Un blog creato da tuttiscrittori il 07/10/2007

tuttiscrittori

A volte, quando si è un grande scrittore, le parole vengono così in fretta che non si fa in tempo a scriverle... A volte. (Snoopy)

 
 
 
 
 
 

SOSTIENE... KREMUZIO

Kremuzio

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ARTE & DINTORNI

mostra evento di Costantino Giovine presso Il trittico - Roma Piazza dei satiri - inaugurazione sabato 26 febbraio alle 18.30

locandina

 

 

 
 
 
 
 
 
 

YOU'LL FOLLOW ME DOWN - LABORATORIO CONCORSO

Il presidente della giuria, Luigi Bernardi, ci comunica che

   The winner is Paolo Zaffaina

La motivazione:

Statale 61 è un bel racconto giocato su molteplici livelli, tutti resi con stile adeguato.
I continui cambi di prospettiva, fino allo scioglimento finale, ne fanno un testo godibile ed estremamente accattivante.
Un bel saggio di scrittura al servizio di un'ottima idea.

adesso rileggiamolo iniseme >>>clicca qui

Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli (E. Salgari) 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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« "Per una fetta di anguri...Pensare positivo... »

L'Eros che si fa parola...

Post n°117 pubblicato il 22 Settembre 2008 da tuttiscrittori
 

E' in preparazione una nuova puntata di Parole al passo, dal titolo :"I mondi dell'erosparte seconda".
Ecco la proposta:
proviamo a scrivere un racconto sul tema dell'eros. Tema abbastanza libero stavolta, ma non per questo meno delicato e difficile. E' una bella occasione per rimetterci a scrivere e per continuare a divertirci!
Basta regolarsi più o meno intorno alle 4.000 battute.
Il racconto ritenuto più valido e idoneo alla lettura in radio, verrà presentato durante la suddetta puntata.
Scadenza: 3 ottobre p.v..

Potete postare i racconti direttamente qui, sul blog.

*

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Commenti al Post:
smile.new
smile.new il 23/09/08 alle 09:17 via WEB
Dovrò mettermi al lavoro, anche se per scrivere, che sia di una fetta di anguria o di eros, occorre la mente libera ed in questi giorni invece ce l'ho parecchio presa da impegni personali, anche perchè vorrei far bella figura e mettere in pratica i consigli di Renata... :)
 
smile.new
smile.new il 23/09/08 alle 09:20 via WEB
Quanti "anche" ho messo in due righe... troppi. Renata non bacchettarmi qui, lo vedi inizio a criticarmi da solo!!! :((
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/09/08 alle 10:37 via WEB
Criticarsi da soli è una buona presa di cognizione nei confronti dello scrivere. In bocca al lupo per il nuovo brano. Vai sereno e pensa alla bella scrittura non alla bella figura! Un abbracco. Renata :-)
In bocca al lupo a tutti!!
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/09/08 alle 10:38 via WEB
... che stia montando una certa ansia (o panico) da scrittura??? Gianpaolo
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/09/08 alle 11:09 via WEB
No se preocupe: è qui con vos otros la famosa Renaita Dos Marones, psicologa de fama mundial. Consultaciones obertes: el panico da scrittura, l'ansia da prestasion editorial le spatasciamos sui muri de lo blog. Renaita.
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 23/09/08 alle 11:14 via WEB
ansia? panico? hai sbagliato parola carissimo. il termine più appropriato è TERRORE. e se per caso pensaste di cavarvela frequentando una scuola di scrittura, come le tante che abbiamo noi frequentato, sbagliereste di grosso: sentite cosa disse Flannery O'Connor: "Negli ultimi vent’anni i college hanno posto in tale rilievo i corsi di scrittura da dare quasi la sensazione che qualsiasi imbecille con un briciolo di talento possa uscire da un corso simile in grado di scrivere una storia con perizia. In realtà, sono così tanti ora a saperlo fare che il racconto, come mezzo espressivo, corre il rischio di morire di perizia. La perizia non può mancare ma, da sola, risulta letale." ...e se non siete ancora soddisfatti e decideste di sopperire con la cultura universitaria alle carenze narriative, ecco il resto... "Ovunque vada mi chiedono se, secondo me, le università soffocano gli scrittori. Il mio parere è che non ne soffocano abbastanza." meditiamo, meditiamo ...un abbraccio a tutti, gianfranco
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/09/08 alle 11:43 via WEB
Grazie Gianfranco!!! Confesso che anch'io cominciavo a dubitare del mio futuro con carta, penna e calamaio: le tue citazioni mi sono state di grandissimo conforto! Il fatto è che qualche idea ce l'ho anche, è il metterla nero su bianco che si sta rivelando più difficile del previsto. Il blocco dello scrittore ancora prima di iniziare? E' possibile secondo voi?? Che sia un bene per l'umanità intera??? Beh, io penso al mio di bene, siete avvisati... ;-)) Gianpaolo
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/09/08 alle 11:46 via WEB
Possibile, ma superabile. Buon lavoro anche a te :-) Renata.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/09/08 alle 11:59 via WEB
Speriamo! Ma tu, Renata, cosa ne pensi di ciò che affermava Flannery O'Connor? Gianpaolo
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 23/09/08 alle 12:30 via WEB
Sul fatto che non ne soffocano abbastanza? Ha ragionissima :-)) Renata.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 23/09/08 alle 12:46 via WEB
O che non ne soffochino abbastanza:-) Renata.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/09/08 alle 13:00 via WEB
... il virus dilaga... Gianpaolo
 
     
smile.new
smile.new il 23/09/08 alle 13:13 via WEB
Aiaiaiaiaiai sig.ra Renata, ma cosa combina!!
Anche i Mitici possono sbagliare??
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 23/09/08 alle 14:52 via WEB
ehi, smilzo, stai attento ...ammiro il tuo coraggio ma sfidare un Mito vuol dire mettersi contro le divinità - se Renata avesse pensato che fosse stato possibile ammesso e non concesso che la persona traduttrice della Flannery avesse inopinatamente sbagliato la forma verbale ... <<scusa devo respirare>> ... avrebbe detto che ...bla bla bla e poi bla ...ma siccome non lo ha fatto e ha semplicemente buttato là distrattamente un sassolino nell'acqua ferma, vorrà dire che ... ... (continua tu smile, se indovini il mio pensiero ti regalo un libro di PPP scritto male ma con un linguaggio e con soluzioni stilistiche perfette) - a dopo, gianfranco
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/09/08 alle 15:05 via WEB
... solo una curiosità: chi è PPP? Pasolini? Gianpaolo
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 23/09/08 alle 16:21 via WEB
si, gianpa, è lui - il libro è Una vita violenta (la storia di Tommasino Puzzilli) ecco un piccolo brano "In principio gli parve come un sogno: guardò e riguardò quelle macchie di sangue, e le toccò col dito: era fresco, s'appiccicava.
'Ma che robb'è?' fece. Già tremava, già smaniava che non ci vedeva più. Gli ci volle poco a capire cos'era: un'altro sfogo di tosse più forte del primo, lo sgrullò, da stenderlo." ora... pensiamo che il professor Pasolini non fosse capace di scvrivere in italiano? adios, gianfranco
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/09/08 alle 11:38 via WEB
Alla fine ci si terrorizza così tanto che vengono tutti i dubbi possibili di questo mondo. Figuriamoci, mi è venuto anche quello sul modo di scrivere Gianpaolo. Ma non è che si scriva GiaMpaolo? Sapete, dopo tutte quelle insistenze da parte della maestra delle elementari. Mi ricordo un sussidiario con le regole grammaticali e le divisioni in sillabe. C'era una figurina con la P la quale pretendeva di essere sempre accompagnata dalla M e non sopportava la N. Ah, il terrorismo didattico. Alessandro F.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 24/09/08 alle 11:48 via WEB
E ben tornasse, il terrorismo didattico. E' sparito per lasciare il posto a... Renata :-)
 
     
smile.new
smile.new il 24/09/08 alle 12:31 via WEB
E tu cerca di non sparire, perchè altrimenti come faccio io?
Ho giusto un "incipit" che mi sta togliendo il sonno, della serie che sono 4 volte che lo cancello e lo riscrivo dicendomi: questo Renata me lo cazzia, taglia qui, aggiungi li..
Uffaaaaa :(((
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 24/09/08 alle 12:53 via WEB
Casomai, Renata te lo cassa (da cassare = cancellare, depennare, annullare ect.)Taglia qui, va bene. Aggiungi lì, no. :-)))) Renata.
ps: e cosa vuoi che siano 4 volte? è niente. Quando sarai a 400, allora ne riparleremo. Ciau.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 24/09/08 alle 14:26 via WEB
Smile, scrivi e sbrigati. Guarda che bella citazione ti regalo: "Io sono quel dannato tipo di persona che scrive a fatica sette parole e ne cancella cinque. (D. Parker)" - a quanto pare, niente di nuovo .... elliy :)
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/09/08 alle 14:30 via WEB
... sei sicura, elliy, che non ci sia qualche erroruccio in ciò che hai appena scritto? Sicura sicura? ;-)
Gianpaolo
(caro Alessandro, il nome è mio e me lo gestisco io!:-))))
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 24/09/08 alle 14:36 via WEB
(brrrrrrrrr! un brivido ghiacciato le percorse la schiena e per qualche attimo le paralizzò i pensieri, mentre con lo sguardo ripercorreva ansiosamente le poche righe appena battute sulla tastiera... quale errore, quale errore, aaarrggghhhh!!!) elliy
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/09/08 alle 14:47 via WEB
... moltiplica il tuo brivido per 4.000 battute e ti ritroverai con noi nel peggiore degli incubi: SCRIVERE!!! AH AH AH!!! (Bob, vai con gli archi dissonanti, grazie) Gianpaolo
...piuttosto... avrò scritto giusto? ('avrò'??? ma se l'ho scritto prima, perchè uso il futuro?)
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 24/09/08 alle 14:48 via WEB
Leggendo "brrrrrrrrr! un brivido ghiacciato le percorse la schiena" ho creduto fossimo già in erotico sparato, invece falso allarme. Vabbé...vado a levarmi il bustino di pelle e gli stivali al ginocchio tacco stiletto 15. Renata
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 24/09/08 alle 14:51 via WEB
ahahaha! emozioni forti oggi da queste parti! elliy
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/09/08 alle 13:04 via WEB
cara elliy grazie ai tuoi suggerimenti ho percorso, come lettrice, i mondi dell'eros - ma intervenire ... magari la prossima volta. Intanto aspetto i tuoi racconti - ciao maria
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 23/09/08 alle 17:23 via WEB
C'è così tanto da esplorare ed è un viaggio bellissimo quello attraverso i libri. E non ti preocccupare, quando avrai voglia di intervenire... saremo qui! ciao e grazie a te! elliy
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 23/09/08 alle 15:19 via WEB
E che ne sarà del concetto di pudore? Chè, del rossore sulle guance? Chè, della virtù della pudicizia? Chè, del si fà ma non si dice?
Comunque sia, forte della citazione (di autore misconosciuto) che recita come una vera signora si riconosca sempre per l' eleganza che riesce a mantenere a prescindere dal contesto in cui si trova, è probabile, forse, può essere,che scriva qualcosina.
Firmato Carpedine O
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 23/09/08 alle 17:25 via WEB
Carpe dai dai! Siamo tutti troooppo curiosi di leggere quello che potrebbe venir fuori dai tastini di quella tastiera lì... elliy :)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 24/09/08 alle 13:07 via WEB
http://blog.libero.it/AoxomoxoA/commenti.php?msgid=5494963&id=116591#comments
 
smile.new
smile.new il 24/09/08 alle 21:27 via WEB
Per un attimo ho pensato di aver sbaglliato blog :))
Mi piace la doppia spalla, un pò meno il colore, ma io non faccio testo per le tonalità cromatiche, Dalton era un mio lontano parente!!
Ma forse non conta il colore, ma quello che c'è dentro, e mi è sempre sembrato di ottima qualità.. ;))
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 25/09/08 alle 00:58 via WEB
Grazie Smile, stiamo facendo un po' di prove e di aggiustamenti... con calma. ciao! elliy
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 25/09/08 alle 08:23 via WEB
Sì, mi piace questo colore più arioso, ma gradirei un leggero aumento del carattere delle scritte. Chessò, dal 2 attuale a 24...
Ho problemi a trovare la mia lente di ingrandimento...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/09/08 alle 08:49 via WEB

433 EROS

Antefatto

Era quel piccolo ma affascinante neo, segno imperfetto su di un viso angelico, ad attirare tutta la sua attenzione.
Non si sarebbe mai stancato di osservarlo, di seguirne i movimenti, erratici e sensuali, pur sapendo come fosse impresa sovrumana far allunare le sue labbra su quella piccola luna.
Il pensiero razionale gli suggeriva che sfiorare l’orbita di un simile corpo celeste, rischiando così l’impatto, avrebbe potuto causare un evento catastrofico, quasi a livello estintivo, sul pianeta dei suoi sentimenti.
Ma c’era come una forza gravitazionale, la legge naturale cui tutti i corpi non possono sfuggire, che accendeva i suoi sensi e distraeva la sua mente dal lavoro che invece avrebbe dovuto svolgere.

Jet Propulsion Laboratory, dicembre 1998

L’aria condizionata manteneva costante la temperatura nella sala controllo; luci soffuse ammorbidivano i riflessi colorati degli onnipresenti monitor e speciali pannelli insonorizzanti assorbivano ogni rumore che potesse distogliere l’attenzione del personale di turno.
Tutto, insomma, era progettato per favorire l’efficienza degli scienziati intenti a “parcheggiare” la sonda NEAR nell’orbita di un remoto oggetto della fascia asteroidale.

Un lavoro delicato dunque, e complesso, che quella notte era tutto nelle sue mani, sudate nonostante il condizionamento ambientale.
Cercando di recuperare la concentrazione si obbligò a ripensare ai particolari della missione: il loro bersaglio non era solo un numero nel catalogo stellare, era un asteroide di quelli che gli astronomi chiamavano “Amor”, caratterizzati da un'orbita che sfiora esternamente quella della Terra, senza tuttavia intersecarla in alcun punto.
- Proprio come quello che, schiantato sulla Terra 65 milioni di anni fa, aveva causato l'estinzione dei dinosauri. – concluse tra sé.
Insomma quella patata rocciosa lunga quaranta chilometri stava per rivelare agli occhi elettronici della sonda parecchie “cosucce” interessanti.

Fu l’aroma intenso che proveniva dal carrello del caffè e il lieve tintinnare delle tazze a distrarlo nuovamente: quel neo insolente e impudico, così attaccato al più bel sorriso che mai aveva visto, si avvicinava rapidamente alla sua consolle, promettendo miele e caffeina.
Ma cosa andava mai a fantasticare? Si impose di abbassare lo sguardo e di concentrarsi sullo schermo del computer. L’altimetro laser della sonda aveva iniziato a trasmettere le prime rilevazioni, crateri e solchi, sulla superficie dell’asteroide.
Alle sue spalle un lieve fruscio, l’immagine di due piccoli piedi che si muovevano in sandali aperti dal tacco alto ed ecco tornare il pensiero sconcio di come quel neo vagabondo lo avesse appena sfiorato .
No! - esclamò ad alta voce - Così proprio non va.
Sentiva su di sé gli occhi di tutto il team; nervoso slacciò i primi bottoni del panciotto colorato che indossava sulla camicia bianca e con falsa sicurezza si stiracchiò sulla poltroncina.
Casualmente il suo sguardo venne a cadere su di una piccola targa dove era riportata una frase del filosofo Platone: “Sondando gli abissi della terra, e misurandone le superfici, seguendo il cammino degli astri nelle profondità del cieli e, di ciascuna realtà, scrutando la natura nel suo dettaglio e nel suo insieme senza mai lasciarsi irretire da ciò che è immediatamente vicino.”
Antiche reminescenze scolastiche si riattivarono di colpo: Platone – declamava il vecchio professore al liceo – fu il primo a parlare di “Eros” descrivendolo come un’allegoria: il dio mitologico, simbolo della forza attrattiva che spinge gli elementi della natura ad unirsi tra loro, diveniva l’amore per una conoscenza che tuttavia mai sarebbe stata certa e definitiva…
Certo questo era l’amore intellettuale che provava per il suo lavoro e – ammise sconsolato – tale era anche il desiderio fisico acceso in lui da quella giovane praticante.

