrava un rasta, pungono vaghezza al nervo vago o chissà cosa e vomito a schizzo, fortunatamente addosso a niente e nessuno, tranne una mia scarpa. Al rasta, scioccato, va di traverso un peroncino appena deglutito, con ancora il collo della bottiglia tra le labbra. La riccia mi guarda prima schifata e poi comincia a ridere. Ovviamente ambedue s’allontanano ridendo di me.

 Il tempo passa veloce, e le canzoni anche. I bis infilati uno dopo l’altro vanno via veloci e la band con loro. Noi anche, dopo aver fischiato per una decina di minuti, invano.

E quindi arriva il momento dello sbaraccamento: tutti ma proprio tutti, vociando cantando urlando, sia quelli che avevano pagato il biglietto sia noialtri, ora avevano come meta il ritornare a casa.

Stento sempre a pensare che qualcuno possa portarsi un cane al concerto. Ma per qualcun altro era la cosa più naturale di questo mondo, Ed il cane, prima prese di mira la mia scarpa sporca, poi, mentre cercavo di non perdere di vista Antonio che stava seguendo una rossa con un vestito attillato verde, il botolo alza la gamba e la fa senza neanche fermarsi, saltellando sulle tre zampette, felice di avermi marcato la ex bianca scarpa da tennis.

Per sottolineare il momento, il mio amico profittando di un momento in cui la calca aveva serrato i ranghi in quei tira e molla tipici delle code, con molta probabilità allungò una mano dritta sul posteriore della rossa, che girandosi di scatto propalò urlando informazioni delicate sulla madre ed alcuni degli avi di “potete immaginare chi”. Ahimé la pulzella non era sola, ma con un energumeno con la faccia da Visitor che allungò un braccio con pugno terminale che non prese in faccia il reo per pochi centimetri. Naturalmente feci finta di non conoscerlo, mentre correva via districandosi tra la folla come un vietcong tra gli alberi fitti.

La 500 era sempre nello stesso posto, anche se senza più i cerchioni. Io puzzavo come un punk impossessato da mille demoni, con pantaloni sfondati, giacca spiegazzata, scarpe putride e nel sedile accanto Antonio sudato per la corsa che rideva con il suo modo che sembra forzato e troppo alto di volume. Poi serio, si gira verso di me e dice con la sua solita faccia: “A Ste’, domani e dopodomani ci sono i Rolling a Torino. Ci andiamo?”

“domani no, Anto’, domani c’è la finale e io non me la perdo manco per Mick Jagger”.

Kremuzio per “come eravamo”

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Commenti al Post:
onice0
onice0 il 20/10/07 alle 11:59 via WEB
Di quell'anno non si dimentica niente, i concerti(beati voi!) ma soprattutto la mitica finale e la voce di Nando Martellini che mi rimbomba ancora oggi in testa...più di quella di nonmiricordo del 2006! Manco i Rolling Stones ci avrebbero scollati dal televisore! Un sorriso
 
charliebrowna
charliebrowna il 20/10/07 alle 12:36 via WEB
Uh che parto quella sera di luglio! Che personaggi belli tratteggiati, sfigati ma simpatici! E a saper le emozioni della sera dopo, chissa' se ci sareste andati lo stesso!
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 22/10/07 alle 18:22 via WEB
Come no Charlie! Quando suonava Frankie, e solo per lui, non c'era finale che avrebbe tenuto...
 
vi_di
vi_di il 20/10/07 alle 14:13 via WEB
Anche se non sono mai andata ad un concerto, l'atmosfera che racconti è la stessa che mi hanno raccontato in tanti. Mi spiace essermela persa...non mi persi invece la finale il giorno dopo. Meno male, oggi non saprei più viverla come allora.
 
pinguina_felice
pinguina_felice il 21/10/07 alle 11:53 via WEB
Bello!Raccontato in modo asciutto e simpatico!Mi hai fatto rivivere quella serata attraverso le tue parole!
 
d.a.r.i.o.d
d.a.r.i.o.d il 21/10/07 alle 12:50 via WEB
Un po' sfigato, un po' eroe... A Ste' ne è passato di tempo :-)
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 22/10/07 alle 18:23 via WEB
A Da' il tempo non e' passato, e' sempre dentro la mia testa!
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 21/10/07 alle 13:05 via WEB
Sì, eravate proprio così, voi maschietti appena usciti dall'adolescenza...;-)))
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 22/10/07 alle 18:24 via WEB
Ehm, chi dice che non lo siamo ancora, anche se abbiamo la barba bianca?
 
