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Un supertopo invade Londra: non ha più paura dell'uomo


Catturati esemplari di 55 centimetri. Allerta in altre città europeeSuper ratti corrono nelle strade londinesi e la paura delle infezioni cresce: solo l'anno scorso si è registrato un aumento dell'otto per cento delle malattie infettive e quest'anno si prevede una crescita ben più consistente. Con una preoccupazione che disarma gli esperti della British Pest Control Association, perché le valutazioni sono inadeguate in quanto la gente tende a non denunciare eventuali infezioni. Nel sud della capitale sono stati catturati esemplari di 55 centimetri del Rattus norvegicus, il più diffuso nelle città europee, italiane comprese. E il loro numero è in continua salita. «La causa è il cibo migliore e più abbondante — spiega al Guardian Oliver Madge, responsabile dell'associazione che controlla il fenomeno —. Si riproducono più facilmente, hanno più opportunità di sopravvivere mentre la loro natura si è rafforzata tanto da essere resistenti persino ai veleni di ultima generazione assumendo dosi letali senza essere minimamente danneggiati. Infine, non hanno più paura dell'uomo». A inquietare sono soprattutto questi ultimi due aspetti perché da una parte rendono più difficili gli interventi di derattizzazione e dall'altra rappresentano un pericolo per l'uomo perché lo possono aggredire e contagiare. «Sono 150 le malattie che ratti e topi trasmettono anche senza il contatto diretto, compresi tifo e paratifo, virosi e leptospirosi e hantavirus», nota Luis Nieder dell'Università di Parma.Per quanto riguarda il cibo i ratti londinesi dimostrano di preferire i rifiuti dei fastfood più ricchi di proteine ed è intorno a questi locali che si rivela una loro più intensa presenza. Per affrontare il problema si propone di congelare i rifiuti organici in attesa del loro recupero che oggi avviene ogni due settimane. Ma il problema ratti non è solo di Londra. Gli scozzesi hanno chiamato persino dei cacciatori neozelandesi considerati i migliori derattizzatori, grazie all'esperienza accumulata nella loro isola. «In realtà l'animale è una piaga sempre più grave per tutte le città, a New York come a Venezia — commenta Danilo Mainardi —. Il benessere di cui godono tra le case è tale da facilitare la loro riproduzione che avviene ogni mese generando dieci-dodici piccoli». In Italia gli allarmi sono diventati ormai frequenti. In agosto suonava alla Biblioteca Nazionale di Firenze e nelle stesse settimane l'Ama di Roma interveniva nella zona di piazza Cavour. Ma anche a Genova, Milano e Venezia la situazione è preoccupante. In Laguna si dice che ci siano tanti ratti quanti sono i colombi. L'Istituto Superiore di Sanità ha effettuato un monitoraggio nella capitale rilevando diverse aree infestate.Ma indagini e statistiche precise non esistono. «A Parma — ricorda il professor Nieder — dopo alcune segnalazioni si è condotta una valutazione del problema in base alle telefonate di soccorso ricevute. Ma quale sia la vera dimensione nessuno lo sa né qui né in altre città italiane». L'unica statistica era stata compiuta per la capitale nel 1985 dal professor Mauro Cristaldi dell'Università La Sapienza. Da allora più nulla. Tutti gli specialisti sono comunque concordi nel dire che i ratti sono in continuo aumento dovunque e che la situazione, quindi, è sempre più a rischio per la nostra salute. «Purtroppo — aggiunge Nieder — si tratta di una piaga ardua da combattere perché l'animale è così diffuso nel territorio che trova sempre il modo di rispuntare».Fonte: Corriere.it