Un segnale d’allarme distolse il flusso di questi pensieri: a meno di trentacinque chilometri di distanza l’asteroide era uscito dal reticolo di puntamento della sonda.
In mezz’ora l’atmosfera compassata nella sala controllo lasciò il passo alla frenesia prima, all’incredulità poi, per ultimo, alla delusione: imprevedibilmente uno dei propulsori di manovra aveva cessato di operare.
E così terminava in un fallimento il primo tentativo di avvicinamento ad un oggetto NEO - Near Earth Orbit – il numero 433, noto anche come asteroide “Eros”.

Epilogo

Il piccolo neo viaggiava ormai lungo una traiettoria di fuga.
Poco importava: tutta l’attrazione sensuale era ormai svanita, sostituita da una intima inquietudine, dal senso di vuoto per un occasione di conoscenza perduta.
- E bravo Platone - concluse amaramente senza rivolgersi a nessun altro tranne che a se stesso - che sull’Eros, la Scienze e il desiderio fisico, avevi già capito tutto.

“Amore è amore di alcune cose [...] di quelle di cui si avverte mancanza.”




Note dell'autore

I riferimenti alla missione NEAR e all’asteroide Eros sono tratti da eventi realmente accaduti.
Dopo il primo fallito tentativo si scoprì che NEAR avrebbe avuto una seconda opportunità nel febbraio 2000 e al JPL riuscirono effettivamente a far entrare la sonda nell’orbita di Eros.
NEAR ha orbitato attorno all'asteroide per circa un anno; pur non essendo prevista alcuna estensione della missione, il gruppo scientifico del JPL che gestiva la sonda è poi riuscito ad effettuare un atterraggio morbido il 12 febbraio 2001. Per maggiori dettagli è possibile consultare il sito web: http://near.jhuapl.edu/

Le citazioni da Platone provengono dal testo del dialogo “Simposio”; versione integrale si può trovare sul sito web: http://www.latinovivo.com/Testintegrali/Simposio.htm

Manfredi Alter

 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 25/09/08 alle 15:46 via WEB
Grazie Manfredi per il tuo racconto! Sei stato il primo stavolta! elliy :)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 08:25 via WEB
Caro Manfredi, non prendertela con me. E' lo spirito di Renata che c'è in tutti noi, e che la elliy vuol far uscire, che mi fa scrivere ora... dunque: invece di "Tutto, insomma, era progettato...", io avrei messo "Tutto, insomma, era STATO progettato...". Scusami ancora, Manfredi. Avrai occasione di vendicarti;-) Gianpaolo
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 08:45 via WEB

No, che vendicarsi! Se pubblichi qualcosa (sul web specialmente) è normale aspettarsi opinioni, critiche, consigli e suggerimenti.
Possono essere condivisibili o inconsistenti, saggi o caustici: ma in tutti i casi fa parte del gioco.
Peraltro devo dire che ci sono ben altre "pecche" nel raccontino e anche un paio di orrori di sboglio (questi dovuti alla solita fretta - ma temo Renata li avrà già individuati).
Ho riflettuto in merito all'uso del tempo imperfetto a proposito della "progettazione": io immagino un laboratorio della NASA in continuo divenire, non uno statico ufficio, ma uno spazio dove si sperimenta, si cambia, si vive un presente proiettato al futuro.
Così dire "era stato" mi da l'idea di un qualcosa scolpito una volta per tutte, mentra (considerando il tempo scelto per la narrazione) "era" suggerisce appunto il divenire.
Naturalmente questa è una riflessione a posteriori e si sà, del senno di poi...

Lunga vita e prosperità

Manfredi Alter

 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 09:00 via WEB
Non preocuparti Manfredi, no problem, non sarà un "estintivo" al posto di "istintivo" ad influire sull'impressione di lettura. Così come altri refusi. E questo vale per tutti. Ciao. Renata :-)
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 09:12 via WEB
Perchè??? Io l'ho inteso proprio nel senso di 'eliminare, estinguere qualsiasi capacità di sentimento'. Una delusione amorosa può avere effetti disastrosi: 'Basta! Mai più con le ragazze!' Gianpaolo
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 10:50 via WEB
E con chi vorresti farlo? Alessandro F.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 09:32 via WEB

Ho inteso scrivere il termine "estintivo" collegato al concetto di estinzione poichè nel seguito si fa riferimento alla fine dei dinosauri.

Manfredi Alter

 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 09:51 via WEB
Pardon, ho letto male io. Ragazzi, il tema è l'eros, lasciate perdere la fine dei dinosauri, sennò 'sto povero lettore... :-)) Renata.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 11:01 via WEB

Ma anche il concetto di Eros come lo intendiamo nella nostra kultura kontemporanea potrebbe essere soggetto a mutazioni
Relativismo è una parola pericolosa, su cui riflettere: non tutti vedono lo stesso termine nella stessa luce!
L'evento estintivo cui facevo riferimento però è proprio la glaciazione dei sentimenti dovuta all'impatto meteorico di uno scontro amoroso (nonchè pieno di passionalità ed eros) su scala planetaria ;-)

Manfredi Alter

 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 09:05 via WEB
Visto che me lo consenti, Manfredi, sottopongo al giudizio di Renata un altro passo del tuo racconto: "...così attaccato al più bel sorriso che mai aveva visto,...". Io avrei scritto: "...così attaccato al più bel sorriso che mai AVESSE visto,...". Renata? ;-) Gianpaolo
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 09:48 via WEB
In realtà tutto il periodo sarebbe da rivedere. C'è discordanza tra soggetto e il resto. Cmq, nello specifico, "il più bel sorriso che avesse mai visto". Renata.
 
 
smile.new
smile.new il 26/09/08 alle 10:59 via WEB
Caro Manfredi, come mi piace il tuo modo di scrivere, con i tuoi racconti la fantasia vola alta tra le stelle, però un piccolo NEO al tuo racconto l'avrei trovato, non volermene, dovevamo scrivere di EROS e sinceramente, con quello che scrivi tra le stelle vola in alto "solo" la fantasia, e null'altro.. :(
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 13:35 via WEB

Certamente rispetto i punti di vista e gradisco i complimenti che non siano mereblandizie.
Ritengo però che il termine Eros non sia applicabile solo al binomio attrazione/tensione sessuale.
C'e' una componente filosofica che risale ai tempi classici (vedi platone), c'è una mitologica che ha risvolti nell'interpretazione psicologica e c'è naturalmente l'omonimia con i termini astronomici.
In quanto al neo, mi sono ispirato alle immagini dell'artista visuale giapponese Sorayama; non se dire se la sua opera sia vicino all'idea generalista di Eros, ma penso ci si possa avvicinare ;-)
Poi ognuno trova in se la propria fonte di ispirazione (e certo un asteoride NEO lo trovo un po' freddino invero).
Larga la foglia, stretta la via, dite la vostra che io...

Manfredi Alter

 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 15:35 via WEB
eccerto che sono erotiche le opere che citi.
a me in particolare attrae questa immagine che ho chiamato NoWoManNoName ...a chi non piacerebbe perdersi con lei in una galassia lontana e poi essere terminati? ciao, gianfranco
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/09/08 alle 09:55 via WEB
L'impostazione del blog è molto bella e dinamica. Però risulta difficile da leggere. Non so se sia il caso di scurire le scritte o lo sfondo. Forse lo sfondo. Ma quanto sono creativi quelli della Redazione. Bravi comunque. Alessandro F.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 25/09/08 alle 10:03 via WEB
Grazie Alessando! Stiamo provvedendo a controlli e modifiche. Renata :-)
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/09/08 alle 10:46 via WEB
Mi permetto di dire la mia: io farei un po' di 'pulizia'. Ci sono troppe cose in questa pagina: doppia, tripla intestazione, colonne a sinistra e a destra, un sacco di figure e figurine e link e chi più ne ha più ne metta. Il tutto senza una netta distinzione tra ciò che deve subito saltare all'occhio, forte e chiaro, e cosa invece sono già mesi e mesi che sta accumulando polvere. La maggior parte di noi si collega per leggere il blog e scrivere: suggerisco quindi caratteri nitidi (non serve grandi), nero su bianco (la classica pagina di carta), gli ultimi commenti ben evidenziati, il resto in fondo alla pagina. Che ne dite? Ciao:-)
Gianpaolo
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 25/09/08 alle 11:33 via WEB
Dico, mon chér Giandupa, che dovresti procedere con l'erotico e lasciare a noi, Mastri dell'Arte, il compito di scegliere colori, sfumature, prospettive, tagli, biacche, luci et ombre. Vai dunque o Vate di Lussuria, e componi il tuo brivido bollente. Renata :-)
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/09/08 alle 11:49 via WEB
... alla faccia della democrazia, mein Renate! Vabbè, il sito è bellissimo così. Ciao;-) JohannesPaul
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 25/09/08 alle 12:05 via WEB
Non chiamarmi mein renate sennò mi scatta automatica l'ormonal storm. ciao PalunnesHajo! (ma sei finlandese, per caso?)
 
iiipanema
iiipanema il 25/09/08 alle 10:18 via WEB
Bellissima la nuova veste grafica!!! Un abbraccio a tuttiscrittori, che a me ha sempre portato fortuna! Santiaguito, ricordi il racconto "Devo dirle che torno" dove Giovanni Santillo piegava i tovaglioli e pensava alla sua Marisa? Ebbene si è aggiudicato il primo posto al Premio IL Trebbo di Riolunato (MO)... cosetta piccolina, ma è grazie a Claudio/Writer che me l'ha fatto scrivere e a voi di tuttiscrittori che me l'avevate commentato che mi ha dato la fiducia per farlo concorrere!!! Abbraccioni a tutti voi... e a tutti coloro che leggono: partecipate ai concorsi e alle iniziative di tuttiscrittori: portano fortuna e danno grandissimi frutti!!! Garantito da Ipanema!
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 25/09/08 alle 10:20 via WEB
Ipanema (ma quante "i" c'hai messo?): un nome una garanzia. Un abbraccio a te, fortissimo da tutti noi! Renata :-)
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 07:20 via WEB
Ma... Gianpaolo che starà pensando riguardo il risultato finale dei rifacimenti?? elliy:)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 08:31 via WEB
Che dire... posso?... Renata?... vado?... MA CHE BELLA IDEA AVETE AVUTO! MA COME FATE A PENSARLE! Non avrei fatto di meglio davvero, a parte una scritta gialla illeggibile qui a sinistra... COMPLIMENTI!!! Gianpaolo
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 08:47 via WEB
COMPLIMENTI è scritto troppo piccolo, stavolta ti perdono: 2000 flessioni e 4 ore in ginocchio sui ceci. PagianDu, I &#9829; you!
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 07:22 via WEB
Idea! E se cominciassimo a commentare i racconti fin da quando arrivano, stavolta? Non è un gioco letterario, è forse più un ragionare tra noi... finora è arrivato soltanto quello di Manfredi: vogliamo cominciare da qui? chi si lancia per primo?? su su... e parliamo di EROOSSS! elliy :))
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 08:19 via WEB
COnoscevo un Eros ai tempi del liceo: aveva una sorella da... capogiro;-) Gianpaolo
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 08:21 via WEB
Buona l'idea di commentare i brani fin da adesso! Renata :-)
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 08:26 via WEB
... ammettilo, è una tua idea: non vedevi l'ora!!! Ma ti ho preceduto, eh eh eh ;-) Gianpaolo
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 26/09/08 alle 08:27 via WEB
... oppsss, precedutA!
 
smile.new
smile.new il 26/09/08 alle 12:54 via WEB
Ecco il mio: "Primo amore"

Senza fare rumore si era accostato al muro e stava cercando di sbirciare dentro la porta socchiusa.

Non aveva potuto impedire al respiro di farsi affannoso, ne alla bocca quella sensazione di asciutto quando lei aveva iniziato a spogliarsi. Si era tolta da prima la gonna che era scivolata in terra, poi con un movimento rapido il maglione mostrando il corpo in tutta la sua bellezza.

Non portava il reggiseno.
Oddio era nuda!
I compagni di scuola l’avrebbero mai creduto?

Sua cugina, viveva con loro da qualche mese per frequentare meglio l’università, aveva il doppio dei suoi 11 anni, ed era diventata la sua ossessione erotica, non faceva altro che pensare a lei, ai suoi capelli lunghi, alla sua pelle abbronzata, a quelle gambe lunghissime e soprattutto a quei seni enormi che sembravano scoppiare da sotto la maglietta. La sognava spesso anche di notte, e per le fantasie inconsce si era svegliato sudato ed eccitato, a volte aveva goduto ed era stato bellissimo. Ma fino a quel giorno al massimo era riuscito a guardare tra le gambe mentre lei si sedeva sul divano cercando il bianco delle mutandine; una volta si era piegata a raccogliere una penna caduta in terra, e la minigonna era salita in alto fino a togliergli il respiro.
Era corso in bagno a masturbarsi.
Passava sempre più tempo in bagno da quando c’era lei.

Oggi era tornato prima a casa, aveva saltato la consueta partitella all’oratorio con gli amici che faceva sempre dopo il catechismo con un solo pensiero, lei.
Sapeva che era sola in casa, la mamma era fuori città e non sarebbe tornata prima di cena, e forse con la scusa di farsi aiutare nel compito di italiano avrebbe potuto sedersi vicino a lei e toccarle per sbaglio il seno.
Quel pensiero aveva sempre più preso la sua mente, ma la realtà a volte superava la fantasia.
Era entrato senza fare rumore e l’aveva cercata subito in salone, non c’era; forse era in bagno a pettinarsi, non c’era; era in camera, da sola. C’era uno spiraglio tra la porta ed il muro, non l’aveva sentito arrivare, doveva fare piano. Così si era avvicinato per osservarla.

Lei nuda, si era distesa sul letto e con gli occhi socchiusi, aveva iniziato a toccarsi: dapprima il viso ed il collo, con un dito seguiva la linea della bocca, poi aveva preso il seno tra le mani, lo accarezzava, lo stringeva, poteva vedere i capezzoli turgidi puntare dritti verso il soffitto.
Aveva quindi inarcato la schiena per accompagnare un fremito lungo il corpo. La mano era scesa poi tra le gambe, i fremiti diventati più frequenti.

L’emozione era troppo grande, non poteva credere ai suoi occhi, udiva dei gemiti provenire dalla stanza e questo lo eccitava ancora di più, il cuore sembrava scoppiargli come il suo giovane membro, senza pensarci lo aveva tirato fuori, doveva farlo li subito.

Era stato il trillo del telefonino a tradire la sua presenza, era scappato via con i pantaloni calati per andare a rispondere, rabbia e delusione avevano preso il posto all’euforia di qualche attimo prima, quando era tornato la porta era ormai chiusa.

