Tyki's Fantasy

CAPITOLO XXXIX - Flashback p. II


Vicino a una fontanella parzialmente distrutta Ander notò una graziosa ragazza che faceva il bucato. Il giovane le si diresse incontro con sicurezza e decisione, convinto di aver adocchiato un meraviglioso fiore in mezzo a tanta rovina e disperazione. I due compagni si fermarono a osservarlo dalla distanza con indifferenza. Ormai si conoscevano troppo bene per ignorare abitudini e manie dei colleghi. Malgrado ciò Vash non poté fare a meno di sospirare seccato."Beh, se non altro quell'idiota non è l'effemminato che sembra!" scoppiò a ridere Jax in modo fastidioso: "Dopotutto un uomo non può vivere senza una donna ogni tanto, dico bene?!"L'altro gli lanciò un'occhiata di rimprovero, disgustato dal modo di fare del caposquadra, sempre pronto a prendersi tutto quello che voleva con la forza."Per una volta ti consiglio di seguire l'esempio di quell'incapace di Steiner, cercati una donna... è un buon modo per sfogarsi e distrarsi!" continuò Jax: "Naturalmente questo significa che dovrai dimenticarti di Heathys... lei è mia!"Non riuscendo a resistere alla provocazione, Vash digrignò i denti e incrociò lo sguardo furente con quello del caposquadra. Questo sembrava farsi beffe di lui ridendogli in faccia."Per te Heathys non è altro che un trofeo, non è così?!!" esplose Vash livido: "Tu non la meriti... non illuderti, non avrai mai il suo cuore!!"A quelle parole l'altro si fece improvvisamente cupo in volto. Sulla sua fronte si vedevano ora chiaramente le forme delle vene, che pulsavano selvaggiamente a indicare tutta la sua collera. I due si affrontarono immobili e in silenzio per un lungo momento. Infine Jax riprese il controllo e rispose."Non m'importa niente di come la pensi, se vuoi saperlo!" concluse Jax: "Ma ti ricordo che a vincere è sempre il più forte! E chi vince può prendersi quello che vuole!"Solo per una frazione di secondo Vash pensò di venire alle mani, ma il sangue freddo alla fine ebbe la meglio. Era meglio evitare ogni genere di conflitto all'interno della squadra, non avrebbe portato benefici a nessuno."Posso esserle d'aiuto signorina?" domandò cortesemente Ander, giunto alle spalle della ragazza.Questa balzò in piedi sorpresa e vedendolo sussultò spaventata. Il giovane guerriero la studiò con un gentile sorriso, compiaciuto di aver visto giusto. Era di un paio d'anni più giovane di lui, con un bel visino e dei lunghi capelli castani chiari. Ma la ragazza non pareva altrettanto felice di quell'incontro e fece qualche passo indietro."Co-cosa vuoi da me?!" domandò presa dal panico: "Non ho fatto niente...!!""Ehi, che ti prende... volevo solo aiutarti!""Non ti avvicinare!!" strillò istintivamente, raccogliendo la cesta dei panni lavati: "Per piacere, lasciami in pace!!"Sentendola gridare, un vecchio accorse sul posto più in fretta che poté, stringendo con entrambe le mani il proprio bastone davanti a sé. La ragazza si riparò alle sue spalle, tremante di paura."Non osare mettere le tue luride mani su mia nipote, maledetto figlio di una cagna!!" lo minacciò l'anziano: "Voi bastardi feoriani vi siete già portati via la vita di suo padre, quand'è che ci lascierete in pace?!!"Sopraffatto dagli avvenimenti, Ander non seppe proferir parola. Era stato frainteso, ma non aveva modo di dimostrarlo. Insitere non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione, in fondo per la gente comune lui non era che un soldato come tanti altri. Anzi, se fosse stato riconosciuto come guerriero Deathforce la sua reputazione sarebbe scesa ulteriormente."Mi dispiace, è colpa mia." disse semplicemente abbassando leggermente il capo: "Tolgo subito il disturbo."Ander si allontanò tranquillamente nella direzione dalla quale era venuto, mentre il vecchio e sua nipote lo osservavano meravigliati. L'uomo si accorse quasi subito di aver giudicato male quel giovane, ma per qualche motivo non pensò affatto di ritornare sui suoi passi.Però Ander aveva capito