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Abbracciamoci così senza pudore, nel metrò c'è il "Flash Mob Party"


Ci si può prendere a cuscinate in piazza, si può applaudire tutti insieme per quindici secondi in un posto qualunque e poi abbandonarlo senza convenevoli. E si può trasformare una stazione della metropolitana in discoteca. Potere del Flash Mob: formula di mobilitazione e assembramento che da qualche tempo, a livello planetario, riesce a coinvolgere migliaia di persone e continua a piacere.Chi pensava infatti, dopo i primi appuntamenti di "Mobile Clubbing", che fosse una cosa destinata a finire si è dovuto ricredere. Sono passati circa un paio di anni dai primi raduni
organizzati via internet o grazie all'invio di sms, ma a Londra, come a New York (luogo di nascita) o a Osaka e negli ultimi tempi a Roma, il modello Mob funziona ancora.Lo dimostra l'assalto alla stazione londinese di Liverpool Street: lì a ottobre una moltitudine di persone è stata richiamata dal tam tam underground di sms ed e-mail, e per una sera l'area della metropolitana è diventata improvvisamente una location dove ballare e intrattenersi. (GUARDA IL VIDEO)Le regole del gioco sono semplici, come sempre: trovarsi in un certo luogo e a una certa ora, in questo caso munirsi di i-pod, di lettore mp3 o di un semplicissimo lettore Cd, indossare le cuffiette, e poi dopo un corale conto alla rovescia all'ora X spingere play e dare inizio alla festa. Con l'imperativo di liberare le proprie emozioni. Far convergere espressioni ed energie. Magari scaricare tensioni.Così non importa che la musica non sia condivisa e che praticamente ciascuno balli per i fatti suoi con la propria colonna sonora; per gli appassionati del genere conta invece la forza del coinvolgimento, del contagio, il fatto che anche signori distinti della City abbiano deciso di 'fare quattro salti' prima di tornare a casa.Perciò che si tratti di ballare, o di dar vita ad una battaglia a colpi di cuscini davanti alla Cattedrale di St. Paul, o nella piazza di Trastevere; di attraversare un incrocio (quello di Market Street, a San Francisco); di baciarsi in piazza (a Milano) di entrare in massa in un grande magazzino o in un hotel di lusso e applaudire per alcuni secondi prima di scomparire senza aver scambiato una parola, non fa nessuna differenza. L'obiettivo è unico: aggregazione libera "priva di ogni corredo ideologico", fine a se stessa, fondata su una teoria del non-senso. Anche se tra gli osservatori del fenomeno e gli stessi cultori si fanno distinzioni, negli anni le forme di flash mob sono variate. Qualcuno parla di 'event marketing' e di 'modo per rifiutare qualunque disegno precostituito', tipo quello legato al linguaggio della 'merce per forza'. E quindi un senso glielo riconosce.Per ora in Italia l'adunata situazionista con i cuscini e gli applausi ha funzionato. Il party nelle stazioni del metrò è ancora da sperimentare, intanto ci sono appuntamenti nelle strade delle città per dare abbracci gratuiti. Ma si parla di "riconoscimento degli altri" di "mondo senza guerra" di "promuovere lo scambio di idee". Troppi valori per i gusti del Flash Mob. Un'altra cosa.Fonte: Repubblica.it