serioud
serioud il 21/10/07 alle 20:45 via WEB
Grazie per la visita e complimenti per il racconto Per fortuna l'Italia vinse.....
 
blop
blop il 21/10/07 alle 22:21 via WEB
indimenticabile quel luglio...i Rolling li ho mancati solo per l'Italia campione del mondo...poi la vita scorre e non ti retituisce più quelle emozioni..... complimenti a te
 
 
sinemoiaquai
sinemoiaquai il 21/10/07 alle 23:49 via WEB
Io avevo 15 anni :( Gustoso questo racconto! Bravo Kremuzuio! ;)
 
santiago.gamboa
santiago.gamboa il 21/10/07 alle 23:56 via WEB
grande Krem, e che nostalgia! pochi soldi ma l'anima era piena. io ero un po' meno sfigato in quel periodo ...lo zappatore della chitarra l'ho visto gratis vicino milano senza stare col culo di fuori e il giorno dopo la finale ero a torino da Mick con una giovane collega (c'era anche Claudio Gentile sul palco, appena tornato vincitore) - bel racconto. complimenti cariatide! gf
 
falco58dgl
falco58dgl il 22/10/07 alle 01:43 via WEB
Divertente, il racconto ricostruisce in modo credibile il clima di allora. Luglio 1982. Io, pur essendo a Torino in quel periodo, l'undici luglio ho perso sia il concerto dei "Rolling Stones", sia la finale della coppa del mondo. Ero su un aereo che mi riportava in Messico e seppi del risultato della finale dal comandante che annunciò la vittoria dell'Iralia. L'ereo era pieno di americani a cui non gli importava nulla, applaudimmo in tre... :-) ciao. W.
 
bimbadepoca
bimbadepoca il 22/10/07 alle 10:55 via WEB
Delizioso questo racconto, narrato con mano leggera ed indiscutibile talento. Ne esce fuori il ritratto di due antieroi, per i quali è impossibile non provare simpatia :-))) Bravo!!!
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 22/10/07 alle 18:28 via WEB
Caspita! sono diventato rosso... antieroe non me lo aveva detto ancora nessuno...
 
animafragile11
animafragile11 il 22/10/07 alle 11:59 via WEB
divertente.Ironico.Coinvolgente.Ero una bambina a quell'epoca...ma ricordo bene i miei salti sul divano di pelle della cucina e la pizza comprata per l'occasione...perchè L'ITALIA POTEVA FARCELA...poteva vincere...e lo fece con grande gioia di tutti!!Ma ricordo anche che più tardi..nel silenzio bollente di una notte siciliana...tra giochi e urla lontane....il terreno di fronte a casa mia....diversi ettari...di foraggio appena raccolto...con quelle enormi balle gialle...prese fuoco... E nella gioia...di tanti...vidi la disperazione di quell'agricoltore...che gridava...perchè stava perdendo MESI DI DURO E SACRIFICANTE LAVORO...........LA VITA...!!!Complimenti per la leggerezza del GIOVANE CHE ERI...leggerezza e spigliatezza...e simpatica ironia...veramente!!un giovane anni 80....felice di niente come una giovane (io)degli anni 90...UN BACIO...(vieni a leggere il mio?)
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 22/10/07 alle 18:31 via WEB
Eppure mi sentivo piu' giovane negli anni 70... Gli '80 mi hanno visto iniziare a lavorare ed a perdere quel disincanto del giovane che aveva tante speranze che, a parte alcune eccezioni, negli '80 sono sfumate. Vengo a leggere il tuo subito.
 
allievadelgabbiano
allievadelgabbiano il 22/10/07 alle 22:30 via WEB
Bello..si legge d'un fiato, scritto benissimo. I protagonisti un po' sfigati sono simpatici davvero. Mi è piaciuto. Un sorriso.
 
EvolutionMoka
EvolutionMoka il 23/10/07 alle 14:07 via WEB
Un racconto divertente e coinvolgente dove i protagonisti si fanno volere bene...
 
DONNADISTRADA
DONNADISTRADA il 26/10/07 alle 21:40 via WEB
complimenti kremuzio, complimenti davvero. Frank Zappa in quel periodo lo sentii a Bologna ed era un concerto gratuito, ma il clima è quello della strada di cui parlo con molta meno maestria anch'io e i personaggi tuoi sembrano quelli di Tondelli di quegli anni. Eroi di pezza anche loro.
 
fenicenera1968
fenicenera1968 il 27/10/07 alle 16:12 via WEB
mi son davvero divertita perdonami ma il tuo amico era propio perribile.. bellissimo il tuo racconto davvero complimenti
 
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