tutto.Non era stato difficile notare che tra il bucato della ragazza ci fosse circa una dozzina di camicie da uomo. E com'era ben noto, non c'erano molti uomini in città. Considerando poi che suo padre era morto e che il nonno non avrebbe potuto usarne così tante e in così poco tempo, la soluzione del caso era sin troppo facile. Si spiegava così persino l'eccessivo timore della ragazza e l'ostilità del vecchio.Eppure Ander non se la sentiva di tradirli. Se avesse detto al suo caposquadra o ai feoriani che quei due avevano dei legami con i ribelli, sarebbero certamente andati incontro a torture e violenze. D'altra parte, se avessero scoperto dove si nascondevano i ribelli, avrebbero potuto mettere fine alla guerra. Ma il giovane guerriero non avrebbe mai potuto mettere in pericolo la vita di una fanciulla, neanche per compiere il proprio dovere di soldato. Forse sbagliava, ma il suo cuore era deciso.Un uomo sessantenne era il padrone della locanda, di cui da lungo tempo i soldati feoriani si servivano gratuitamente. Era un tipo dal carattere forte e fiero, ma ormai rassegnato al suo ingrato compito di ospitare i nemici della sua vecchia patria. Quando giunsero i tre guerrieri Deathforce, egli li accolse senza alcun segno di gentilezza, ma neppure di ostilità.Il sergente Bannegaard sedeva a un tavolo del piano terra, dove finiva di bere una bottiglia di vino in compagnia di due subordinati. Invitò i tre a sedersi e dopo aver ordinato un'altra bottiglia per loro, li salutò per andare a letto, seguito dai due soldati.Fuori ormai era buio pesto e nella sala rimanevano solo i tre giovani e il vecchio locandiere. Nessuno di loro però aveva il desiderio di mettersi a bere. Jax e Vash evitarono di incrociare i loro sguardi, mentre Ander se ne rimase più silenzioso del solito, combattuto da tormenti che gli altri due ignoravano."La nostra missione avrà fine solo quando i ribelli verranno annientati, non è così?" chiese a voce bassa e preoccupata."Che perspicacia! Ci sei arrivato da solo?" lo punzecchiò il caposquadra con il solito disprezzo."Parlo seriamente!" lo rimproverò Ander: "Quindi se avessimo la possibilità di scoprire il nascondiglio dei ribelli, in breve potremmo mettere fine a tutto, restituire la pace a questa città e tornarcene a casa...""Se facessimo una cosa del genere verremmo sicuramente ricompensati!" aggiunse Jax, come se il compagno avesse dimenticato la parte più importante: "Questa situazione va avanti da un anno, riesci a immaginare che valore avrebbe un tale merito?!""Sarebbe la fine di Waldberg."I tre giovani si voltarono sorpresi verso il vecchio locandiere che asciugava i boccali dietro al bancone. Li aveva ascoltati attentamente e ora si intrometteva nella conversazione."I ribelli combattono per questa città." proseguì l'uomo: "Quello che vogliono è la nostra indipendenza, ma non hanno una forza sufficiente per poterci liberare da Feor. Così continuano a tormentare il nemico con agguati e sabotaggi, nella speranza che Feor decida di gettare la spugna e ritirarsi.""Poveri illusi, questo non accadrà mai!" lo sbeffeggiò Jax."Può darsi..." affermò il locandiere: "Ma è l'unica speranza che abbiamo per un futuro migliore. Anzi, sotto il giogo imperiale per noi non ci sarebbe affatto futuro. Non riusciremmo a sopravvivere alla tirannia di Feor.""Attento a come parli, vecchio! Stai rischiando..." gli intimò il caposquadra."Perché dici così?" domandò Ander: "Credi davvero che sarebbe così grave per Waldberg sottostare all'Impero?"L'anziano locandiere lo squadrò con comprensione e un po' di tristezza negli occhi stanchi."Questa è una città piccola e povera. Per secoli ha vivacchiato pensando solo al proprio sostentamento. Ma non l'abbiamo mai fatto pesare a nessuno, siamo sempre stati gente pacifica." dopo qualche colpo di tosse, riprese a parlare: "La storia insegna che ogni volta in cui Walberg fu conquistata da un invasore, per gli abitanti di questa città seguì un periodo