Ciaooooooooooooooooooo !!!!
:))
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 16:30 via WEB
Smile! sei rimasto con le braghe calate :))) Grazie per il tuo racconto... vediamo un po' l'effetto che fa... baci! elliy
 
   
smile.new
smile.new il 26/09/08 alle 19:06 via WEB
Ahahaha è vero!! Che brutta figura!!
Speriamo che il racconto faccia una fine migliore... :))
 
dimanto70
dimanto70 il 26/09/08 alle 17:37 via WEB
per rallegrar lo spirito, un piccolo contributo "poetico" a questo strappamutande parlar di eros... naturalmente - immagino - fuori concorso. è in tema comunque...è erotico...ha pure le rime...baciate :D:D vorrei essere quell'acqua che il tuo corpo adesso sciacqua scivolarti sulle spalle e bagnar non solo quelle in un rivolo monello percorrerti il pisello e cadere goccia a goccia giù nel piatto della doccia per guardare bene da sotto il piacere che ho prodotto
 
 
dimanto70
dimanto70 il 26/09/08 alle 17:41 via WEB
UFFFF...io e gli "a capo" proprio non ci capiamo...ELLIYYYYYY...aiuuuutooooo
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 26/09/08 alle 17:56 via WEB
Inviato da dimanto70 il 26/09/08 @ 17:37 via WEB
per rallegrar lo spirito, un piccolo contributo "poetico" a questo strappamutande parlar di eros...
naturalmente - immagino - fuori concorso. è in tema comunque...è erotico...ha pure le rime...baciate :D:D

vorrei essere quell'acqua
che il tuo corpo adesso sciacqua
scivolarti sulle spalle
e bagnar non solo quelle
in un rivolo monello
percorrerti il pisello
e cadere goccia a goccia
giù nel piatto della doccia
per guardare bene da sotto
il piacere che ho prodotto. --------------------------------------------------------------------------------- Dim aspetta che adesso non posso commentare... ho le lacrime agli occhi... baciii! elliy :))

 
 
smile.new
smile.new il 26/09/08 alle 20:12 via WEB
Cara Dim, attenta a non farti venire il torcicollo a guardare allinsù...
la tua poesia è grandiosa, ironica e leggera, e come certi aquiloni che ben conosci, fà volare in alto un sorriso :)
 
   
dimanto70
dimanto70 il 26/09/08 alle 22:49 via WEB
torci-collo? non può venirmi...mi manca la materia prima...il collo. ho la testa direttamente innestata sulle spalle :D sempre gentile smile :) grazie...sono contenta che sia stata apprezzata la leggerezza :)
 
 
dimanto70
dimanto70 il 26/09/08 alle 22:33 via WEB
fai con comodo Nic (sempre la solita...con la lacrima facile! :D:D) baci :)
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 27/09/08 alle 01:12 via WEB
Dim, eccomi, mi sono ripresa :)) Adoro l'ironia e l'autoironia (oltre allo spirito e alla leggerezza), ma mi veniva in mente un quesito: l'ironia può uccidere l'Eros? o una risata ci salverà? sulla risposta sto meditando.... elliy :))
 
     
dimanto70
dimanto70 il 27/09/08 alle 09:32 via WEB
L'ironia serve a spezzare le tensioni che possono venire a crearsi in certi momenti. può essere utile se usata bene ed al momento giusto. :)
 
     
BobSaintClair
BobSaintClair il 02/10/08 alle 18:25 via WEB
Oh! Trasecolo!!! :)
 
kremuzio
kremuzio il 27/09/08 alle 10:14 via WEB
Ora tocca a me provarci. titolo: Dalle antiche scale.--- Mentre stavo salendo le scale di quel palazzo in centro, antico ed umido, annusavo l’aria viziata da sugo e cavoli lessi. Mancava la cipolla, che adoro: mi sarebbe piaciuto suonare ai campanelli degli usci più odorosi e chiedere ricette o dare consigli. Sapevo per certo che non mi avrebbero aperto. Terzo piano senza ascensore. Interno 10 senza cognome. Ma sapevo che era l’interno giusto: l’appunto era chiaro: interno 10 per un normale controllo antivirus. Facile lavoro per un tecnico informatico come me. Il campanello se ne esce con un suono da vecchio cicalino, invece del dindon che mi sarei aspettato. “Chi è” chiede una voce femminile dall’altra parte della soglia “Il tecnico del computer! Devo mettere a posto il pc…” Sento armeggiare nella serratura e piano la porta si apre cigolando sui cardini. “Buongiorno” esordisce una ragazza molto bella, e il battito cardiaco pare fermarsi per un attimo. In quel momento peso soppeso analizzo scruto e decido: mi piace eccome! Giovane occhi chiari, bionda, piccola di statura, vestita solo di una canottiera azzurra che le arriva subito sotto le mutandine, cosce e gambe nude, scalza. “Ciao!” le rispondo cercando di rompere la formalità che non sopporto. Dopotutto ho neanche quarant’anni e non mi va di passare da vecchio. “Venga, mia zia m’aveva detto che sarebbe arrivato”. Quanti anni avrà avuto? Dai 18 ai 20, non di più. “Le faccio strada” e si incammina per il corridoio scalza lasciando sulle vecchie mattonelle bianche e nere una piccola impronta sudata. Fa caldo in questo pomeriggio di luglio senza aria condizionata. Si muove sinuosa e sotto la sua canottiera vedo muoversi un paio di natiche rotonde e slip dello stesso colore del top. Mi sento confuso mentre lo sguardo fisso segue ogni movimento della sua spina dorsale e dei capelli che ondeggiano sulle spalle. Si ferma sulla soglia della stanza da letto, sorride girandosi verso di me e tranquilla fa segno con la mano “Ecco il pc che non funziona”. Un classico, capitatomi molte volte. Monitor e tastiera sono sopra un tavolinetto su rotelle a fianco del letto matrimoniale, sotto il minitower. Chissà perché. Mi siedo sul letto di fronte allo schermo ed accendo. Lei si siede accanto a me. Diavolo! E’ pericolosamente vicina.. Ha il profumo di chi si è da poco fatta una doccia e di sudore fresco. Comincio a sentire il suo calore mentre mi sfiora con le gambe poggiate alle mie. Lo so, non lo sta facendo apposta. E’ un caso. Si sporge in avanti, con le braccia puntellate sulle sue ginocchia, la testa un po’ incassata nelle spalle. I seni in questa posizione sembrano più grandi aumentando il loro solco e lasciando intravvedere, tra le spalline allentate, l’aureola dei capezzoli. Non so come faccio a vederla così bene. Forse la mia visione laterale è superiore alle media, forse è solo la mia fantasia, o forse sono drogato del suo profumo che sa di erbe e sudore e di qualcosa che non sento ma che mi colpisce direttamente al cervello. Mi dice “Aspetti, mi pare che il monitor non sia collegato bene”; si solleva chinandosi in avanti armeggiando per alcuni interminabili secondi . Ora è in piedi, nella mia pazzia vedo il suo sedere ricoperto solo da un paio di mutandine semplici ma poco coprenti, e la carne e pelle che ne esce fuori sembra arrossata sul colore bianco privo d’abbronzatura, e vedo tutto lì ad una trentina di centimetri dai miei occhi, dalla mia bocca, dal mio naso. Vedo me stesso gettarmi in avanti attirato dal suo odore, spinto dalle sue rotondità, richiamato dal suo calore. Non lo faccio. Ma lo stesso mi sembra di sentire in bocca un sapore metallico che piano si trasforma in quello che dovrebbe essere il sapore della sua pelle. In un attimo mi vedo saltare in piedi, allungare le braccia per stringerle i seni, attaccarmi al suo corpo e baciarla sui capelli, sul collo, tirarle di lato il viso per baciarla e toccarla dappertutto sopra e sotto i suoi pochi vestiti. No, mi devo fermare, non devo buttarmi in avanti e sprofondare tra le sue natiche la mia faccia barbuta. Il mio sesso si sa sentire sotto i vestiti. Mi fa male ma non posso sistemarlo meglio. Forse si vede. Si rimette seduta. Io inserisco il cd con l’antivirus ed installo. Finita l’operazione mi alzo dal letto ed affermo che ho finito. “Le devo qualcosa?” mi chiede. Si, mi devi baciare e stringere a te, poi devi lasciare che ti tolga i vestiti e che ti assapori tutto il corpo, e devo farti ancora di più sudare perché il tuo odore mi sta uccidendo di desiderio, poi devi godere di me e del mio sesso perché sei fantastica, sei la femmina che ho sempre voluto amare, e vorrei rimanere dentro di te per mille anni, fino alla fine del mondo fino alle trombe del giudizio, fino alla fine dell’universo… fino a… “No, niente, ci penserà tua zia quando la vedo… Ciao!” “Arrivederci” e chiude la porta alle mie spalle. Scendo le scale. Ora sento anche l’odore di cipolla insieme a quello del sugo mentre mi avvicino al portone. Ho fame.
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 27/09/08 alle 11:33 via WEB
Ecco, Kremuzio mi sembra che ... insomma, mi è piaciuto. Eh...c'è poco da fare. Se potessimo sfruttare la fantasia sessuale maschile per produrre energia, avremmo risolto il problema energetico dell'intero pianeta per sempre. Alessandro F.
 
   
kremuzio
kremuzio il 27/09/08 alle 12:27 via WEB
Hai ragione, ma cosa sarebbe la nostra energia senza la distribuzione di combustibile di una femmina? Rimarremmo all'asciutto in tutti i sensi ;)
 
Basta_una_scintilla
Basta_una_scintilla il 27/09/08 alle 13:17 via WEB
Sogno

Esco dalla doccia indossando l’accappatoio, i capelli raccolti nella solita posa. In casa c’è una luce strana ed io percepisco la tua presenza sulla pelle umida, sento il tuo profumo che odora di uomo e di spezie. Lo seguo e tu sei li, nella piccola cucina, seduto a sorseggiare un po’ di vino rosso. Ci sono delle tartine. Mi guardi, con quegli occhi scuri e profondi, un lieve sorriso a dire "ti stavo aspettando". Sento il mio desiderio fluire come un ruscello, allegro ed incontrollabile. L’accappatoio aperto, mi siedo a cavalcioni su di te, le gambe allargate, il mio sesso, a contatto con i tuoi pantaloni, si gonfia e sembra pulsare. Ti sento già. Con la mente annebbiata abbandono il seno sulla tua camicia, i capezzoli duri, eretti, quasi a fare male, la lingua a leccare l’orecchio, le labbra a mordere il pomo d’Adamo mentre le tue mani stringono con forza le mie natiche, scorrono sulla schiena, accarezzano il pube, sempre più bagnato. Vorrei conoscere l’arte di una geisha per farti godere come non hai mai goduto. Il bicchiere tra di noi, un po’ di vino cola tra i miei seni e tu lo raccogli, con piccoli baci, nelle tue labbra calde. E le mie le raggiungono, si schiudono in esse, la lingua avida a cercare la tua, mentre il mio bacino segue il suo istinto e lentamente si muove, su di te, sul tuo corpo, sempre più veloce, sempre più assetato. Il mio ventre arde al tuo contatto. Le mani impazienti cercano la cintura, la trovano, lentamente la sfilano e sbottonano i pantaloni fino ad estrarre il tuo membro, turgido, già pronto, umido ed imperlato dai tuoi umori, ed entri in me, in quella piccola caverna calda e stretta, fatta per te, ed io ti sento dilatarti, a riempirmi tutta, ed ascolto il tuo piacere. Vuoi che ti parli, lo so: vuoi vivere ciò che provo, quello che desidero. Ho voglia di fare l’amore con te, perché, in questa unione, mi sento viva, perché quando lo facciamo sono femmina come non sono mai stata, perché ti sento davvero e totalmente dentro di me. Ogni spinta mi sembra l’ultima, quella che non posso più sopportare, ma desidero aspettare te per vedere insieme quella luce che tutto annienta. Dalle mie cosce colano copiosi i nostri umori caldi, sento i nostri profumi, essenze di sesso e passione, che si mescolano e raggiungono il cervello ed esso si svuota di tutte le tensioni, le inquietudini, i pensieri e si eccita, riempiendosi di te. La mia schiena si inarca e tutto scompare. E mi sento bella, mi sento Afrodite confusa con una romantica puttana. E mi sento tua. Mi sveglio ed ho ancora più voglia di te.
 
 
Basta_una_scintilla
Basta_una_scintilla il 27/09/08 alle 13:18 via WEB
Mah...sperem in ben...Un sorriso a tutti
 
   
smile.new
smile.new il 27/09/08 alle 13:43 via WEB
Ma che bel sogno, chi non vorrebbe stare vicino ad una donna che si risveglia in questo stato.. penso sia la fantasia morbosa di tutti gli uomini!
Il racconto mi sebra un pò di corsa, ma era un sogno e i sogni sono attimi fuggenti!!
Complimenti :)
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 27/09/08 alle 15:04 via WEB
Scintilla, come sarebbe "mah..."? Ti sei divertita a scrivere? Questo è l'importante, è il primo traguardo da raggiungere. Per quanto riguarda i risultati, immediati o futuri, si vedrà. Ricordiamoci che siamo qui sì per confrontarci e crescere insieme, ma anche (e soprattutto?) per regalarci a vicenda un sorriso e tentare di alleggerire un po' l'esistenza (se mai ce ne fosse bisogno, naturalmente...). Grazie a te per aver partecipato! elliy
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 28/09/08 alle 19:46 via WEB
Cara scintilla, i miei complimenti. E adesso .. tutti sotto la doccia. Alessandro F.
 
lauro_58
lauro_58 il 27/09/08 alle 18:26 via WEB
Ci provo anche io, ecco il mio brano

Liquido
Fuori sembra piovere ancora, oppure è il residuo che gronda dai tetti.
Son colonna sonora che incanta la notte le gocce o i flussi riganti.
Liquido che culla … e rilassa … ed invita il corpo a sciogliersi in fremiti e languori.
Nelle notti di pioggia è bello coccolarsi sotto le coperte, l’odore incalza i sensi e bagna le labbra del desiderio come una piacevole tortura.
Ti cerco ad occhi chiusi e lo faccio con la bocca.
Dimmi che ti piace il mio corpo e come sabbie mobili assorbilo e fallo tuo.
Te ne faccio dono scoprendo me attraverso te che allunghi i momenti, li strappi e li ripieghi, donando magia all’attesa.
Baciami sulla bocca e cancella con la tue labbra i graffi di passione.
Scova tra le pieghe del cuore le tracce d’inquietudine che lo possiedono e soddisfale.
Ti cerco ad occhi aperti e lo faccio con la bocca.
Aggiusti i capelli che scendono sui seni e confondi i miei desideri.
Sento il tuo odore e percorro con le labbra ogni centimetro del tuo viso.
Indugio sulla linea della tua e ne respiro il fiato, profondo ... eccitato ... acceso.
Passo le mani sul tuo corpo.
Un colore che afferri il desiderio e stringa ?
Che coli gocce di passione densa ?
Rosso … vorrei che il rosso possieda e ansimi e spogli, senza mediocrita', senza insicurezze.
Liquido che anneghi le reticenze e plachi le arsure!
Saremo un corpo solo quando la corsa sarà finita.
Le labbra dietro la nuca sfiorano i lobi ed assaporano gocce preziose.
Senza fermarsi scivolano sul collo, mentre ti muovi invitandomi al passo.
Arrivano sulle spalle, ne mordono i contorni e poi giù sul petto.
Indugiano tra le curve ed il solco che le divide raccogliendo brividi tra le pieghe della pelle.
Risalgo fino ai capezzoli bagnandoli, e ritorno indietro ed ancora su finche l’ansia non prende.
Allora di nuovo sul solco, con le mani stavolta! Senza fermarmi … fino all'ombelico ed ancora più giù, a cercar voce roca, sospiri e provare a fonderli con i miei.
Sei canto intonato ed io il tuo pentagramma.
Scriverai tu le note, prima timide e tiepide poi sempre più ingorde e bagnate e bollenti.
Siamo un corpo solo ora, la corsa è finita.
Posso attraversare il tempo, spogliare il bisogno ed averti nell’unico modo che io conosca.
Regalandoti il mio respiro ed anche l'ultimo battito del mio cuore.
Fuori l’acqua scende copiosa, liquido che scende e bagna ogni cosa.

Più tardi lassù, umida di pioggia nascerà l’ aurora.
Ma lassù l’azzurro e le nuvole non ci sarebbero se non ci fossi tu.

Un saluto a tutti!!! :-)))
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 28/09/08 alle 23:58 via WEB
Ciao Lauro, grazie per il tuo contributo! ehm... c'è una questione in sospeso tra noi ma... a prestissimo! elliy
 
   
lauro_58
lauro_58 il 29/09/08 alle 14:15 via WEB
Benissimo Elliy, sono piuttosto curioso devo confessarlo!! :-))))) Lauro.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 29/09/08 alle 14:15 via WEB
okk! Nic
 
blop
blop il 28/09/08 alle 22:41 via WEB
ciao...sarà monotono ma anche qiesta volta continuo con il "filone poetico"... grazie della tua iniziativa... Sospiro Scampoli di gioia rubati alla banalità, alla monotonia, alla vita che scorre lenta, uguale, con infinitamente piccole variazioni sul tema. Baci sulla tua pelle che scintillano come gocce di felicità. Baci sul tuo corpo che freme, si inarca, esplode nella sua infinita, splendente fragilità. Mani che corrono libere, senza ostacoli, senza freno alla ricerca del sogno, del piacere sublime, del contatto, del sentire, dell'essere intrise del tuo piacere. Bocche feroci che rincorrono i sapori nascosti, che urlano senza fretta, con infinita lentezza il piacere dell'incontro. Lingue veloci che frugano, esplorano, sostano alle porte del venire. Corpi caldi, voglie infinite, pensieri lontani che sfiorano l'ultimo traguardo, che attendono l'ultima follia. Il tuo sesso atteso, sperato, bagnato, aperto, che si offre scordando pudori, lacerando sentimenti, spaccandoti il cuore e la mente, penetrandoti nell'anima. E il mio sesso dentro di te, che si anima, che pulsa, che si muove, che ti scalda il corpo, la vita, l'estasi, che cerca il tuo ultimo sospiro, l'ultimo respiro, quello vero, sublime, che ti spinge oltre la vita, oltre i dubbi, all'interno dell'infinitamente piccola grandezza della felicità.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 29/09/08 alle 00:00 via WEB
Blop monotono? ma quando mai?? ciao a te e grazie! elliy
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 29/09/08 alle 12:02 via WEB

Il sogno (erotico) del capitano Kirk

Seriche membra,
alieno il sesso.
Garza bagnata.
/i>
Piaciuto il mio Fanta-Haiku-erotico?
Oh, intendiamoci non vorrei apparire morboso, ma nella sua breve vita la fantascienza ha effettivamente esplorato l'Eros.
Approfonditamente.
Talvolta impersonificando clichè culturali contemporanei, come nel caso del cinema hollywoodiano (e della saga di Star Trek, appunto).
Talvolta ipotizzando con coraggio visioni estreme in opere letterarie di autori come Joseph Philip Farmer ("Gli amanti di Siddo"), Ursula Le Guin ("La mano sinistra delle tenebre"), Brian Aldiss (La lampada del sesso) e molti altri.
Esistono anche in versione italiana delle antologie più o meno illustrate sul "Fantasesso", ma qui vorrei fermarmi, con un invito alla curiosità.

