udc lugo

RIMBOCCARSI LE MANICHE

La crisi c’è, ormai lo abbiamo capito; con molta probabilità non sarà di breve periodo;

i posti di lavoro saranno di meno e anche questo lo abbiamo capito; saremo piu’ poveri e questo facciamo fatica a capirlo perché ci fa paura;

ma io, tu, il tuo amico tuo padre, tua madre, insomma NOI ora cosa possiamo fare?

Dobbiamo fare la fatica di comprendere che ognuno e’ chiamato a dare il proprio contributo e che non è più pensabile concepire delle imprese dove tutto è sulle spalle del singolo imprenditore; sono infatti finiti i tempi dei padroni contro gli operai e dispiace che una parte del sindacato non abbia ancora capito che questo tipo di lotta e’ obsoleto e non lo dico per polemizzare, ma perché voglio bene al nostro paese;

già da piu’ di un decennio infatti l’economia è’ globalizzata e questo ha come conseguenza che è possibile procurarsi beni e servizi da qualsiasi parte del mondo a prezzi contenuti, ne deriva che se non riusciamo a produrre un prodotto buono, ad un prezzo che ci consenta di commercializzarlo, si chiude baracca e burattini e non c’è governo di destra o sinistra che possa evitare questo ed anche l’imprenditore non ha potere di sorta contro questa eventualità;

d’altra parte la cassa integrazione in questo momento serve solo a respirare per un po’ prima di tornare sott’acqua, ma ovviamente non è la soluzione di un bel niente;

bene, se questa è la situazione appare a tutti evidente che bisogna rimboccare le maniche perché non si tratta di distribuire del valore, ma di trovare occasioni per crearne del nuovo; io credo fermamente che abbiamo una grande occasione per fare diverse cose:  

1)      dobbiamo recuperare le nostre tradizioni, la nostra storia affrontandola, senza rinnegarla perché e’ da li che veniamo; e la storia non parte solo dalla seconda guerra mondiale in poi; insomma dobbiamo rimetterci a studiare;

2)      i collaboratori dell’imprenditore italiano, prima di chiedere diritti ad un sistema economico che non è piu’ in grado di darne, devono prestare attenzione, tempo e ingegno per realizzare l’opera della comune azienda;

3)      abbiamo la possibilità di smetterla di pensare solo al nostro ombelico, il mondo e’ un po’ piu’ grande;

4)      possiamo cominciare a guardare quello che c’è e non quello che manca

5)      possiamo organizzare delle cene tra imprenditori diversi, anche di settori diversi e anche con gli operai e i collaboratori affinché nascano nuovi rapporti di fiducia, di stima e di collaborazione professionale da cui ripartire con nuove idee o progetti da realizzare;

tutto questo è una lavoro ed è un lavoro lungo e faticoso, sono però convinto che se iniziamo a farlo ne trarremo beneficio immediato se non altro in termini di gusto personale del vivere, perché vivere da protagonisti è la cosa più interessante che ci possiamo augurare;

Stefano Bosi

11 marzo 2009