racconti

Lui


La prima volta che l'ho incontrato aveva l'aria imbarazzata, sembrava intimiditodalla mia presenza ed era come mi aspettavo che fosse. Mettere a disagio un uomo al quale sapevo di piacere mi ha dato un gran potere. Il mio corpo profumato, i miei piedi morbidissimi, e le unghie laccate di rossoerano oggetto dei suoi sguardi famelici.Il respiro lento, manifestato dal seno prosperoso in mostra sotto al vestito slacciatoper lasciare intravederlo volutamente, rendeva ancor di più la sua voglia evidente. Lui, vestito  con maglietta tipo polo scolorita dal frequenti lavaggi e pantaloni all'acqua alta che gli lasciavano liberi i polpacci sodi coperti di peluria morbidae folta mi parvero un affronto. Le scarpe da ginnastica perfettamente pulite nascondevano i calzini corti a metà. L'altra mostrata timidamente dal bordo slabbrato copriva a malepena la suacaviglia. Il viso dalla forma ovale, privo di barba e la bocca dalle forme sottili era copertada un vistoso baffo leggermente brizzolato. La testa rasata. Gli occhi grandi color nocciola attenti ascrutarmi si muovevano veloci senza nasconderlo. Fu l'odore di pulito che mi colpì. E quando si avvicinò  annusai velocemente l'odore della sua pelle, che mi pervase i sensi.Mi strinse la mano e la tenne stretta, mentre mi diceva quanto fossi bella.Fu a quel punto che scorsi il suo sorriso fatto di denti ben allineati e sorprendentemente belli. Mi piacque.Avevo messo in conto il contrario, e sarebbe stato facile aver potuto scegliere di andarmene utilizzando una qualunque scusa nel caso non mi fosse piaciuto.Rimasi invece. E a lungo. Dopo l'aperitvo sorseggiato al tavolo di un bar decisi di alzarmi e lui mi seguìall'uscita. Fui io a pagare il conto. Lo feci con estremo piacere. Sapevo quanto loattraessi e volevo che si sentisse in soggezione sino a quando avrei voluto, lasciandolgi assaporare il desiderioo di volermi, con il senso pieno di sottomissione capace di  generare l'adorazione. Un uomo sottomesso alla mia mercè sapendo che lo eccito, e chenon sogna altro che possedermi in ogni modo, mi eccitava, e  la mia fantasia mi suggeriva  di giocare con la mia  preda. Lo volevo, e così lo tenni al guinzaglio, metaforicamente parlando.Accavallai  le gambe con lentezza, lasciandogli intravedere tra le gambe.Il gioco di sguardi accompagnato dai gesti accresceva, e stuzzicava le sue voglieche a dismisura crescevano, come del resto la patta dei suoi pantaloni mostrava.Gli avrei permesso di toccarmi, di avvolgermi con le sue braccia forti e baciare ogni angolo di me. Iniziò dai miei piedi. Li baciò. Li leccò. Succhiò le dita.E lo fece tenendoli in bocca, guardandomi, generando gemiti dalla mie labbra e piacere che attraversava tutta me stessa.Le  sue mani  stringevano le mie caviglie, trattenendomi nei movimenti.Aprì le mie gambe e si avvicinò, fermandosi a pochi centimetri dallamia fica carica dei miei umori. Mi guardò. Chiuse gli occhi. E affondò la lingua tra le mie cosce. I movimenti decisi si susseguivano senza tregua. Spostò le miemutandine aiutandosi con i denti e fu allora che sentii pervadermi a pieno dallasua bocca  e dalla sua lingua sapiente, che si insinuava coraggiosa trale labbra della mia fica vogliosa. La succhiava. La penetrava con la lingua, scopandomi senza lasciarmi tregua, tenedomi ferme le cosce con le sue mani forti.Gli urlai che lo volevo. Ci impiegò un attimo e affondò il suo cazzo duro conveemenza. Nel contempo la sua bocca mi baciò coprendo i gemiti che spontanei nascevano dalle mie labbra. La sua asta propendeva a prendermi e a lasciarmi, e a tratti rallentava il suo avanzare, che si rafforzava sotto l'impulso della mia fica che lo avvolgeva e stringeva nel momento nel quale esplorava  la  mia femminilità.Non servì incitarlo. Godetti sotto le spinte del suo cazzo sino a urlare e perderminell'abisso, che solo il piacere generato da un uomo riesce a proclamare.Fu allora che sentii di nuovo la sua lingua addosso alla mia fica, e ci rimase ancora facendomi godere di nuovo