"La luce è la mano sinistra delle tenebre,
E le tenebre la mano destra della luce."


Lunga vita e prosperità

Manfredi Alter

 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 29/09/08 alle 14:15 via WEB
Bene Manfredi, se volevi gettare il seme della curiosità sull'eros alieno... ci sei riuscito! ciao! Nic
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 29/09/08 alle 22:19 via WEB
Mi ricordo nelle prime puntate di Star Trek quando Kirk flirtava con le aliene con fare fighettone. Beh, insomma ... come fantascienza lasciava un pò a desiderare. Ma hai visto come si è ridotto quell'attore? Ha una faccia enorme e un panzone ... ma non era meglio che continuasse a navigare con l'Enterprise? Pensieri serali, poco erotici... ciao a tutti. Alessandro F.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 30/09/08 alle 08:57 via WEB

Oh, sto sempre ben attento a confondere il personaggio con l'attore.
Il primo è il prodotto vettoriale di molte forze, dal regista al produttore (e la lista continua) mentre il secondo spesso ne presta solo il volto.
Per alcuni versi James T.Kirk non è nemmeno il miglior capitano tra quelli che si sono succeduti al comando dell'Enterprise, ma certo è il più "significativo".
Attenzione, qui parliamo della prima metà degli anni sessanta, di una serie di fantascienza americana per l'epoca molto innovativa e che inseriva nelle sue trame dei temi piuttosto "caldi" dato il luogo e il periodo.
Proprio in tema di Eros devo ricordarvi che proprio a Star trek si deve il famoso primo bacio tra un maschio bianco e una donna di colore, fino a quel momento mai osato trasmettere in televisione.
Bill "panzone" Shatner è personaggio a suo modo, certo quando era un giovane e sconosciuto attore canadese aveva il suo fascino, mentre ora ha "il suo peso", ma alla fine poco importa.
Kirk è galante, quasi "gigionesco" e ha inaugurato una lunga tradizione di spavaldi ufficiali sempre in cerca di avventure sentimental-erotiche in ogni porto spaziale dove l'Enterprise aveva la ventura di attraccare.
Ah, ultima cosa, il prossimo attore a interpretare Kirk nel XI film trek che uscirà a maggio 2009 sarà Chris Pine.
Alle signore lascio i commenti estetici sulla scelta del regista J.J. Abrams ;-)

Lunga vita etc...

Manfredi Alter

 
     
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 01/10/08 alle 14:23 via WEB
...e prosperità!
Personalmente trovavo sexy il dottor Spook e questo la dice lunga sulla mia libido!...;-)))))
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 01/10/08 alle 15:13 via WEB

In effetti quest'ultima affermazione lascia un po' perplessi: il personaggio del signor Spock ha mille sfaccettature, ma è anche noto come i vulcaniani si accendano di desiderio una volta ogni sette anni (è il cosiddetto Ponn Farr) e questo non deporrebbe a favore di un eventuale ascendente sexy.
Peraltro nel corso della ultra trentennale storia di Star Trek ci sono stati anche al tri personaggi vulcaniani "mirabili": mi permetto di citare, una per tutti, quello di T'Pol suggerendo qualche ricerca su Google ai signori maschietti (ma solo con intento culturale, s'intende ;-)

Manfredi Alter

 
     
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 01/10/08 alle 18:06 via WEB
Sì, è vero. Il "Ponn Farr" si ha ogni sette anni, ma se tu hai visto qualche puntata in cui se ne parla avresti visto la carica erotica che si può nascondere dentro un uomo dall'apparenza di ghiaccio come il dottor Spook....
Anzi, adesso che mi ci fai pensare, forse sono una come Hitchcock che si entusiasma per gli uomini (nel caso di Alfred, donne, of course) apparentemente freddi e razionali, ma che poi....WOW!;-))))
Firmato Carpe Kinsey
 
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 29/09/08 alle 17:21 via WEB
Lei disse con dolcezza: “Amore, quando uno dei due muore, io me ne andrò in Italia” (Angeles Mastretta In quella notte fredda e serena in cui tutti sembravano felici ed intenti a festeggiare il sopraggiungere del nuovo anno, Adhara si sentiva tremendamente sola. Guardò il vecchio orologio atomico appeso alla parete del soggiorno e si accorse che mancavano pochi minuti all'arrivo del nuovo anno, il 3.008 d. C. dell' Era dell'Acquario. Appena qualche ora prima, nel tardo pomeriggio, aveva avuto l'ennesima, spiacevole discussione con Righel e, di comune accordo, avevano messo fine alla loro anemica e travagliata storia d'amore. Meglio così, pensò la giovane donna mentre, scostando le pesanti tende, guardava fuori la notte stellata. Che se ne faceva di un uomo che pensava solo a sè, che quando era capitato di fare l'amore sul pianerottolo era durato meno della luce delle scale, che non si accorgeva di quanto restasse inappagata mentre lui, soddisfatto, si girava dall'altra parte e cominciava a dormire saporitamente. Non era il primo uomo che la deludeva sotto quell'aspetto e per questo Adhara si riteneva una femmina non particolarmente passionale. Non almeno come altre donne - e le pareva fossero molte- che riuscivano a godere, sempre e comunque, e la cui sessualità necessitava di mezzi minimi, forse nemmeno dipendenti dall'uomo con cui erano a letto. Per lei, passati i primi tempi quando l' attrazione fisica urlava forte e in cui, quasi da sola, si accendeva per un tocco lieve di dita, subentrava poi, immancabile, la routine e la necessità che il lui del momento avesse la voglia, la pazienza e la perizia di riaccendere la scintilla che dava fuoco alle sue polveri a combustione lenta. Fu forse a causa di queste riflessioni che, in quella notte fatidica, vinte le ultime resistenze, si decise a superare i pregiudizi e i luoghi comuni con cui era cresciuta, e cominciò a spacchettare il suo regalo di Natale. Quando lui, da seduto che era, si alzò in piedi, Adhara rimase incantata a fissarlo. Aveva occhi nero intenso dalle lunghe ciglia, la pelle ambrata, spalle larghe e dita lunghe, da pianista. Mentre la guardava con intensità fece scorrere il suo sguardo lungo il corpo di Adhara che capì, con un brivido lungo la schiena, come anche per lui, quello che vedeva fosse piacevole. Tale e quale ai suoi più reconditi sogni, tra loro non fù necessario che venisse pronunciata una sola parola e la giovane lo contemplò mentre piano le si avvicinava. Con dolcezza le sollevò il mento e inclinando la testa di lato, sfiorò timido le sue labbra stupite. Una prima volta, una seconda. Con dolcezza, quasi trattenendosi. Poi, come argini che cedono, il bacio si fece sempre più profondo ed intenso e lei rimase travolta sentendo l'onda forte del desiderio di lui. Si sentì sciogliere e dimenticò chi era e dove fosse, quando lo sentì tremare. Lui la voleva, subito, e non c'era posto per nulla altro che non fossero i loro corpi e la voglia di perdersi. Fecero l'amore come se a disposizione avessero tutto il tempo del mondo e Adhara si accorse, emergendo a tratti dal luogo misterioso in cui era sprofondata la sua parte razionale, come lui frenasse ogni qual volta a lei sembrava di non farcela più ad aspettare e desiderava solo bruciare le tappe e poter finalmente morire tra le sue braccia. E aveva ragione lui. Ai limiti estremi del piacere, c'erano ancora margini di godimento da esplorare. Poi giacque esausta. Incredula su quanto il suo corpo fosse in grado di procurarle. Era dunque vero che le donne avevano in dotazione un campo, inesplorato e maggiore, di lussuria rispetto agli uomini. Si girò pigramente a guardarlo, disteso lì, accanto a lei, gli occhi chiusi, il respiro calmo. Aprì allora il foglietto delle istruzioni e si ripromise, per l'indomani sera, di provare anche il programma “Kamasutra 3” dopo quell'assaggio di “Romantico 1”. Poi Adhara ammaccò il bottoncino giallo situato dietro l'orecchio destro del robot, modello “Mandingo”, e lo ripose nell'armadio a muro del corridoio.
The end
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 30/09/08 alle 00:23 via WEB
Carpe! e la sperimentazione del programma Kamasutra 3 quando la leggiamo? Ciao e grazie :))) nic.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 01/10/08 alle 09:12 via WEB
Carpe, come sempre buona prova di scrittura - qualche limatura sarebbe stata necessaria, a vantaggio del climax ...poi ti dirò perché. intanto però dammi l'indirizzo del sexyshop spaziale dove vendono quella roba, anche se si dice che la realtà superi sempre la fantasia ...io sono curioso e voglio provare tutto :)) - ciao, gianfranco
 
   
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Anonimo il 01/10/08 alle 10:38 via WEB
Carissimo Gianfranco, a parte il fatto che questa storia del sexyshop spaziale odora un pò di pubblicità occulta (attenti a "Striscia la notizia") vorrei consigliarti di non farti distrarre da queste cose. Il concorso sta finendo e tu devi essere lucido e presente al 100%. Insomma, Gianfranco... e io che ti credevo un ragazzo serio e tutto di un pezzo. Che delusione!!!!!!!! Alessandro F.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 01/10/08 alle 11:44 via WEB
mannaggia, AleF... io guardo la tv così raramente che striscia non lo tengo in considerazione - e sbaglio, lo so! perché in fondo anche gli inetllettualoidi come me son fatti di vile carne - anzi, facciamo così, mi avete fatto venire voglia di scrivere qualcosa di erotico:
--- Ancora una volta ---
Un giovane rivolo d'acqua scese dal cubetto di ghiaccio
aggirò la bassa duna sotto l’ombelico di Diana
poi si divise in piccole gocce simili a lacrime
gocce vischiose e inarrestabili irrigarono la sua pelle
candida sotto i peli scuri e arricciati del pube
Diana ebbe un piccolo brivido quando quelle gocce di rugiada
tiepide, scesero fin sulla soglia delle labbra impazienti
Poi si alzò dal letto, ancora una volta, donna disabitata
stancamente pensò a lui, a come sapeva sciogliere il gelo
a quel calore che non bussava alla sua porta da tempo
lo desiderò, fino in fondo, lo avrebbe aspettato
ancora una volta

ciao a tutti, e buon EROS da gianfranco
 
     
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 01/10/08 alle 14:29 via WEB
Tutta questa insoddisfazione e questa attesa solo perchè non ha voluto accedere ad un piccolo finanziamento ( con comode rate centennali) e comprarsi l'ultimo modello robotico la cui prima legge recita: "Un robot deve recare piacere a un essere umano, e non può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano rimanga deluso"...(lo sò, Asimov si starà rivoltando nella tomba!)..;-)))
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 01/10/08 alle 17:26 via WEB
Guarda guarda che strane associazioni mentali fanno fare l'eros, gli alieni, e i modellini robotici di Carpe... mi avete fatto tornare in mente "La bambola gonfiabile" di Lansdale... avete presente?
"Mi compro una bambola gonfiabile perché voglio qualcosa da scoparmi senza doverci per forza parlare. Sulla scatola c'è scritto Bambola dell'amore. La porto a casa e la gonfio. È carina, sexy e innocente. (...) Comincio a parlare alla bambola. Non ho mai avuto voglia di parlare con una donna, ma parlo con la bambola. La chiamo Madge. Avevo una cagna che si chiamava Madge, mi piaceva...."
Si trova facilmente anche su Google, se proprio siete curiosi di sapere come va a finire.... Nic.
 
     
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 01/10/08 alle 18:09 via WEB
Scommetto che si buca....;-(
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 01/10/08 alle 21:00 via WEB
E va bene Carpe, ecco il link diretto alla bambola gonfiabile... reggetevi forte che non si buca...
 
     
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Anonimo il 01/10/08 alle 21:39 via WEB
Carino, veramente carino. A volte, con i racconti dell'assurdo, se ne dicono di cose interessanti...;-)))CD
 
 
smile.new
smile.new il 02/10/08 alle 09:19 via WEB
Quando ho finito di leggere il tuo racconto, ho iniziato a toccarmi dietro l'orecchio, (sperando,temendo?) di avere qualche accessorio speciale, poi guardandomi intorno ho realizzato che non ero in un armadio, e mi sono detto al massimo avrei potuto essere il robot che scopava la cucina...
Ma che bella fantasia Carpe, il tuo racconto si legge tutto d'un fiato, ed a tratti è veramente piacevole.. ;))
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/10/08 alle 15:36 via WEB
Smile, hai anche altro da leggere, non ti concentrare troppo su questo post... ehm... capisci a me :)) ciao! Nic.
 
     
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Anonimo il 04/10/08 alle 16:15 via WEB
Smile, I love you!...;-)CD
 