nero, fatto di miseria e sofferenza.""Ma questa volta potrebbe andare diversamente. Feor è uno stato potente, potrebbe far rifiorire la vostra città..." cercò di convincersi Ander.L'uomo rise sommessamente, senza voler offendere il suo interlocutore. Il suo volto si fece quindi cupo e grave."Non si è mai visto un invasore che si preoccupasse del bene del popolo soggiogato. Le terre di conquista sono sempre state considerate fonte di risorse da sfruttare." fece una pausa: "E comunque ormai sarebbe troppo tardi... Tutti gli uomini più giovani e virili di questa città fanno parte delle forze ribelli. Se decidessero di arrendersi, non riceverebbero alcun perdono e nessuna compassione dai feoriani. Sarebbero anzi esposti alla loro vendetta... nel peggiore dei casi potrebbero persino essere tutti condannati a morte! A quel punto per Waldberg sarebbe davvero la fine."I tre giovani rimasero a fissare il vecchio, Ander assunse un'espressione malinconica. L'uomo sembrava aver finito di parlare e si concentrava nuovamente sul suo lavoro."Perché ci ha detto tutto ciò?" chiese Vash incuriosito: "Si rende conto che noi siamo il nemico?"Il locandiere si fermò un'altra volta e alzò lo sguardo su di lui."Voi ragazzi siete della Deathforce, dico bene?"L'altro annuì, appena percettibile. Era una domanda retorica, il loro stemma era ben visibile e noto."Immagino che non siate feoriani..." suppose il vecchio: "Di dove siete originari, se posso chiedervelo?""Fatti gli affari tuoi!" rispose Jax con ostilità."Io sono un cavaliere di Eyrie, mentre lui proviene da qualche luogo remoto del North Range." spiegò Ander indicando il suo caposquadra."Non amo parlare di me... ma se ci tieni tanto a saperlo, sono nato dalle parti di Tyrs." disse Vash."Tyrs?! Intendi dire che sei originario delle Lostlands?!" esclamò sorpreso il locandiere: "Incredibile...""E' così... ma sei libero di non credermi.""Mi sono rotto, me ne vado a dormire!" si spazientì Jax, svuotando il bicchiere con un sorso: "Non fate tardi, o vi sveglierò prendendovi a calci!"I compagni lo osservarono mentre saliva le scale, sparendo infine al piano superiore. Nella sala scese il silenzio."C'è qualcosa che ti turba, Ander?" gli chiese l'amico a bassa voce, in modo da non essere udito dal vecchio: "Perché ti interessava sapere del nascondiglio dei ribelli? Hai scoperto qualcosa?"Il cavaliere di Eyrie fu scosso da quella domanda e si ritrovò ancora una volta a dover decidere se parlare o meno. Ma si sarebbe confidato con un amico o avrebbe rivelato la sua scoperta a un collega, tradendo così gli abitanti di Waldberg? Se avesse deciso di parlarne, come avrebbe reagito Vash?Al mattino seguente giunsero in città centinaia di soldati, tutti in assetto da guerra. Alla loro testa c'era il Cavaliere Nero stesso, in groppa al suo destriero, Schwarz. Vedendoli arrivare, gli abitanti furono subito presi dal panico e iniziarono a fuggire in ogni direzione. I giovani guerrieri Deathforce guardarono la scena impietriti, senza comprendere cosa stesse accadendo e perché. Il sergente Bannegaard si avvicinò ai tre con un'espressione molto seria, seguito dalla sua squadra."Che cosa significa tutto ciò?!" domandò Jax con impazienza."Abbiamo ricevuto nuovi ordini dalla capitale. L'Imperatore ha concesso al capitano Blake di usare ogni mezzo possibile pur di mettere fine al problema dei ribelli subito. Sembra anzi che sia stato esortato a usare il pugno di ferro..."A quelle parole Vash si ricordò immediatamente dell'uomo che era stato seduto vicino a lui durante il viaggio per Waldberg sul grosso mezzo del L.I.R.S. Era un messaggero proveniente da Feor City, lo stesso che era entrato nella tenda di Blake dopo di loro. Sicuramente anche lo stesso che aveva portato quegli ordini."Cosa...?! Cosa vorrebbe dire?!" si allarmò Ander: "Che intenzioni ha...?!"Ma il sergente non ebbe il coraggio di rispondere."Santo cielo!! Il capitano non vorrà mica prendersela con la popolazione inerme?!"