Tyki's Fantasy

CAPITOLO XLIII - Flashback p. VI


Il silezio venne interrotto dal suono di voci allarmate, che iniziarono a diffondersi in ogni direzione, rimbombando tra le pareti rocciose. Il capo ribelle e il tipo alle sue spalle si radrizzarono ad ascoltare senza nascondere il disagio e in breve una crescente preoccupazione. Qualcosa aveva disturbato la quiete della base, si udiva il rumore sempre più nitido di passi che si affrettavano nella loro direzione.Infine apparve nel corridoio roccioso qualcuno, evidentemente uno dei ribelli."Hermann!!" chiamò immediatamente.Il capo si alzò dalla seggiola e gli si diresse incontro."Cosa sta succedendo?""Mi spiace, purtroppo porto ancora brutte notizie!" rispose l'altro: "Le sentinelle dicono di aver avvistato soldati dell'esercito imperiale sulle pendici del Karadan! Stanno marciando a tappe forzate e sembra che siano in gran numero!""Maledizione!!" imprecò l'uomo muscoloso: "Non so come possa essere possibile, ma è ovvio che sono diretti qui!""In qualche modo devono aver scoperto dove si trova la nostra roccaforte..." commentò il nuovo arrivato: "O magari ci stiamo allarmando per niente! Forse stiamo fraintendendo! Se aspettiamo e restiamo a guardare...""No! Stanno venendo qui." lo interruppe il capo: "Non c'è altro motivo per cui debbano spingersi così lontano in questa direzione. Probabilmente entro sera saremo sotto assedio."Hermann aveva assunto un'espressione mesta, sconfortata. I suoi subordinati lo osservavano con ansietà, mentre i tre prigionieri ascoltavano ogni parola in silenzio."Dovremmo prepararci, devi parlare agli uomini!" cercò di scuoterlo il suo braccio destro."E' tutto finito... ogni speranza è perduta." sussurrò lui: "Non abbiamo più nulla da difendere, nulla per cui combattere. Parlerò agli uomini... Dirò loro di fuggire da qui e di mettersi in salvo.""Cosa stai dicendo?! Noi vogliamo vendetta!!" si scaldò l'altro incredulo: "Io, Harold Berger, ex Campione Deathforce, se sarà necessario sono pronto a combattere sino alla morte!!""Ha ragione, capo! Abbiamo perso ogni cosa, non abbiamo nessun luogo in cui andare!" si associò il messo: "Credo di esprimere il volere di tutti se dico di restare e combattere!"I tre si fissarono negli occhi con nuova determinazione."Avanti, Hermann! Andiamo dagli altri!" esclamò Berger: "Hanno bisogno di un discorso che gli dia il coraggio per affrontare qualsiasi destino Sol abbia loro in serbo!"Il capo dei ribelli annuì nonostante il suo volto mostrasse ancora un senso di cupa rassegnazione. Vash capiva che quegli uomini andavano consciamente incontro alla fine.Dopo aver richiuso la cella, Hermann e Berger si affrettarono lungo il corridoio sino a sparire dalla vista. Il ribelle che era giunto a informarli fece per seguirli, ma si arrestò udendo qualcuno gemere dal dolore. Ander si voltò raggelato."Jax?!"Il caposquadra era crollato a terra stringendosi le mani al ventre e agitandosi convulsamente. Sembrava in preda ad atroci sofferenze, i suoi lamenti erano agghiaccianti."Cosa succede al vostro compagno?!""E' ferito... credo che l'infezione stia peggiorando!" spiegò Vash agitato."Dannazione!!" urlò Jax patendo pene infernali: "Non voglio... morire in questo buco... in un modo così vegognoso!!"Dopo qualche esitazione, il ribelle prese le chiavi ed entrò nella cella. Quindi si avvicinò con cautela al ferito."Tutto ciò che posso fare è medicare la ferita e cambiare il bendaggio... Fammi vedere!"Ma nonostante dicesse così, il giovane prigioniero continuò a mostrargli la schiena, troppo preso da un dolore insopportabile."Fa presto!!" gridò.L'uomo si abbassò, ma nello stesso istante Jax si girò di colpo, trovandoselo faccia a faccia. Il caposquadra Deathforce lo fissò con un ghigno malefico stampato sul viso."Gli ingenui come te non vivono a lungo in questo mondo!"Le catene che legavano