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Anonimo il 30/09/08 alle 17:45 via WEB
Pomeriggio anni '80 Paco si affacciò al muretto bianco della terrazza sulla scogliera. Le ombre s'erano allungate su quasi tutta la spiaggia, lasciando in piena luce solo lo scoglio piatto e il pantanello che lo circondava, verso la punta ovest della piccola baia. Istintivamente cercò la figura familiare di Edna, l’unica che popolava quei pomeriggi freschi di fine settembre, coi suoi bikini coloratissimi, vezzosi giù, troppo piccoli su. Quello di oggi aveva una prevalenza d’azzurro “Positano”, che s’intravedeva appena nella traccia tra le natiche e dal laccetto che sbordava arricciato sotto il seno destro compresso contro la roccia. Forse una riedizione di luglio, o forse ancora nuovo. Quanti costumi aveva Edna? Trenta, quaranta, sessanta? Tra due o tre minuti si sarebbe mossa dal lastrone muschiato, con cautela e cura avrebbe riallacciato il reggiseno, avrebbe raccolto i capelli corvini dentro la cuffia di lattice e sarebbe entrata in acqua per l’ultimo bagno. Da lì a mezz’ora avrebbe risalito la scaletta, paludata nel suo pareo celeste, ondeggiando la sua grande borsa di paglia. Quante borse da spiaggia aveva Edna? Una, grande, dipinta a mano con colori all’anilina, ma una. Sessanta costumi e una borsa. Quella donna era il grande mistero di quella spiaggia. “Anche l’unico, in verità!” pensò Paco, mentre finiva di sfregarsi i capelli con il telo di spugna giallo. Era nudo, dopo la doccia. Amava quel rituale solitario di primo autunno, dopo sei ore di studio per preparare “Scienza delle costruzioni” all’appello d’ottobre. I suoi erano rientrati in città da un pezzo, come tutti gli altri villeggianti di quella piccola comunità discreta che si riuniva ogni estate intorno alla Paja verde. Su quella spiaggia solo lui e Edna, che abitava la grande villa color sabbia insieme alla governante e al vecchio giardiniere-autista-tuttofare. Il marito chirurgo s’era visto tre o quattro volte in tutta l’estate. Aveva pescato, aveva “drinkato” sotto il porticato, aveva telefonato a lungo dalla spiaggia con uno di quei nuovi marchingegni senza fili collegati via radio alla centralina interna. Lei non l’aveva seguito al rientro in città. Non aveva figli, non aveva un lavoro. Viveva placidamente la sua esistenza agiata, immune dalle ansie del tempo e, pure, così regolare e ordinata: in fondo i costumi erano l’unico elemento di diversità che faceva distinguere un giorno di Edna da un altro giorno di Edna. Quante frasi aveva scambiato con Lei, tutta l’estate? Dieci, quindici? “Buon giorno! – E’ calda l’acqua, oggi? – Ha visto che bella barca ha ormeggiato al moletto. … ah … è di suo cognato?” Alle seconde piogge, quelle che ingrigiscono il cielo d’ottobre del Tirreno del sud, sarebbe andata a riportare i suoi mitici trentott’anni dentro le stanze damascate della sua residenza urbana. Lui avrebbe rimesso i suoi insoddisfatti ventuno nella trebbiatrice sconquassata della “Facoltà”. Da dietro il muretto, che nascondeva ad Edna e al mare le sue nudità essenziali, Paco la guardò entrare in acqua e dare le prime bracciate, mentre i glutei poco affioranti dall’acqua prendevano il ritmo alternato del suo perfetto stile libero. Continuò il suo rituale. Allargò sulla sdraio il telo giallo, regalo dell’anno di Marcella, e vi si stese sopra. Prese una Chesterfield dal pacchetto sopra il tavolinetto di ferro battuto, l’accese, tirò la prima boccata. Inforcò i rayban, si distese a guardare il tramonto, in asse con la scaletta che dalla terrazza scendeva alla spiaggia. Pensò a quello che avrebbe fatto da lì a poco. I “roy rogers” e la camicia bianca erano pronti sul letto, i mocassini di cuoio ben puliti, il portafogli rifornito di fresco con quindicimila lire, la cinquecento benzinaia accortamente lasciata all’ombra del fico grande, Marcella alle sette al Bar della Villa, un paio di birre, la pizza da Aldo. Seguito con Marcella?. Forse. Eventualmente, dove? Comunque all’una tutti a nanna, salvo spaghettata! Era proprio mentre pensava agli spaghetti fumanti immergersi nello scodellone già mezzo pieno d’olio d’oliva all’aglio e peperoncino che avvertì lo strappo di completamento di una superba erezione. Hermann se ne stava lì, stagliato contro il tramonto, più duro della roccia della scogliera, più dritto di un palo di telegrafo, più grande di quanto non avesse mai sperato nelle sue ancora fresche fantasie adolescenziali. Chiuse gli occhi per un momento abbastanza lungo da consentirgli di riassaporare al meglio quell’estemporaneo, irrituale trionfo di virilità. “Gli spaghetti? E’ mai possibile?” Riaprì gli occhi. Hermann era ancora lì, come l’aveva spento dieci secondi prima. Edna era lì, dietro Hermann all’imbocco della scaletta, con il suo due pezzettini azzurro Positano, le cosce e il seno scintillanti di rugiada salmastra. Paco ercò d’istinto un lembo del telo giallo (regalo di Marcella) per arrivare, di strappo, ad un improponibile seppellimento a vivo di Hermann, mentre con la sola altra mano d’appoggio guadagnava con fatica e poca dignità motoria una posizione eretta che gli consentì, finalmente, di avvolgere il telo intorno ai fianchi. “Scusi, signora, non pensavo …. Ho appena fatto la doccia! … Mi dica …!” “Mi hanno rubato la borsa, mentre facevo il bagno!. Hai visto qualcuno, qui intorno?” “No, mi dispiace. L’ho vista entrare in acqua, poi mi sono ritirato. Ma quanto tempo è passato? Aveva denaro, cose di valore?” “Denaro? No! Cose di valore? Solo un piccolo orologio, e … un pareo di seta. Per fortuna il bracciale lo tengo alla caviglia.” Alzò il piede all’indietro, ruotando un po’ su se stessa per offrirgli la caviglia scavata, bronzata, nervosa ad una constatazione più diretta dell’effettiva presenza del bracciale d’oro e zaffiri. “Guardi, mi dia il tempo di vestirmi e facciamo un giro nei dintorni. Magari hanno lasciato la borsa in qualche cespuglio! Le trovo un paio di scarpe?” “No, meglio di no!” “Non vuole le scarpe, … non vuole cercare … non vuole sapere se … ?” “Non voglio che ti rivesti!” Solo allora Paco notò che Edna teneva con l’indice e medio della sinistra un paio di sandaletti rossi con il tacco a spillo. Continuò a guardarli mentre li indossava e si avvicinava a lui fino al contatto del suo regisenso bagnato contro il suo petto. “Torna com’eri, poco fa!” Era stordito, tardò a capire. Fu lei a cingerlo, a slacciargli il telo giallo (regalo di Marcella), ad allargarlo di nuovo sulla sdraio. Paco si ridiscese a gambe larghe, tenendosi il pacco con la destra. Ma non era un gesto di pudore. Con due movimenti rapidi lei si slacciò il reggiseno e gli slip le caddero ai piedi come se si fossero improvvisamente arresi. Scavalcò con una gamba la sdraio, si accosciò, tirò via quella mano di uomo che proteggeva il suo obiettivo, glielo prese con una presa da rovescio e lo ritorse verso il pube completamente rasato. “Come ti chiami?” Paco, mi pare!” “Si, Paco, e tu … Edna, mi pare” Il colpo di reni che le fece scivolare il pene in tutta la sua profondità fu simultaneo alla pronuncia del suo nome. Poi fu una cavalcata selvaggia e combattuta, di glutei che schiaffeggiavano gonadi, di mani che strizzavano seni, di lingue che sciabolavano di punta e taglio. L’eruzione, trattenuta a lungo, fu di tipo effusivo, tracimata dagli stantuffi random che Edna volle concedersi dopo un orgasmo lungo quanto una sinfonia. Si ritrasse, prese un lembo del telo giallo (regalo di Marcella), lo strinse tra le cosce, versandovi sopra gli umori di pesca settembrina che sgorgavano dal suo ventre. Poi si alzò, come presa da un’improvvisa felicità, gettò all’aria prima uno, poi l’altro sandaletto. Con una corsetta che le fece sobbalzare tre o quattro volte i seni grandi e, tuttavia, turgidi, si gettò sotto la doccia che stava sulla piazzola più protetta della terrazza, sotto la roccia rossa, e girò la maniglia dell’acqua. Il telefono del soggiorno squillò. Ancora nudo e bagnato di Lei Paco si alzò per rispondere. “Scusami amore, non posso venire! E’ arrivata la Zia Teresa da Verona! Ci vediamo domani!” Mentre cercava di apparire dispiaciuto e, tuttavia, rassegnato, dalla grande vetrata guardava Edna, nuda, ancora sotto la doccia. La raggiunse, pronto per un secondo assalto. In un’attimo il Sole sparò l’ultimo raggio sul muretto bianco e Lei, d’improvviso, si ritrasse, lasciandolo solo sotto l’acqua ormai gelata. Andò a raccogliere il suo bikini azzurro Positano, lo indossò in un mondo diverso e distante, saturo di silenzi e di oblii. Nel suo, Paco tornò ad avvolgersi nel telo giallo (regalo di Marcella) e, da un tempo e da un luogo molto lontani, gli sembrò di vedere una donna estranea e mezzo nuda con un paio di sandaletti rossi in mano, rivolgergli un sorriso ed accennare un saluto a mano aperta. Rispose al saluto quando lei già gli voltava le spalle. Indossò un paio di bermuda che aveva negligentemente lasciato su una sedia il giorno prima. Tornò al telefono. “Pronto, sono Paco Ranieri, c’è la Signora Lia? – Si, grazie, attendo – Lia, sei tu? Sai, avrei bisogno di un paio d’ore di quelle pulizie speciali. – No, non domani mattina, stasera! – Digli che ho una festa, una spaghettata, che farai tardi; tanto hai il motorino, no? – Sì, d’accordo, ti aspetto!” Il vento della sera si alzava, spiumandogli sulla pelle afrori di alghe fermentate muschi. Si accese un'altra Chesterfield, tornò ad affacciarsi al muretto. Edna era lì, tra le luci di cortesia dell’ultima rampa di scaletta verso la grande villa color sabbia, il suo top azzurro Positano, i suoi sandali rossi in mano, il suo pareo celeste. Saliva gli ultimi gradini ondeggiando la sua grande borsa di paglia dipinta all’anilina.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 30/09/08 alle 17:58 via WEB
caro anonimo, come già dovresti sapere l'anonimato asettico, come il tuo, non è cosa gradita in questo blog. Ma pazienza, abbiamo letto ugualmente il tuo racconto ...che non appare competitivo. comunque, anche se fosse giudicato un buon brano sei fuori concorso. perché circa 4.000 caratteri non sono assimilabili a oltre 9.000 - a presto, gianfranco
 
   
smile.new
smile.new il 01/10/08 alle 19:13 via WEB
Ciao Gianfranco, sinceramente il racconto dell'anonimo è lungo, ma non mi sembra male.. anzi a tratti anche eccitante. Non posso io dire se ben scritto perchè non ne sono in grado. Ma non è questo in fin dei conti il posto per imparare dai nostri errori, con i vostri consigli? forse se "anonimo" si rivelasse ed accettasse delle critiche potremmo commentarlo insieme a lui... ciao Smile
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 01/10/08 alle 21:14 via WEB
ebbene si, smile carissimo ...la mia idiosincrasia verso l'anonimato e verso chi non fa la fila... offusca anche i miei più sani principi. ma sono anche sempre disponibile a rivedere la mia posizione, a leggere, a ri-leggere, a mediare. un abbraccio e grazie per l'attenzione. gianfranco
 
nnsmettodsognare
nnsmettodsognare il 01/10/08 alle 11:23 via WEB
Stavolta il gioco ho provato a non perdermelo. Ecco il mio racconto che posterò anche sul mio blog. E intanto grazie per farci divertire con queste iniziative.
"A primavera, quando l'acqua dei fiumi deriva nelle gore e lungo l'orto sacro delle vergini ai meli cidoni apre il fiore, e altro fiore assale i tralci della vite nel buio delle foglie; in me Eros, che mai alcuna età mi rasserena, come il vento del nord rosso di fulmini, rapido muove: così, torbido spietato arso di demenza, custodisce tenace nella mente tutte le voglie che avevo da ragazzo."
Rileggeva assorta questa poesia di Quasimodo, dondolando sulla sedia che sua suocera le aveva regalato per allattare. Mille ricordi le si intrecciavano nella mente. Confusi. Eros, no davvero, non come il vento del nord rosso di fulmini. Eros l'elemento primordiale, figlio di Arcobaleno e di Libeccio. Colori brillanti tra lacrime di pioggia, vento fresco, umido, portatore di nebbie, gentile, persuasivo. Non così terrificante come fulmini e saette. Una brezza leggera, un sollievo al caldo torrido dell'estate. Il blu intenso del cielo, sfociante nel nero cupo dopo il tramonto, ma non ancora così buio da perdersi. Quell'attimo prima che la luce vada via del tutto. Così ricordava le sensazioni che quell'uomo aveva lasciato indelebili in lei. Quanti anni erano passati? Quaranta, cinquanta forse, non riusciva più a contarli. Era stato prima di sposare suo marito, o almeno credeva. Era stato forse quando pensava non sarebbe più tornato dal fronte. Uno straniero. C'era qualcosa di inquietante nel suo sguardo, occhi infidi di gatto, eppure emanava una tale sensazione di quiete che aveva deciso di affidarglisi. L'aveva aiutata a riportare su per la collina le pesanti ceste del bucato lavato di fresco giù al fiume. Lei lo seguiva, appagandosi del sole estivo più sopportabile senza quel peso. E poi com'era stato? Non ricordava… Aveva posato la cesta vicino quell'albero e l'aveva guardata. A lungo, in silenzio. Lei era rimasta lì, immobile, incapace di azione. Lui le aveva sfiorato le spalle, e poi giù con dita delicate e sapienti, lungo le braccia fino alla vita. Quei brividi, non ricordava altro, non il suo volto, non il suo nome. L'aveva presa lì, sull'erba umida, con baci dolci e intensi, piccole nuove fiammelle accese ogni volta. E così com'era arrivato, così era andato via. Nessuno sembrava sapere nulla di quello straniero, nessun altro ricordava di averlo mai visto o incontrato. Chiuse il libro di poesie. Forse era stato solo un sogno. Forse un desiderio. Il cane, suo unico amico di vecchiaia, corse via spaventato al rumore del libro scivolato a terra. La trovarono così, un sorriso sulle labbra, il suo animale accucciato contro la sedia, il libro incredibilmente aperto su quelle pagine.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 01/10/08 alle 11:41 via WEB
grazie per la partecipazione - benvenuta nella nostra comunità - gianfranco
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/10/08 alle 08:04 via WEB
Un colpo di tosse lo svegliò. "Cos'hai?" "Niente, solo un pò di tosse" "Vieni qui vicino a me" Questo lo diceva spesso. Lei guardò la sveglia, le cinque e dieci. "Girati che ti massaggio un pò la schiena". Lei si girò. Partì con la mano e lei capì che si stava svegliando del tutto. Le piaceva sentire la mano sulla schiena.. continuò per parecchio, strano, pensò lei, di solito si stancava subito. Il massaggio si fece più intenso "togliti la maglietta.." "no.. ho freddo..." La mano girò e rigirò infine la costrinse a voltarsi, capitò sul seno, sul capezzolo, forte e piano, forte e piano. Le tolse la maglietta e il reggiseno e continuò, poi la andò a cercare, la penetrò con le dita e la trovò subito bagnata. Lei era sveglia ormai, pensava al suo amore. A come sarebbe stato dolce con lui. Non riusciva a non pensare, cercava di sentire soltanto ma non ci riusciva ancora.. Lui si mise a baciarla, nella bocca, sui seni, sempre con le dita dentro di lei. Poi le tolse anche gli slip che incredibilmente c'erano ancora, ed entrò in lei. Le piaceva starle sopra, la poteva riempire completamente e sapeva che anche a lei questo piaceva più di tutto... Lei pensava al suo amore. A come sarebbe stato intenso con lui.. le sensazioni la stavano prendendo ormai, ma gli unici momenti in cui non pensò al suo amore furono quelli, incredibili, ogni volta incredibili, in cui si pensa solo a sè stessi... Poi lui la accarezzò con insolita tenerezza e la strinse a sè, strano, pensò lei, di solito accadeva il contrario. Stettero immobili. La dolcezza nel suo corpo c'era ancora ma lei ora pensava al suo amore che faceva l'amore con la sua donna, lo immaginava, chino su di lei... Lui si addormentò subito come al solito. Lei non potè più prender sonno. Decise di pensare al pranzo dell'indomani. Sarebbero venuti suo figlio e sua nuora e il suo nipotino. Ci teneva a fare bella figura, come sempre.
 
 
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/10/08 alle 08:04 via WEB
ciao.
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/10/08 alle 11:10 via WEB
Cara MARIONeDAMIEL, leggere queste cose al mattino ... sconvolge. E' il mio modo di farti i complimenti. Una cosa mi lascia perplesso però: ma quante sono le donne che dormono con il reggiseno? Ciao ciao, Alessandro F.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/10/08 alle 14:05 via WEB
Bè, ringraziandoti del complimento ti posso dire che quelle che tengono alla "tenuta" del loro seno, credo lo facciano; quelle che non hanno seno immagino non abbiano di questi problemi. Ciao. M.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/10/08 alle 14:31 via WEB
Ciao a MARIONeDAMIEL, bevenuta tra noi e grazie per il tuo contributo. Lascia però che mi stupisca sulla novità di questo dettaglio tecnico... Nic.
 
