Qualche giorno fa, proprio mentre mi accingevo a scrivere queste righe, la terra è tornata a tremare nella provincia cinese del Sichuan, con una scossa di intensità pari a 6,1 sulla scala Richter. Fortunatamente non si registrano danni o vittime, contrariamente a quanto avvenuto il 12 maggio.Ho già espresso in precedenti interventi le mie perplessità in merito a certe "anomalie" che hanno caratterizzato questo evento, e trovo pertinenti e significative le dichiarazioni recentemente rilasciate in forma confidenziale da una fonte di alto livello nell'apparato militare cinese, secondo cui il terremoto avrebbe innescato una serie di potenti esposioni a catena che avrebbero distrutto il più grande arsenale dell'esercito, situato fra le montagne della provincia in questione. L'installazione ospitava, fra le altre cose, anche un certo numero di testate atomiche, e si mormora anche di un incidente nucleare che ha richiesto l'intervento di 2.700 addetti alla decontaminazione. Vari esperti militari del sud-est asiatico, dopo aver analizzato i dati sismici, avrebbero confermato che nei pressi dell'epicentro si sarebbe verificata una scossa di tipo non-geologico, compatibile con una detonazione nucleare nel sottosuolo. La gigantesca voragine che si è prodotta, secondo molti testimoni, era costellata da grossi blocchi di cemento armato, presumibilmente provenienti dalle installazioni militari sotterranee devastate.
Da un articolo di Tom Bosco di Nexusedizioni.it
Qualche giorno fa, proprio mentre mi accingevo a scrivere queste righe, la terra è tornata a tremare nella provincia cinese del Sichuan, con una scossa di intensità pari a 6,1 sulla scala Richter. Fortunatamente non si registrano danni o vittime, contrariamente a quanto avvenuto il 12 maggio.Ho già espresso in precedenti interventi le mie perplessità in merito a certe "anomalie" che hanno caratterizzato questo evento, e trovo pertinenti e significative le dichiarazioni recentemente rilasciate in forma confidenziale da una fonte di alto livello nell'apparato militare cinese, secondo cui il terremoto avrebbe innescato una serie di potenti esposioni a catena che avrebbero distrutto il più grande arsenale dell'esercito, situato fra le montagne della provincia in questione. L'installazione ospitava, fra le altre cose, anche un certo numero di testate atomiche, e si mormora anche di un incidente nucleare che ha richiesto l'intervento di 2.700 addetti alla decontaminazione. Vari esperti militari del sud-est asiatico, dopo aver analizzato i dati sismici, avrebbero confermato che nei pressi dell'epicentro si sarebbe verificata una scossa di tipo non-geologico, compatibile con una detonazione nucleare nel sottosuolo. La gigantesca voragine che si è prodotta, secondo molti testimoni, era costellata da grossi blocchi di cemento armato, presumibilmente provenienti dalle installazioni militari sotterranee devastate.