i polsi del biondo guerriero si avvolsero all'istante attorno al collo dell'altro, stringendosi a esso. I due compagni di cella rimasero a osservare esterrefatti, mentre l'uomo soffocava lentamente e lottando inutilmente. La morsa ferrea di Jax si allentò solo quando la vittima smise di muoversi e respirare."Tu... stai bene!" realizzò Ander ancora stupefatto: "Era tutta una finta!!""Ero credibile, eh?!" chiese con vanto il caposquadra, usando le chiavi per liberarsi: "Non posso certo aspettare incatenato in una prigione che quel bastardo di Blake venga a salvarmi! Questo è il momento di raccogliere più gloria possibile!""Cosa pensi di fare nelle tue condizioni?!" lo interrogò Vash."Innanzitutto devo ritrovare le armi..." rifletté lui a voce alta: "Poi andrò a caccia di quel Berger... se è un ex della Deathforce, significa che è un ricercato. Portando la sua testa al Gran Maestro, verrei di certo ricompensato adeguatamente!""Sei pazzo!!" si oppose il cavaliere di Eyrie: "Riesci a malapena a reggerti in piedi! Liberaci, che ce ne andiamo da qui!"Jax gli lanciò uno sguardo torvo."Farei meglio a lasciarvi qui... ve lo meritereste!"Le truppe feoriane raggiunsero puntualmente l'obbiettivo. Davanti a esse si innalzava l'utimo baluardo della resistenza di Waldberg. La roccaforte dei ribelli era una struttura impressionante, una specie di fortezza scavata nella montagna. I nemici dell'Impero si erano barricati in un vero e proprio bunker di roccia, pronti ad affrontare lo scontro finale.L'esercito imperiale si schierava al gran completo, preparando la strategia stabilita dal loro condottiero. Il Capitano di Feor dava ordini e incoraggiamenti agli uomini, sempre seduto sulla propria cavalcatura. Molti soldati stavano assemblando alcune delle più terribili armi del L.I.R.S., bocche di fuoco simili a cannoni e bombarde.Prima del tramonto partì l'attacco. Attenti a non bersagliare l'unico ponte di pietra che conduceva all'entrata del covo, gli assedianti iniziarono a flagellare le pareti rocciose della montagna con i tremendi colpi dei mortai. In breve il frastuono delle esplosioni divenne costante e insopportabile. Pezzo per pezzo, roccia per roccia, la montagna si sgretolava e sembrava quasi che d'un tratto potesse crollare sui ribelli, seppellendoli per sempre al suo interno. Ma con il passare dei minuti l'entusiasmo dei feoriani iniziò a scemare. Mentre le spigolose e sporgenti rocce esteriori franavano con relativa facilità, la vera, granitica corazza del Karadan, rimasta immutata da milioni di anni, veniva appena scalfita da quella che si vantava di essere più alta tecnologia dell'uomo.Il Cavaliere Nero se ne accorse e appena i suoi cannoni aprirono un varco all'ingresso della base, diede l'ordine d'assalto ai suoi uomini. Costretti a ripararsi per non venir spazzati via, i ribelli non riuscirono nemmeno a rispondere al fuoco nemico, lasciandogli attraversare il ponte indisturbato. Alle porte si scatenò uno scontro cruento.Movendosi furtivamente, appiattito alla parete rocciosa, Jax guardò attentamente davanti a sé, simile a una fiera che andava a caccia. La montagna aveva tremato a lungo, ma finalmente aveva smesso. L'esercito imperiale si era presentato in grande stile. In quel momento gli echi delle grida di battaglia inaugurarono il vero attacco. Il giovane guerriero capì che doveva sbrigarsi ad agire, o non avrebbe ottenuto nulla.Ma i ribelli si erano raccolti assieme per affrontare l'assalto nemico, gli sarebbe stato impossibile scovare il traditore da solo. E per il momento non era riuscito a individuare né lui, né il capo della resistenza."Lascia perdere, Jax." sussurrò Vash, che gli stava alle spalle."Se restiamo qui, verremo travolti dalle nostre truppe!" aggiunse Ander: "Dovremmo attendere in un luogo sicuro finché non si saranno calmate le acque!""Non ci penso