     
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/10/08 alle 18:17 via WEB
Grazie Nic.
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/10/08 alle 16:26 via WEB
mi scuso per l'intrusione ...toc toc! si può? questo sarebbe ancora un blog letterario, senza pretese per carità, ma pur sempre un blog in cui si parla di scrittura. E non di certo il siparietto di una sitcom su cosa è più trendy tra l'andare a dormire col reggiseno o senza! Invece, il simpatico dubbio sollevato da AlessandroF non è un dettaglio soltanto scherzoso, infatti quel particolare del reggiseno potrebbe "distrarre" il lettore dall'eros annunciato... per il semplice fatto che sia costretto a pensarci. :)) ben arrivata MARIONeDAMIEL, adesso che sei dei nostri devi essere prepararata ai nostri maltrattamenti critici - ciao, gianfranco
 
   
MARIONeDAMIEL
MARIONeDAMIEL il 02/10/08 alle 18:15 via WEB
..ma un pezzo di letteratura deve colpire la fantasia, tu mi insegni..:) Io non ho alcuna pretesa letteraria, scrivo da tre anni per me e sono contenta di avere qualche amico che mi legge. Altrettanto di leggere. Grazie del benvenuto Gianfranco. p.s. le critiche sono il sale della vita, chi ti rispetta, ti dice ciò che pensa... :)
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/10/08 alle 18:30 via WEB
eheh, allora siamo in due Marion. anche io non ho pretese letterarie, ma pretendo la ricerca dell'eccellenza ...non il suo raggiungimento, bada bene, ma la ricerca si, quella la pretendo - a presto, gianfranco
P.S. non esistono ricette sicure in letteratura, ma ottimi ingredienti si, e... poi bisogna imparare a sceglierli e cucinarli col cuore
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/10/08 alle 16:57 via WEB
Contributo erotico! (ovviamente fuori concorso) - Vediamo se funziona :)

UN BACIO LENTO
“Un bacio ha bisogno di tempo. Deve essere lento...”.
Lo aveva detto all’improvviso, da mille chilometri di distanza. E lei aveva desiderato violentemente la sua bocca, averla, subito. E sfiorarne le labbra, respirarla a fondo e gustarla piano all’inizio... per poi sciogliersi nel suo calore, esplorandone la profondità con curiosità e veemenza, succhiando umori di vita sconosciuta, senza spazio per il respiro, senza tempo per il pensiero... fino a spalancarsi in uno spasimo ed accoglierlo. Tutto.
Era bastata un’altra parola, una sola:
“Vengo”.
Aveva chiuso gli occhi e lui subito le aveva sfiorato il collo con il tocco lieve delle dita. Era dietro di lei, le aveva detto “spostati”, erano scivolati sul divano.
Lo sentiva addosso, inondata, finalmente travolta dal suo odore. Ecco quello che da sempre le mancava: il suo odore. Di sapone antico, di camicia fresca di bucato.
Soltanto che la camicia non l’aveva già più. Era solo pelle nuda. Caldissima. Addosso.
Era sopra di lei e si muoveva, piano. Lei gli sfiorava il collo ora, le mani scivolavano lungo la sua schiena, sfioravano i fianchi morbidi, addolciti dal tempo, dall’età. Lo cercavano.
E lui era pronto e lei non poteva resistere oltre al grido del corpo, che da tanto di quel tempo lo aspettava, impaziente ormai, affamato, ma...
Un sussurro, un comando:
“Aspetta, voglio spogliarti, tutta”.
L’amore deve essere lento... e lui conosceva i tempi dell’amore.
Le aveva aperto il vestito, cominciando a sfiorarle la gola con le labbra, un bacio leggero e subito un altro, più caldo, percorrendo con la lingua i contorni del seno, indugiando e scivolando ancora, più giù, e poi ecco mani e carezze e bocche e pelle confusa e umori e ancora mani a frugare, impazzite, ad aprire, a schiudere un sogno, un lampo, un sospiro, un grido tenuto, un lampo...
Fu il ciabattare strascicato verso la porta del bagno a farla scattare in piedi: aveva pochi secondi per tornare alla sedia, con le spalle alla porta, gli occhi al riparo. Solo pochi secondi, prima che arrivasse roco il richiamo:
“Ancora davanti al computer?”. --------------------------------- Nic.

 
 
smile.new
smile.new il 02/10/08 alle 19:53 via WEB
Vedi che succede a stare troppo tempo davanti al computer?
E quei fianchi morbidi, addolciti dal tempo, non sono simili alle mie manigliette dell'amore?
Scherzo Nic (o elliy per gli amici) sono sempre entusiasta di leggerti, e vedere come un argomento delicato come l'eros, sia reso bello ed eccitante, senza cadere nella volgarità... :))
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/10/08 alle 23:40 via WEB
Smile, hai distrutto con tre paroline tutta la poesia del mio raccontino... grrrrr!!!! (ti perdono, ma solo per questa volta!) ciaoo! Nic.
 
     
carpediem56maestral0
carpediem56maestral0 il 03/10/08 alle 18:00 via WEB
Però, questi coniugi ciabbattatori dalla voce roca e dal tempismo orribile...;-))Elliy, il tuo bel racconto è un inno alla singlitudine....;-))))
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 04/10/08 alle 00:43 via WEB
e se fosse stato un genitore, nei confronti di una figlia, invece?? ciao Carpe :) Nic.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 04/10/08 alle 16:13 via WEB
Acc...Questo è un colpo basso!...;-)CD
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/10/08 alle 17:27 via WEB
Giuro che mi sono impegnato e che ho scritto, corretto e riscritto decine di volte. Ho trovato l'esperimento molto interessante, costruttivo ed educativo, ma un risultato decente non è arrivato. Pubblico lo stesso un mio piccolo contributo e faccio i complimenti a tutti per i vostri lavori! Ciao, Gianpaolo ;-)
Appoggiò la coppa sull'eccentrico tavolino in velluto rosso e stranamente percepì il pelo cortissimo del tessuto cedere sotto il peso del bicchiere: il fluido movimento innescò sulla sua pelle un brivido intenso lungo tutta la schiena, bianchissima, flessuosa tra il nero della scollatura indecente. Socchiuse gli occhi, trattenendo ancora un poco il vino a pizzicarle la lingua; inspirò fortemente e i suoi pensieri, per un attimo, furono offuscati dall'acre profumo che aveva riempito la stanza e ora la sua testa. Ovunque enormi candele stavano lentamente sciogliendosi al calore di barcollanti fiammelle, disegnando nell'aria sinuose lingue odorose. I languidi barlumi nascondevano ai loro occhi gli spigoli della mobilia e al suo cuore qualsiasi timore ragionevole o pudicizia ereditata. Lui era lì, al suo fianco, vicino come non lo era mai stato. Avvertiva sul viso la sua eccitazione mentre parlava, respirava, sospirava in attesa di una risposta. Per lei invece, da qualche istante, non c'era più nulla da dire, niente da aggiungere, solo tapparsi la bocca l'uno con le labbra dell'altro. Così, riaperti gli occhi, li richiuse baciandolo.
 
 
smile.new
smile.new il 02/10/08 alle 19:59 via WEB
Giampaolo, mi sbaglio od il tavolino torna spesso nei tuoi racconti?
Ma è una fissa? :))
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/10/08 alle 22:28 via WEB
Lo sapevo io di pubblicare lo stesso qualcosa! Grazie dell'aiuto, io non riesco a vedermi alcun difetto!!! ;-) Gianpaolo
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/10/08 alle 23:41 via WEB
Gianpaolo hai fatto bene a inserire il tuo contributo... in effetti cominciavamo a sentire la tua mancanza! ciao! Nic.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/10/08 alle 09:32 via WEB
Come sai, Nic, è da pochissimo che sto cercando di mettere in fila qualche riga. E scrivere di eros, poi... Grazie dunque per l'ottima palestra che ci offrite!!! Gianpaolo
PS: adesso posso confessarlo, il precedente look del blog, così nero, proprio non mi piaceva.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 03/10/08 alle 15:05 via WEB
Gianpaolo, e non potevi dirlo prima?? del look del blog intendo dire. (questo va bene? parla ora se hai da parlare....) Ciao e grazie! Nic.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/10/08 alle 16:14 via WEB
Parlo ora che mi sembra che la Renata sia fuori redazione... Anzitutto premetto che i gusti sono gusti: io dico i miei e potete tranquillamente non condividerli. La pagina così com'è ora è piuttosto 'piatta': le due colonne ai lati (così come la doppia intestazione in alto) non staccano abbastanza dal corpo centrale, quello principale (il rosino è deboluccio e avete mantenuto lo stesso sfondo bianco). Anche il testo del messaggio (quello con cui proponete l'argomento di discussione) non si discosta molto dal formato dei commenti successivi: magari mettendolo solo in grassetto potrebbe bastare, oppure aumentando di qualche unità la dimensione del carattere (tipo il formato del testo di Alessandro Fort - Ottanta Lire). Il fatto è che il lettore è molto più a suo agio se capisce subito cosa sta leggendo: "messaggio? commento? avviso? pubblicità?". Insomma: cccorre dare più personalità al nostro blog! Ciao ;-))) Gianpaolo
 
     
renata.maccheroni
renata.maccheroni il 04/10/08 alle 08:35 via WEB
"Parlo ora che mi sembra che la Renata sia fuori redazione...". Sì, la sottoscritta è fuori Redazione. Chiarito il punto, ti chiedo: prima non potevi parlare? Era tanto mostro questa Renata da non lasciarti addirittura parlare? Ho dato il mio contributo al Blog con tutte le mie forze, onestamente. Chiunque di voi, ripeto chiunque, aveva piena facoltà di adoperarsi sui miei interventi qualora ne avesse avvertito la necessità. Sia per quanto concerneva quelli ironici sia per quanto concerneva quelli più seri riguardo la scrittura e i modi di svilupparla. Chi si è sentito "impedito" nel farlo evidentemente ha così agito per motivi suoi personali, ché io ho sempre lasciato la massima libertà possibile di conversazione (del resto non possedevo strumenti per impedirla, e lungi da me il volerlo e/o pretenderlo.) Quindi l’incipit di questo tuo post mi sembra assolutamente gratuito e fuori luogo. Gradirei, appunto non facente più parte della Redazione, che il mio nome restasse fuori, così come lo è la mia persona, dalle Vostre discussioni, specie per affermare quanto non è. Diversamente mi vedo tirata per la giacca ad intervenire, qui, dove intervenire non desidero più. Grazie dell’attenzione.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 04/10/08 alle 09:01 via WEB
Scusa Renata, la mia non era ASSOLUTAMENTE cattiveria. E se è vero che hai lasciato la redazione, mi dispiace MOLTISSIMO! Del resto mi sembra che abbiamo sempre scherzato nei nostri scambi di battute, e con questo mio precedente intendevo solo proseguire la nostra simpatica schermaglia! Scherzare sì, ma sempre costruttivamente. Pensa che proprio ieri sera avevo scaricato la puntata di Parole dove tu intervieni telefonicamente e quasi mi è venuto un colpo nel sentire la tua voce: è uguale a quella della mia profe di filosofia di liceo, di cui ero innamorato perso! Quindi, se tu ci lasci, mi addolora ancora di più. Non so perchè tu te ne vada, spero non sia anche per colpa mia perchè mi divertivo proprio a prenderci in giro. Fammi sapere qualcosa di più sulle tue motivazioni (o se l'avevi già scritto e io me lo sono perso, dimmi dove). Grazie di tutto e complimenti ancora per come e cosa scrivi. Ciao (e scusa del malinteso), Gianpaolo.
 
     
renata.maccheroni
renata.maccheroni il 04/10/08 alle 09:57 via WEB
Scuse più che accettate, Gianpaolo, infatti abbiamo sempre scherzato e le nostre schermaglie divertivano molto anche me, quindi fraintendimento chiuso :-)
La mia decisione di non far più parte della Redazione non è ASSOLUTAMENTE da imputarsi a te (ci mancherebbe altro!) e non è stata indicata né da me né da nessuno della Sudetta, sicché non ti sei perso nulla, semplicemente è un post che non esiste.
Sono io che ringrazio te dello scambio di battute e dell'opportunità che mi hai regalato. Grazie, e adesso sono io che mi scuso per il malinteso tra noi. In bocca al lupo!
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 04/10/08 alle 10:22 via WEB
hola, amici carissimi - anche se io non avevo dubbi sul tono confidenziale e scherzoso, devo dire che l'incipit del messaggio di GiaNpaolo aveva lasciato ampio spazio a un'interpretazione ambigua dello stesso, tanto che anche io me medesimo mi chiedessi "ma che c'entra quella frase iniziale con tutto il resto del messaggio che esprime pareri sulla grafica e i contenuti del blog?" la risposta fu un grande jovanottiano "BOH!". Ne approfitto per lasciare un saluto a Renata, a nome di tutta la redazione, esprimiamo pubblicamente il dispiacere per la sua assenza dal blog ...e al tempo stesso ne riconosciamo i validi motivi che la portano a staccarsi da questa esperienza. Penso che soprattutto nelle questioni artistiche e maggiormente in quelle letterarie, ognuno di noi abbia dei paletti e limiti non oltrepassabili, e Renata, giustamente, non intende oltrepassare i suoi - aggiungo che Renata non è sparita e mi auguro che non sparisca "mai" da tuttiscrittori... ma i suoi interessi e le sue notevoli capacità sono state da lei dirottate su altre attività. Sia ben chiaro che noi tutti, con l'aiuto e la partecipazione dei nostri selezionati frequentatori e dei collaboratori freelance, continueremo a impegnarci per la crescita e il miglioramento delle nostre capacità narrative, anche qui, in questo blog che ci fa compagnia e ci aiuta a riflettere su più di una cosa. Il Blog di tuttiscrittori era e resta un luogo aperto a tutti, e ci mancherà molto la nostra Renata Maccheroni …adesso la parte del poliziotto cattivo, in questo telefilm, tornerà al sottoscritto.
un abbraccio a tutti e un rinnovato grazie a Renata
 
     
renata.maccheroni
renata.maccheroni il 04/10/08 alle 11:01 via WEB
Un abbraccio a te, Gianfranco :-)unitamente al grazie per il tuo intervento.
 
     
smile.new
smile.new il 04/10/08 alle 11:15 via WEB
Apprendo ora che per ragioni personali, Renata ha deciso di uscire dalla redazione, qualcosa avevo immaginato perchè non vedevo più interventi suoi da qualche tempo, ma avevo pensato ad un periodo di ferie. o simili.. Mi dispiace veramente, non sempre ho condiviso con te Renata, tutto quello che dicevi, spesso anzi le tue bastonate letterarie mi hanno anche un pò fato inc.. però sono sempre state costruttive, e penso di aver fatto tesoro dei tuoi suggerimenti, sempre mirati ad una crescita comune. Rispetto la tua decisione, anche se spero sia solo momentanea e che tu possa tornare, il blog con il tempo è molto cambiato, ed io che lo seguo da tanto me ne sono reso conto, è cresciuto professinalmente, e devo dire che parecchio di tuo in questo si era visto. Ora dovremo risopportare le bastonate di Gianfranco, di Stefano e di Nicoletta.. mi armerò di un buon cuscino e contestualmente faccio a tutti voi di Tuttiscrittori gli auguri di buon compleanno del Blog (7/10)grazie per esserci, grazie p'er l'impegno che tutti voi mettete... Smile :)
 
     
renata.maccheroni
renata.maccheroni il 04/10/08 alle 11:42 via WEB
Le mie ragioni, gentile Smile - o per meglio dire: motivazioni - non sono di carattere personale. Se tu rileggi con attenzione il tuo intervento noterai che una delle motivazioni l'hai indicata tu, e molto chiaramente. Ciao :-)
Ps: per quanto mi concerne il termine "bastonate" non lo reputo indicato: non sono io ad aver scritto le regole della grammatica italiana. Quando mi sono permessa di farle rispettare è perché ho creduto (e ancora ne sono persuasa) che in un Blog denominato TuttiScrittori debba essere, questo, il principio essenziale. Nel contempo ritengo l'avverbio "professionalmente" poco indicato per l' attuale stato qualitativo del medesimo Blog. Del resto non credo sia il suo obiettivo, almeno al momento.
Ed ora mi fermo qui, se permettete. Non voglio rischiare di andare oltre un dire che potrebbe essere scambiato, giustamente, come inopportuno.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 04/10/08 alle 14:01 via WEB
... volevo solo stuzzicare Renata perché era un po' che non la leggevo più. Il senso era "approfitto della pausa caffè di Renata ecc. ecc." (sempre perché ci piaceva prenderci in giro), non sapendo assolutamente che invece l'assenza era di tutt'altro genere. Forse dovevo firmarmi con un altra versione del mio nome, per essere chiaro nel tono. Ciao a tutti (sono un po' triste), Gianpaolo
 
   
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/10/08 alle 09:27 via WEB
Beccato Smile! Si scrive GiaNpaolo e non GiaMpaolo. Perché io sono buono, ma quando è troppo è troppo... ;-))) Gianpaolo
 
     
smile.new
smile.new il 03/10/08 alle 09:53 via WEB
Tana... Colpito ed affondato GIA-M-PAOLO. Ho iniziato la mia autofragellazione, per penitenza sono sceso al bar e ho visto mangiare 3 cioccolatini ad altri... è una penitenza troppo troppo cattiva ... :))
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/10/08 alle 10:02 via WEB
"...ho visto mangiare 3 cioccolatini ad altri..."... AD altri??? Perché AD? Gia-N-paolo
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 03/10/08 alle 15:08 via WEB
PILLOLA DI GRAMMATICA – Domanda: perché “aD altri”? – Risposta: “d” eufonica.
Le congiunzioni, "e", "o", e la preposizione "a", possono richiedere l'aggiunta di una d per legarsi meglio alla parola che segue, quando questa comincia con una vocale. Non è una vera e propria regola, ma è buona norma utilizzare la “d” eufonica soltanto quando la vocale iniziale della parola seguente è la stessa: ad avere, ed essere, od obbligare.
Non dovrebbe essere utilizzata, invece, quando la vocale iniziale della parola seguente è diversa: a una, e altri, o essere. Quindi è corretto l’uso di “ad altri”. Per ora, senza esagerare, mi fermerei qui... salvo ulteriori approfondimenti - e valutazione di eccezioni - se del caso! ciao! Nic.
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/10/08 alle 15:34 via WEB
Grazie Nic: farò tesoro della tua pillola! Ma il mio dubbio era legato all'uso della preposizione A (o AD) con il verbo MANGIARE: che significa "ho visto mangiare ... ad altri" ? Io avrei scritto "ho visto mangiare ... DA altri". Grazie ancora, Gianpaolo
 
     
smile.new
smile.new il 03/10/08 alle 16:05 via WEB
Caro GiaNpaolo, per me che sono un supergoloso, non c'è punizione peggiore per me che restare a bocca asciutta, in una pasticceria.. :)
 
