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SCOPERTI I PRIMI 4 FRATELLI DELLA TERRA


Ricostruzione artistica dei pianeti sopravvissuti alla morte della loro stella (fonte Stephane Charpinet/Università di Tolosa)La Terra ha quattro 'fratelli' lontani: sono pianeti che ruotano intorno a due stelle diverse dal Sole descritti in due studi indipendenti pubblicati su Nature di cui uno vede anche il contributo dell'Italia con l'Istituto Nazionale di Astrofisica.Nessuno dei quattro pianeti ha le caratteristiche per ospitare la vita, ma il risultato è importante perché, sottolineano gli esperti, dimostra che la scoperta dell'eventuale 'gemello' della Terra potrebbe essere vicina in quanto le tecniche e gli strumenti per cercarlo sono sempre più raffinati.Tutti e quattro i pianeti sono i più piccoli mai individuati e sono stati scoperti da Kepler, il telescopio spaziale della Nasa realizzato proprio per dare la caccia a mondi simile al nostro. Due pianeti devono il nome al telescopio della Nasa, Kepler-20e e Kepler 20f, e sono descritti da un gruppo di ricerca coordinato dall'astronomo Francois Fressin, del centro americano per l'astrofisica Harvard-Smithsonian. Gli altri due, Koi 55.01 e Koi 55.02, sono descritti da un gruppo guidato dall'astronomo francese Stephane Charpinet, dell'università di Tolosa e hanno una storia molto particolare, perché sono sopravvissuti alla morte della loro stella. Nessuna delle 'due coppie', secondo gli esperti, può ospitare la vita. Kepler-20e e Kepler 20f, che hanno il raggio rispettivamente di 0,87 e 1,03 volte quello della Terra, orbitano molto più vicino alla loro stella, Kepler 20, rispetto alla distanza che separa Mercurio dal Sole, in una fascia considerata dagli esperti non abitabile, quindi sottolineano ''é difficile a fantasticare su oceani caldi che possano ospitare forme di vita'', considerando le temperature roventi dei due pianeti, 760 gradi, e 430 gradi. I due mondi extrasolari, che hanno anche tre 'fratelli' maggiori grandi quasi quanto il nostro Nettuno, ruotano intorno a una stella un po' più fredda del Sole che si trova a 950 anni luce dalla Terra.I pianeti Koi 55.01 e Koi 55.02 alla cui scoperta ha contribuito anche Roberto Silvotti, dell'Inaf-Osservatorio Astrofisico di Torino invece sono 'testimoni' sopravvissuti alla morte della loro stella e la loro scoperta può fare luce sul destino di sistemi planetari simili al nostro. I due pianeti orbitano molto vicini (circa 2,3 e 3 volte la distanza Terra-Luna) alla loro stella, Koi 55, che una volta era grande quanto il Sole e che giunta alla fine della sua evoluzione, dopo aver convertito tutto l'idrogeno in elio, ha espulso gli strati più esterni gonfiandosi e trasformandosi in quella che gli astronomi chiamano una gigante rossa. Lo stesso destino che toccherà al Sole fra circa 5 miliardi di anni, quando esaurirà il suo combustibile ed espellerà gli strati più esterni trasformandosi in una gigante che ingloberà i pianeti più interni, Mercurio, Venere, Terra e Marte.Anche se hanno dimensioni simili alla Terra, potrebbero essere i nuclei di pianeti giganti come Giove e Saturno, che in origine orbitavano più lontani dalla loro stella e che sarebbero stati spinti nelle orbite attuali dal processo di rigonfiamento della supernova, che li avrebbe spogliati anche dei gusci di gas.Fonte - Ansa