proprio!" rispose lui, pentendosi di averli liberati.Dal punto in cui si trovavano, potevano vedere la grande sala sull'ingresso. I feoriani, rudi veterani del capitano Blake, lottavano ferocemente per farsi strada, ma anche i ribelli si difendevano con grande coraggio.Poi Vash scorse il capo ribelle mentre combatteva in prima linea, in testa ai suoi uomini. Si era esposto di persona per dare l'esempio, o forse per morire in fretta. Infatti venne presto sopraffatto da più nemici che lo ferirono in modo serio. I compagni lo trascinarono immediatamente lontano dalla ressa, fino a scomparire dalla vista dei tre giovani."Seguiamolo!" decise Jax prontamente: "Forse il traditore si trova con lui... e anche se così non fosse, la testa del capo ribelle sarebbe comunque un ottimo trofeo da portare a Blake!"Gli altri due non fecero in tempo a ribattere. Il caposquadra si lanciò all'inseguimento e i colleghi lo tallonarono a fatica. Nello stesso momento la linea di difesa dei ribelli crollò e i feoriani si riversarono all'interno del covo. In breve scorrazzarono ovunque, aggredendo i ribelli che scovavano e che si barricavano nelle singole stanze. La base della resistenza era molto più ampia e complessa di quello che si sarebbe potuto pensare, ma i soldati dell'esercito imperiale erano sufficienti a invadere ogni singolo spazio. Uno dopo l'altro vennero espugnati e i difensori furono sterminati senza pieta.Jax nel frattempo correva lungo un interminabile cunicolo che scendeva nelle profondità della montagna. Non poteva essere certo di seguire la via giusta, ma continuò senza esitazioni e impugnando lo spadone, pronto a colpire. Le grida e la confusione della battaglia dietro di lui si affievolirono sempre di più.Infine raggiunse una vasta sala di forma circolare, simile a un magazzino, dove trovò quattro ribelli. Jax fu loro addosso ancora prima che se ne accorgessero. Dopo averne abbattuti due, il biondo guerriero disarmò un terzo e lo afferrò per il collo. Nonostante la ferita al braccio sinistro, la sua mano sarebbe riuscita anche a spezzarglielo."Dove avete portato il vostro capo?! Parla!!" tuonò Jax."E' inutile! Non parlerò mai!" rispose lui: "A quest'ora sarà già lontano da qui!"Il quarto uomo attaccò il Guerriero Deathforce, che rispose vibrando un fendente. Il braccio armato dell'aggressore cadde a terra amputato e il ribelle si gettò in ginocchio urlando disperatamente."Dov'è quel tale chiamato Berger?!" insistette il caposquadra spazientito: "Ti conviene sputare il rospo, o ti farò morire lentamente!"L'altro guardava terrorizzato i compagni agonizzanti."N-non lo so... Te lo giuro!!"Con un impulsivo scatto d'ira, Jax lo decapitò e decise d'interrogare il monco. Questo però aveva già perso molto sangue e non sembrava capire le sue parole. Il giovane guerriero lasciò cadere a terra il moribondo, quando venne raggiunto dai suoi subordinati."Dev'esserci qualche passaggio segreto, non c'è altra soluzione!" sentenziò il caposquadra.Gli altri due si guardarono attorno, analizzando velocemente la situazione. Era un luogo piuttosto buio, pieno di celle simili a quelle in cui erano stati rinchiusi, ma in questo caso piene di provviste e altro. Ognuna di esse sarebbe potuta essere in realtà un altro corridoio, magari collegato all'esterno."Non lo troveremo mai..." constatò Ander: "Questo luogo è enorme!"Aveva ragione e Jax dovette prenderne atto. Era pervaso dalla rabbia e iniziò a scalciare le casse vicine. Il coperchio di una di esse si rovesciò, lasciando intravedere il contenuto."Beh, se non altro abbiamo trovato il loro bottino!" approvò il cavaliere di Eyrie: "Pure questo è un buon successo!"Nell'antro della montagna regnava ora un silenzio di morte. I corpi dei ribelli furono ammassati in tumuli che sarebbero stati bruciati. Altri furono gettati nel baratro al di là del ponte di pietra. I