     
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 03/10/08 alle 16:17 via WEB
... ci sono i TAVOLINI nella pasticceria? Gianpaolo
 
magdalene57
magdalene57 il 02/10/08 alle 21:19 via WEB
vieni... beviamo un caffè - dai, prepara un caffè... - abbiamo finito di mangiare da poco. I piatti sono ancora sulla tavola. Ho cucinato cose semplici, il vino però era corposo, fermo, vellutato... prepara al bacio. Quasi quasi mi dispiace il caffè... Prendo la caffettiera, ha la base tonda, liscia. Mentre la svito l'accarezzo... a volte mi capita... accarezzo ancora, continuerei a farlo... mi stò eccitando. Così fredda al tatto, così liscia ... ecco. La riempio. Ora la chiudo, decisa. Accendo il fuoco. Gli giro attorno. I miei occhi si posano lì, vorrei toccarlo ... ma è presto. Aspetto di vedere, se mi vuole. Prendo due tazzine, bianche , sottili, liscie, perfette nella loro rotondità... mentre passo mi struscio contro le sue ginocchia ... mi fermo. Le circondo con le mie gambe... mi piego verso di lui, i miei seni sono sul suo viso ... Le sue mani poggiamo sul mio sedere. Mi stringe. Preme per avvicinarmi. Gli bacio la testa. Gli accarezzo le orecchie ... con la lingua .. I capelli , odoro i suoi capelli .. Chiudo gli occhi. Alle gambe sento un cedimento. un calore strano in fondo all'inguine.. lei è calda, umida. Il caffè è pronto. Lentamente lo verso. Segue con lo sguardo i miei gesti, sento gli occhi sulle natiche, sul seno. Ho i capezzoli duri. Gli verso il latte, accarezzo lentamente la bottiglia con la mano... mi sembra di carezzare il suo sesso... Siedo di fronte a lui ... Lo guardo. Dischiudo le labbra per bere, so quello che pensa ... alla mia bocca e al suo sesso... e io penso quello che pensa lui... La tazzina è alle labbra, una goccia di caffè scivola sula porcellana... con la lingua raccolgo la goccia ... non ho fretta ... lentamente ... il mio caffè è ancora caldo ... con il mio dito solletico l'orlo della tazzina... solo le nostre gambe si toccano ...il resto del corpo è staccato... gli occhi ... s'incrociano, parlano, vagano, spogliano, toccano, entrano... Il mio seno schiacciato contro il braccio appoggiato sul tavolo... un po' esce dalla maglietta ... lui sta fermo. Mi guarda. porta la tazza alla bocca ... e mi guarda ... socchiudo gli occhi, respiro profondamente ... il seno si alza e si abbassa .. . e mi guarda ... - che c'è? - ... - scopami. Ti prego. scopami
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/10/08 alle 23:42 via WEB
Ciao Magdalene e benvenuta nel nostro blog :) Nic.
 
   
magdalene57
magdalene57 il 03/10/08 alle 21:56 via WEB
ciao Nic, spero che anche se vecchio il pezzo sia abbastanza in tema..:-)
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 04/10/08 alle 00:56 via WEB
Magdalene, dicono tutti che l'età non conta... a maggior ragione per gli scritti, ti pare? Ciao! Nic.
 
EvolutionMoka
EvolutionMoka il 02/10/08 alle 21:43 via WEB
SAPORI E PROFUMI Quando la mattina giungi a lavoro sfoggi un sorriso luminoso e caldo che si scontra in maniera violenta con il cielo grigio e l'aria glaciale di Modena. Sei ancora intriso del suo dolce profumo, sui vestiti, sulla pelle. Ogni tanto chiudi gli occhi e respiri forte per ricordarti che quello della notte non è stato soltanto un sogno. Ti passi i polpastrelli sulla bocca, lentamente. E' ancora vivo il suo sapore nutriente sulle tue dita. Bevi un caffè alle macchinette automatiche e fumi una sigaretta insieme ai tuoi colleghi che ti parlano dei soliti problemi legati al lavoro. Bla, bla, bla... Ma non ti sembrano importanti. Niente ti sembra importante. Tutte le parole intorno a te si sciolgono. Il tuo sguardo si perde sulle lancette dell'orologio attaccato al muro. Ballano un tango sensuale che ti regala pensieri che poche ore prima erano incantevole realtà. Pensi alle labbra di miele di lei, alle tue mani selvaggie che esplorano i territori conosciuti del suo corpo, ai suoi occhi lucidi e brillanti che ti guardano nella simbiosi fisica dell'amore. In preda ai sospiri e alla golosità dei sensi le tue dita navigavano sul fiume della sua pelle, scendendo fino al delta di venere. I polpastrelli ci scivolavano dolcemente e s'intingevano di linfa vitale e preziosa. Il suo sapore così ebbro di desiderio e d'amore ti offuscava i sensi. Avresti fermato il tempo in quell'attimo indefinito di oblio e lo avresti reso eterno se solo ti fosse stato possibile. Avresti cancellato tutto il resto. Niente ti sembra importante. Ma il tempo non si è fermato in quell'attimo e lei ora non è con te. E' andata via da quel letto caldo d'amore e passione pronunciando quelle sue solite parole: "Lo sai, vorrei restare, ma non posso..." Le ha pronunciate senza guardarti negli occhi, come sempre. Non hai opposto resistenza ai suoi passi che l'allontanavano da te, ti sei limitato ad osservare il soffitto, come sempre. I pensieri si dissolvono insieme al fumo dell'ultimo tiro alla tua sigaretta. I tuoi colleghi continuano a parlare di problemi di lavoro. Bla, bla, bla... Tornando a casa in macchina stasera passerai da casa sua. Ti fermerai, in maniera discreta, al bordo della strada per cercare di spiare un frammento della sua vita dalle finestre illuminate. Forse la vedrai cucinare, forse vedrai correre la sua bambina per le stanze della casa impegnata nei suoi giochi, forse vedrai suo marito seduto sul divano a guardare la tv in silenzio e stanco, sempre più grigio e distante. E ti chiederai tante cose oppure non ti chiederai niente. Ti limiterai a passarti i polpastrelli sulla labbra per avere ancora il suo sapore. E ti limiterai a respirarti addosso per godere ancora una volta del dolce profumo di lei. Un saluto a tutti, specialmente a Elliy
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 02/10/08 alle 23:43 via WEB
Bentornato EvolutionMoka! E grazie per il tuo racconto! Nic/elliy :))
 
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Anonimo il 03/10/08 alle 17:17 via WEB
Le dieci e mezza! Erano le dieci e mezza di venerdì sera ed io ero ancora li, in quel dannato ufficio. Tutto il giorno ad archiviare pratiche su faccende di persone che non avrei mai incontrato. Gente che sicuramente aveva una vita migliore della mia e non trascorreva le serate al terzo piano di uno dei tanti grattacieli della zona industriale. Tolsi le dita dalla tastiera, mi alzai in piedi con un lungo sospiro e mi diressi al distributore automatico di bevande. Attraverso la finestra osservai le luci della città e la pioggia che si infrangeva sul vetro, trasformandosi in sottili rigagnoli che serpeggiavano annoiati verso il basso. Inserii due monete e pigiai il tasto del caffè. Mi immaginai già alle prese con la botta di sonno che mi arriva di solito un po’ prima delle undici. Rapito dall’aroma che risaliva dal bicchiere di plastica, guardai giù. Sul marciapiedi c’era una figura, una donna con l’ombrello. Un’automobile bianca, modello di lusso, si fermò. Lei si chinò. Poi la macchina proseguì sgommando. Fece un passo indietro fra i riflessi del lampione che galleggiavano sulla pozzanghera. All’improvviso alzò lo sguardo e mi vide sullo sfondo dell’unica stanza con la luce accesa. Una seconda macchina rallentò sino a fermarsi. Stavolta la portiera si aprì e lei chiuse l’ombrello. Salì. Me ne stavo tornando alla scrivania, quando sentii lo stridere di pneumatici sull’asfalto. Scese sbattendo con rabbia la portiera alle sue spalle, guardando ancora nella mia direzione. Fu allora che arrivai io, abbassai il finestrino dalla parte del passeggero e le domandai: “Quanto vuoi?”. Mi guardò con fare sicuro:”Cento, col guanto. Senza, viene il doppio”. “Ti va bene se lo facciamo in auto?”. “OK”, rispose con tranquillità. Spensi il motore fra i rami fluttuanti di un grande salice piangente, in una stradina che ben conoscevo. Reclinò il sedile e si sfilò gli stivali. Quello sfacciato fazzoletto di stoffa nera che costituiva la sua minigonna mi disorientò immediatamente e mi spinse a cercare la sua intimità. Lei intanto mi sfiorò i capelli: “È la prima volta?”, mi chiese. Annuii per ammettere la mia inesperienza con quel genere di situazioni. L’accarezzai tra le gambe inebriandomi dello scorrere della sua pelle fra le mie dita impazzite. Sbottonai la sua camicetta rosa, scoprendole il seno che baciai socchiudendo gli occhi e ascoltando il suo respiro. Le succhiai i capezzoli, mentre percepivo le sue mani slacciarmi i pantaloni ed infilarsi nei miei slip. In pochi istanti il mio desiderio esagerò. Abbracciai il suo corpo morbido e senza rendermene conto vi scivolai dentro compiaciuto del mio essere maschio. Mi abbandonai nel respiro affannato, nel sudore che sentivo scorrermi sulla schiena e nel piacere dell’andare su e giù, spingendo tutto quello che mi sentivo di dare. Esplosi dentro di lei con il viso unito al suo, percependo il profumo della sua guancia morbida ed i capelli adagiati ovunque. Rimasi abbracciato, godendo delle sue gambe avvinghiate ai miei fianchi, per interminabili minuti, spiando i battiti del suo cuore. Sarei rimasto in quella posizione per tutta la notte, forse per tutta la vita, ma non potevo. La baciai e mi rivestii adorando quel meraviglioso corpo vellutato. Le appoggiai il denaro sul palmo della mano, la baciai una seconda volta e la riportai indietro. “E’ stato bello”, le dissi mentre scendeva. “Sono contenta. Ti auguro una buona serata”, replicò sorridendo. Parcheggiai nel cortile della ditta e corsi a prendere un caffè, sapendo che la stanchezza mi avrebbe aggredito di lì a poco. Dalla finestra tornai a guardarla, ancora li, sotto la pioggia. Per un attimo mi sembrò alzasse lo sguardo verso l’alto, poi arrivò un’altra macchina … e se la portò via. Alessandro F.
 
 
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Anonimo il 03/10/08 alle 17:29 via WEB
Una domanda 'tecnica': perché hai scelto di scrivere in prima persona e non in terza? Gianpaolo
 
   
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Anonimo il 03/10/08 alle 17:46 via WEB
Caro Gianpaolo, la risposta alla tua domanda è ... non lo so. Ti confesso che quando scrivo non è che scrivo quello che decido di scrivere, ma più esattamente descrivo le immagini che mi vengono in mente. Credo faccia parte della mia componente schizofrenica, con la quale ho imparato a convivere. Battute a parte... (battute!!!) ...il racconto mi è venuto così. Non esiste una ragione diciamo "tecnica". E per quanto riguarda la possibilità che la storia si ispiri alla realtà ... ti devo subito dire che io non mi occupo di amministrazione, assicurazioni o cose simili. E poi il caffè mi fa male. E per quanto riguarda il mondo della prostituzione ... non l'ho mai frequentato. Ne intendo farlo, per quanto io abbia il massimo rispetto per chi la "svolga" e la "frequenti" con sincerità. E per il mondo delle fantasie? Beh, se noi "piccoli scrittori in erba" non le sfruttiamo... chi lo dovrebbe fare? Ciao e grazie della domanda e della tua lettura. Credo sinceramente che questo scambio fra noi rappresenti una delle più grandi e valide potenzialità di questo blog. Alessandro F.
 
     
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Anonimo il 03/10/08 alle 23:12 via WEB
Te l'ho chiesto perché ho già provato alcune volte a scrivere un racconto in un modo e poi a riscriverlo semplicemente cambiando... l'angolazione: dalla prima persona alla terza o viceversa. Ho constatato che l'effetto cambia notevolmente: come diceva un antico imbonitore... 'provare per credere';-) Certo, usare la prima persona è molto più coinvolgente, ma si sa che è solo uno dei modi di scrivere a nostra disposizione (e non una confessione dell'autore!). Grazie, Gianpaolo
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 04/10/08 alle 00:55 via WEB
Alessandro scusa, forse è un po' tardi e sono annebbiata dal sonno (ma non potevo andare a dormire senza leggere il tuo racconto!)... e quindi ti chiedo, al volo al volo: ma come ha fatto il protagonista a passare dai pressi della scrivania all'abbassamento del finestrino dalla parte del passeggero in una frazione di secondo?
"Me ne stavo tornando alla scrivania, quando sentii lo stridere di pneumatici sull’asfalto. Scese sbattendo con rabbia la portiera alle sue spalle, guardando ancora nella mia direzione. Fu allora che arrivai io, abbassai il finestrino dalla parte del passeggero.."
va beh, per il resto rimandiamo tutto a domani e vediamo se la nebbia si dirada... ciao e grazie di averci regalato questa nuova versione del nostro Alessandro! Nic.
 
   
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Anonimo il 04/10/08 alle 13:45 via WEB
La tua domanda dimostra che non sono riuscito nell'intento. In effetti il protagonista non si muove dal posto di lavoro, ma semplicemente immagina di fare le cose che descrive poi nei dettagli. Tutto qui. Pazienza. Sarà per la prossima volta. Ci rifletteremo assieme su quale sarebbe stato il modo migliore per farlo capire. Grazie comunque della tua lettura. Alessandro F.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 04/10/08 alle 15:35 via WEB
Alessandro, sinceramente nel cuore della notte mi era sorto il dubbio che si trattasse di una fantasia erotica del protagonista, ma allora, probabilmente, bisognerebbe provare a correggere il tiro qui e là. Un paio di suggerimenti, vediamo che succede:
- nel finale il sogno non sfuma nella realtà, nè vi precipita, ma addirittura, alla fine dell'incontro erotico: "Parcheggiai nel cortile della ditta e corsi a prendere un caffè, sapendo che la stanchezza mi avrebbe aggredito di lì a poco. Dalla finestra tornai a guardarla, ancora..." - è qui che, in particolare, non convince, secondo me. Il susseguirsi delle azioni è troppo reale. Il protagonista dovrebbe ripiombare dietro la sua scrivania - o dietro la finestra - in modo diverso...
Eviterei magari anche di farlo rivestire e farla riaccompagnare compitamente: brusco ritorno alla grigia realtà invece. (può essere l'odore del caffè - ormai freddo - che sale dal bicchiere di plastica a scioglierlo da quelle gambe avvinghiate e a riportarlo indietro? oppure lo stesso caffè che, a causa di un gesto incontrollato, gli cade sui pantaloni? mumble, mumble...)
- e se provassi ad usare l'imperfetto, anzichè il passato remoto? Tipo: mi abbandonaVO nel respiro affannato - Esplodevo dentro di lei, e così via...
Ti va di provare? ciaoo! nic.
 
     
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Anonimo il 04/10/08 alle 16:20 via WEB
Si, in effetti quel punto è debole, anzi poco chiaro. Accidenti, ho fatto troppo casino fra realtà e fantasia. Grazie comunque. Vedrò se riesco a sfruttare il tuo suggerimento. Alessandro F.
 
     
smile.new
smile.new il 05/10/08 alle 00:59 via WEB
A me il tuo lavoro è piacuto molto Alessadro, e sinceramnete avevo inteso la cosa come una fantasia, come un sogno.. e questo era dovuto proprio al fatto che eri pasato bruscamente dalla finestra alla via in un attimo.. forse la forma non è perfetta come ha evidenzato Nic, ma hai raggiunto secondo me lo scopo che ti eri prefissato.. :)
 
     
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Anonimo il 05/10/08 alle 18:40 via WEB
Grazie Smile, del tuo apprezzamento. In ogni caso è sempre bello avere lo sprone di migliorare. E confrontarci fra noi è una grande cosa. Tutto questo dimostra comunque che per scrivere bene, per dipingere bene o cantare bene, c'è solo una formula: scrivere tanto, dipingere tanto e cantare tanto. E lo stesso vale per tutte le altre cose, arti o meno che siano. Salutoni. Alessandro F.
 