soldati si affannavano a trasportare casse, botti e ogni altro bene utile che ancora si trovava nella ormai ex base della resistenza di Waldberg.Jax discuteva animatamente con il Capitano di Feor. Il suo scopo era convincere Blake dell'importante ruolo che la sua squadra Deathforce aveva avuto negli sviluppi degli ultimi giorni. Effettivamente avevano persino salvato la vita al Cavaliere Nero stesso.Ma mentre il caposquadra pensava all'onore e alla carriera, Vash si scoprì riflettere su tutt'altre cose. Questa volta i corpi che venivano ammassati e inceneriti non erano quelli di banditi, ma di gente comune. Uomini che avevano avuto come unica colpa la ferrea volontà di difendere la loro terra. Gente disperata, sicuramente non peggiore dei soldati feoriani, dalla cui parte stava.Il loro capo, Hermann, era divenuto subito il ricercato principale. Un distaccamento delle truppe fu immediatamente inviato a setacciare la zona. Ma Vash, ripensando alla scena in cui venne colpito, si convinse ancora una volta che Hermann non sarebbe andato lontano. Quella ferita gli sarebbe certamente stata fatale. Restava da capire se fosse stato ancora in vita quando i suoi uomini lo aiutarono a fuggire, o se avessero voluto portare in salvo almeno le sue spoglie. Forse non lo avrebbe mai saputo.Nel giorno successivo l'esercito fece ritorno all'accampamento. I tre guerrieri dovettero attendere che si espletassero le ultime formalità, prima del rientro all'accademia. Per diversi motivi il loro stato d'animo non era dei migliori e ognuno rimase per i fatti propri, in silenzio. Nella mente di Ander sarebbe rimasta indelebile l'immagine di Waldberg, che veniva divorata dalle fiamme. Da allora non erano più ritornati in città e non ne avrebbero più avuto l'occasione. Ma il cavaliere non ne avrebbe neanche avuto il coraggio. Ricordò che persino Vash era rimasto scioccato da quello spettacolo. L'espressione che aveva visto in lui, gli aveva fatto venire la pelle d'oca.E poi aveva pronunciato quella parola. Ander non ne aveva compreso il senso, probabilmente il compagno aveva parlato senza accorgersene. Ma che si trattasse di una parola detta a caso o meno, il cavaliere non riusciva più a togliersela dalla testa. Forse perché non si trattava propriamente di una sciocchezza.<Drago...> ripeté nei propri pensieri: <Perché mai avrà detto così?>Alla fine, oltre ad aver sgominato alla radice i membri della resistenza, l'esercito imperiale aveva raso al suolo un'intera città. Waldberg non esisteva più e a questo punto il vero fine dell'espansionismo dell'Impero per Vash risultava del tutto incomprensibile. Quale senso aveva conquistare una terra deserta?Quell'uomo, Hermann, aveva fatto dei ragionamenti simili ai suoi. Aveva profetizzato un terribile futuro di guerre e aveva puntato il dito sull'Imperatore, quale istigatore e propugnatore. Si era anche spinto oltre, giungendo a dire che come guerrieri, lui e gli altri, non erano altro che marionette nelle mani del padrone di Feor, praticamente suoi complici più o meno consapevoli.Ma il capo ribelle aveva pure toccato un tasto fondamentale riguardo alla libertà di scelta. Vash si rendeva conto che l'aveva sacrificata per obbedire agli ordini, per eseguire il volere di altri, anche quando lui non fosse stato d'accordo o non avesse voluto farlo. Ma era un prezzo equo per quello che otteneva in cambio?La missione di Waldberg aveva posto diversi dubbi e quesiti, ma in fondo tutti conducevano a un unico interrogativo. Mentre viaggiava sul mezzo del L.I.R.S., Vash non poteva fare a meno di pensare ad altro. I suoi occhi osservavano la foresta di Waldberg che scompariva a occidente assieme al tramonto.Quella che lo tormentava era la stessa domanda che gli aveva insinuato Hermann.<Sto facendo la cosa giusta?>Meno di un mese dopo, Vash avrebbe deciso di lasciare la Deathforce.