     
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Anonimo il 06/10/08 alle 08:59 via WEB
Mi unisco anch'io all'indagine demoscopica, sperando così d'essere utile ad Alessandro (Nic, hai visto che ho usato AD davanti ad Alessandro... ops, anche adesso!). Non avevo capito che si trattava di una fantasia o di un sogno; come Nic, avevo solamente notato il 'salto' dalla finestra al marciapiede. E ti dirò che si nota molto proprio perché non in linea con il resto del racconto, molto ben scritto e coerente (approfitto così per farti i complimenti!). Poi ho letto la nota di Nic e concordo con il suo suggerimento sul marcare maggiormente il passaggio. Io (e sottolineo IO) avrei fatto degenerare il sogno con un conseguente brusco risveglio: se fossimo in laboratorio... Mi viene in mente Lynch ma anche Almodovar con il suo "Parla con lei": lì c'è un film nel film dove un uomo diventa piccolissimo e si infila nel sesso di lei... Ciao! Gianpaolo
 
     
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Anonimo il 06/10/08 alle 10:15 via WEB
Scrivere bene=scrivere tanto? A quale fiera da pochi spiccioli l’hai comprata tale affermazione? Per scrivere bene innanzitutto vanno catalogati tanti di quei fattori che ci vorrebbe un libro intero per elencarli, anzi c’è (vedi: Amata Scrittura di D. Maraini.) Per scrivere bene bisogna leggere, leggere e ancora leggere. Poi leggere, leggere e sempre leggere. Scusa Mec, ma nel vedere elargite certe incompletezze - date per sicure - la mia coscienza letteraria prova moti di ribellione. Il povero Tondelli col suo “Io scrivo perché ho letto” si starà rivoltando nella tomba. Giustamente e con tutta la mia comprensione. R.M.
 
     
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Anonimo il 06/10/08 alle 11:10 via WEB
... ciao R.M.! Non hai resistito, eh?! ;-) Ali Akgian
 
     
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Anonimo il 06/10/08 alle 13:20 via WEB
Quando leggo certe cose, no non resisto. E' più forte di me.
Per Gianfranco: leggere "bene" era sottinteso, parendomi ovvio. Altresì, già che ci sono, quoto appieno il tuo intervento. Doveroso quanto il mio. Ciao. R.M.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 06/10/08 alle 12:17 via WEB
Mi scuso, ancora, per la distrazione ...per fortuna che ci sono in giro amici attenti (leggi R.M.) - facciamo una riflessione sullo "scrivere bene"?
È pur vero che sappiamo e impariamo e al tempo stesso insegniamo tante cose DA NON FARE e altrettante DA FARE. Io però, come tutti immagino, ho un’opinione personale fortemente motivata e perseguita: la semplice conoscenza e applicazione delle tante cose da fare e non fare, non ci mette al sicuro sullo scrivere bene …e in fondo quello che dice AlessandroF “…per scrivere bene, per dipingere bene o cantare bene, c'è solo una formula: scrivere tanto, dipingere tanto e cantare tanto…” è solo UNA delle tante cose DA FARE.
Non è carino né opportuno fare esempi e nomi, e non ne faccio, ma al giorno d’oggi e perché no anche nel passato, esiste tanta gente che dipinge scrive e canta TANTO anzi TANTISSIMO …ma dipinge scrive e canta malissimo. Quindi, AlessandoF, se tu scrivi bene è perché hai trovato la strada giusta per farlo e perché hai amore e presti attenzione allo “scrivere bene” …non certo perché scrivi tanto! – prova, anzi, provate a farvi un giretto tra i blog letterari e non, tra le radio private che trasmettono canzonette e tra le molteplici fiere ed esposizioni di dipinti …e ve ne renderete conto immediatamente. Ma anche la mia amica R.M. ha tralasciato un piccolo particolare: seppure tra lo scrivere tanto e il leggere tanto sia il secondo ad avere la meglio, non basta, bisogna anche e forse prima di tutto imparare a “leggere bene”. Hasta luego, gianfranco
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 03/10/08 alle 18:57 via WEB
ciao a tutti, cari amici ci sentiamo stanotte, per chi sarà in attività blogghistica... noi tuttiscrittori saremo in diretta su RadioImagoradioImago dalle 21.30 --- Parole al Passo --- leggeremo Georges Simenon, Boileau & Narcejac, Truman Capote ..parleremo di cinema, grandi autori grandi registi --- a più tardi, gianfranco, stefano e nicoletta
 
 
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Anonimo il 03/10/08 alle 23:15 via WEB
Truman Capote?!?! Il mio prediletto! E l'ho scoperto solo ora, alle 23.18, che ne parlavate in radio... questa me la paghi, Nic! Gianpaolo
 
   
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 04/10/08 alle 01:04 via WEB
Gianpaolo, ma non ti pare che per oggi io abbia pagato abbastanza? mi hai giocato uno scherzetto con quella storia dell'aD (perchè maiuscola solo la D, se la domanda non era sulla D??) e ora mi sto lambiccando per trovare un template del blog che possa soddisfare le tue richieste... va bene questo? (grrrr)
e poi, per Truman, colpa tua: ti sei distratto :))
bella osservazione quella sulla differenza tra lo scrivere in prima persona o in terza persona. Anzi, è un ottimo esercizio, consigliabile. Ma ne riparleremo a mente fresca, cala la nebbia sulla tastiera... nic.
 
     
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Anonimo il 04/10/08 alle 14:08 via WEB
Già solo eliminando una colonna, il look del blog ha fatto un notevole miglioramento: non trovi Nicoletta? E' molto più leggibile e quindi meno 'stancante' per chi lo visita. Siamo sulla strada giusta! Gianpaolo
PS: non si può far niente per trattenere Renata da noi?
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 04/10/08 alle 15:40 via WEB
Gianpaolo, siamo tutti un po' tristi, ma mi riporto a quello che ha detto Gianfranco stamattina: noi non perdiamo le speranze, mai!
sul look del blog, concordo. è tornato all'impostazione originale, più o meno: si è soltanto "sbiancato". Andremo avanti con i lavori e la risistemazione piano piano. Ciao e grazie a te. nic.
 
     
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Anonimo il 05/10/08 alle 18:35 via WEB
Se posso dire la mia... forse si è sbiancato un pò troppo. Le scritte se fossero un pizzichin più scure ... si leggerebbero meglio. Che dite? Alessandro F.
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 05/10/08 alle 20:08 via WEB
C'è un problema: i template messi a disposizione da "Libero" sono diversi, ma tutti rigidi, quindi bisogna barcamenarsi tra le opzioni a disposizione. Possiamo ad esempio agire sul colore di quanto scritto nei post, ma non sul colore dei commenti... ecccheddobbiamofare?!? cercheremo di arrivare alla soluzione migliore. ciao e grazie Alessandro! Nic.
 
     
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Anonimo il 06/10/08 alle 08:25 via WEB
Se non sono indiscreto... perché c'è un sito www.tuttiscrittori.it, con il suo dominio e spazio su server e quindi la possibilità di costruirvi (o farvi costruire) il blog a vostro piacimento, e per il blog invece vi appoggiate su Libero, che a quanto pare (leggi template) tanto libero non è? Ciao e buona giornata a tutti! Gianpaolo
 
     
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Anonimo il 07/10/08 alle 08:45 via WEB
... si può aumentare il tempo a disposizione per scrivere sul blog? La pagina scade così in fretta! Gianpaolo
 
     
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 07/10/08 alle 11:25 via WEB
eh già! capita continuamente, di perdere quello che si sta scrivendo ...l'unico accorgimento che mi sento di consigliare è questo: ogni tanto ricordati di evidenziare quello che hai scritto e fare "copia" ...oppure, ancora meglio, io quando scrivo messaggi lunghi o che ritengo importanti li scrivo direttamente in un file Word o Blocconote o txt qualsiasi, così è sempre possibile fare copia incolla. :) mi spiace, altro non credo sia possibile fare. gianfranco
 
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Anonimo il 07/10/08 alle 01:09 via WEB
Sulla parete della mia cucina c'è appeso un piatto sul quale c'è scritto (in dialetto friulano): "A fuarce di fà s'impare". Quello che volevo esprimere era semplicemente questo. Certo, è altrettanto vero che se dentro di noi non c'è la "genialità", ci si può esercitare fino alla morte, ma non si va oltre un certo livello. Beh, diciamo però che in tal caso si sarà tenuti ad apprezzare almeno la tenacia, almeno quella!! E poi, diciamocela tutta ... è una fortuna che ci siano i mediocri della scrittura. Solo così sono distinguibili i veri geni, i veri scrittori. Un sincero e affettuoso saluto a tutti. Alessandro F.
 
 
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Anonimo il 07/10/08 alle 01:25 via WEB
Tu sei troppo buono, Alessandro!! Ti ammiro e ti stimo. Dovresti prestare a questo povero vecchio bisbetico un po' della tua pazienza. Pensierobondo
 
 
tuttiscrittori
tuttiscrittori il 07/10/08 alle 12:16 via WEB
E poi, diciamocela tutta, non sei certo tu il mediocre nella scrittura, qua nessuno te lo ha mai detto e sarebbe immotivato sostenerlo. Ma aggiungo pure, a beneficio di tutti gli altri, che arrivare a definirsi mediocri nella scrittura non è una colpa, né uno sminuimento della personalità, né un delitto. Io sono sempre stato un mediocre scultore e pittore, ma non per questo ritenevo spocchioso il critico che mi faceva notare gli errori anzi orrori che commettevo a causa del mio pennello e scalpello. E sono stato anche un mediocre musicista ...e allora? a che pro avrei dovuto definire un presuntuoso il mio amico musicista che mi disse "per suonare la chitarra con gli amici, sei pure bravo a farlo, ma sei stonato non hai orecchio e non segui il ritmo" ...eppure era da più di cinque anni che testardo come un mulo andavo a lezione e strimpellavo da mattina a sera. E per finire, chissà, tra qualche tempo e se qualcuno saprà motivarmelo con intelligenza e decisione, arriverò a definirmi un mediocre scrittore - Ma sono due cose diverse l'essere un bravo scrittore e l'essere un bravo insegnante delle tecniche di scrittura e di lettura. Se volessi imparare l'architettura mi rivolgerei al professor Balbo piuttosto che a Renzo Piano, la pratica e l'insegnamento sono due qualità che raramente coincidono. Non trovate che il talento non si possa insegnare? anzi, penso che chi ne è in possesso ha scarsa capacità di attenzione verso gli aspetti meramente tecnici avendone poco bisogno, quello che serve a noi comuni mortali per imparare qualcosa in più e farlo meglio ...non è il talento ma proprio il resto, quel resto di cose che possono essere alla portata di tutti e far venir fuori, magari, anche quel talento finora soffocato.
Quando si scopre un errore o un atteggiamento poco utile e corretto nella scrittura, non bisogna offendersi, ma piuttosto è il momento per rimboccarci le maniche e riprovarci allo sfinimento, finché non riusciamo a eliminarlo quell'errore.
Ricambio con il medesimo affetto il saluto, a presto, gianfranco
 
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Anonimo il 08/11/08 alle 13:36 via WEB
Ripropongo il mio racconto dopo una meditata revisione, realizzata anche sulla base dei commenti fattimi sul blog. L'ho fatto come esercizio, che come ben sappiamo non basta mai. Un saluto a tutti. - ALESSANDRO FORT - 10.30 - Le dieci e mezza! Erano le dieci e mezza di venerdì sera ed io ero ancora lì, in quel dannato ufficio. Tutto il giorno ad archiviare pratiche su faccende di persone che non avrei mai incontrato. Gente che sicuramente aveva una vita migliore della mia e non trascorreva le serate al terzo piano di uno dei tanti grattacieli della zona industriale. Tolsi le dita dalla tastiera e con un lungo sospiro mi diressi verso il distributore automatico di bevande. Attraverso la finestra potevo osservare le luci della città, mentre la pioggia si infrangeva sul vetro, trasformandosi in sottili rigagnoli che serpeggiavano annoiati verso il basso. Inserii due monete e pigiai il tasto del caffè. Già mi immaginavo alle prese con la botta di sonno che mi sarebbe arrivata come al solito un po’ prima delle undici. Confortato dall’aroma che risaliva dal bicchiere di plastica, guardai distrattamente giù. Sul marciapiedi c’era una figura, una donna, ferma, che tentava di ripararsi sotto il suo piccolo ombrello. Un’automobile bianca, modello di lusso, si era fermata. Lei si chinò. Poi la macchina ripartì sgommando. La donna fece un passo indietro fra i riflessi del lampione che galleggiavano sulla pozzanghera e, all’improvviso, alzò lo sguardo verso di me. Mi aveva visto. Mi aveva sicuramente visto sullo sfondo dell’unica stanza con la luce accesa. Una seconda macchina, intanto, rallentò sino a fermarsi. Stavolta la portiera si aprì e lei salì. Stavo per tornare alla scrivania, quando sentii lo stridere di pneumatici sull’asfalto e guardai di nuovo in strada. Lei scese sbattendo con rabbia la portiera alle sue spalle, alzando ancora lo sguardo nella mia direzione. Fu allora che arrivai io, abbassai il finestrino dalla parte del passeggero, e le domandai: “Quanto vuoi?”. Lei mi guardò con fare sicuro:”Cento, col guanto. Senza, viene il doppio”. “Ti va bene se lo facciamo in auto?”. “OK”, rispose con tranquillità. Avevo spento il motore fra i rami fluttuanti di un grande salice piangente, in una stradina secondaria. Lei aveva reclinato il sedile, sfilandosi gli stivali. Quello sfacciato fazzoletto di stoffa nera che voleva essere la sua minigonna mi disorientava e mi spingeva a cercare subito il suo sesso. Lei intanto mi sfiorava i capelli: “È la prima volta?”. Annuivo mentre la accarezzavo tra le gambe, inebriandomi dello scorrere della sua pelle fra le mie dita impazzite. Sbottonavo la sua camicetta per scoprirle il seno e baciarlo avidamente, succhiandole i capezzoli, mentre le sue mani mi frugavano, abili, ed erano già pronte a slacciarmi i pantaloni e ad infilarsi nei miei slip. In pochi istanti il mio desiderio spasimava, ormai incontrollabile. Abbracciato al suo corpo morbido, senza rendermene conto vi scivolavo dentro, compiaciuto del mio essere maschio. Mi abbandonavo nel respiro affannato, nel sudore che mi scorreva lungo la schiena e nel piacere dell’andare su e giù, spingendo tutto quello che mi sentivo di dare. Ecco, esplodevo dentro di lei con il viso unito al suo, percependo il profumo della sua guancia morbida ed i capelli adagiati ovunque. Rimanevo abbracciato, godendo delle sue gambe avvinghiate ai miei fianchi per interminabili minuti. Sarei rimasto in quella posizione per tutta la notte, forse per tutta la vita, ma non potevo. Ancora un bacio e uno sguardo al suo corpo nudo, mentre le appoggiavo il denaro sul palmo della mano, che lei subito chiudeva... ed ecco già tornavo a sfiorarle il polso, il braccio... Fu un gesto brusco, uno scatto improvviso del gomito: il residuo del caffè si rovesciò sulla mia camicia, schizzando anche sui vetri, contro cui continuava a sciogliersi la pioggia, sempre più triste. Prima di tornare alla mia scrivania, guardai di nuovo giù. Lei era ancora lì, sotto il suo piccolo ombrello. Per un attimo mi sembrò che alzasse lo sguardo verso l’alto, poi arrivò un’altra macchina... e se la portò via.
 
 
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Anonimo il 08/11/08 alle 16:27 via WEB
a me è piaciuto. il sesso e il desiderio di sesso sono un cliente difficile, quindi nel complesso è stata una buona prova di scrittura. un frammento, un episodio di vita fuori dagli schemi. se può interessare, segnalo cosa è migliorabile secondo me: adotterei un linguaggio più diretto e schietto ...sono pensieri in prima persona e quando si parla con se stessi si è molto più semplici; come lettore avrei apprezzato più calore e maggior coinvolgimento. per il resto, bravo AlessandroF e grazie, gianfranco
 
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Anonimo il 09/11/08 alle 00:45 via WEB
che altro aggiungere? ottima cosa impegnarsi nella riscrittura di un proprio testo! ciao! Nic.
 
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Terzo bocconcino caldo caldo. Da sbocconcellare in pochi minuti. Questa volta parliamo un po' del punto di vista del narratore. Prima persona? Terza persona onnisciente o quasi? (entra)

 

 
 
 
 
 
 
 

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