Quello che accade a Heham da quando due ragazzini hanno trovato due sculure sotto terra, rimane tuttora un mistero.... allora leggete questa storia e ne saprete di più.Traduzione e rielaborazione by Requiem 1972, Hexham, Northumberland, InghilterraIntroduzione Quando si indaga sui grandi misteri della storia umana, può capitare di imbattersi in una particolare fenomenologia che se non viene chiarita si inserisce a pieno titolo nel mondo del soprannaturale. Sto parlando del fatto che a volte semplici oggetti anche di uso quotidiano diventano improvvisamente protagonisti di fatti inspiegabili, come se agissero da catalizzatori per forze o entità che l’Uomo è ben lontano dal poter spiegare. Tra gli esempi più famosi vanno senz’altro annoverati i 13 teschi di cristallo, ma anche oggetti più comuni (forse a qualcuno verrà in mente la serie di strane coincidenze legate all’auto di James Dean...). Volevo comunque focalizzare l’attenzione su un episodio in particolare, finora inedito, che per molti versi potrei definire inquietante. Cronaca dell’evento Tutto inizia, come è il caso di dire in questi casi, nel febbraio del 1972. Un bambino di 11 anni e suo fratello minore stavano giocando nel giardino della loro casa ad Hexham, un piccolo paese inglese, quando hanno rinvenuto, sepolte pochi centimetri sotto il terreno, quelle che apparentemente sembravano due sculture in pietra. Due teste. Le sculture erano grandi pressappoco come palle da tennis e come venne notato immediatamente, sembravano essere molto più pesanti del normale. Sembravano costituite da un materiale molto denso e dal pallido colore verde, dovuto probabilmente al riflesso di piccoli cristalli di quarzo. Erano chiaramente consumate dal tempo ma vi si potevano ancora riconoscere i tratti affusolati di un volto scheletrico e di una donna (quest’ultimo sembrava ancora conservare traccie di un pigmento giallo e rossiccio). Il volto e l’espressione della donna tuttavia erano quelli più inquietanti, tanto che subito i bambini cominciarono a chiamare quella scultura: la strega. I ragazzi riportarono a casa gli oggetti, ma fin da subito cominciarono a verificarsi una serie di “incidenti” particolari. Le teste pareva fossero in grado di cambiare nottetempo la posizione in cui erano state poggiate e molti oggetti vicini vennero ritrovati inspiegabilmente rotti. Tuttavia furono i vicini della famiglia a sperimentare un incidente ben più impressionante. Sarebbe stato solo il primo di una lunga serie. Pochi giorni dopo la scoperta delle teste nella casa vicina si trovavano la figlia dei vicini e la madre, chiuse nella camera della piccola. Entrambe videro quello che descrissero come “mezzo uomo, mezza bestia” entrare nella stanza. Entrambe urlarono dal terrore facendo accorrere il marito che si trovava al piano terra, ma quando egli raggiunse la camera della figlia trovò le due donne che in stato di shock dissero di aver visto la creatura fuggire per le scale. La porta principale venne trovata infatti aperta come se qualcuno avesse lasciato la casa in tutta fretta. Dopo questo incidente casualmente un medico amico della famiglia venne a conoscenza delle statue. Volle esaminarle ed essendo un’appassionata di cultura antica le riconobbe come di fattura celtica e volle entrarne in possesso per studiarle nel dettaglio. La donna infatti possedeva altre sculture simili e ben presto fu certa che le teste di Hexham fossero un reperto celtico databile a circa 1800 anni fa (durante l’età del ferro, prima che i Romani prendessero possesso dell’Inghilterra, ndt). La dottoressa Anne Ross viveva a Southampton, a 150 miglia da Hexham (240 Km, ndt), e non aveva sentito nulla riguardo alla sinistra fama delle statue (possiamo supporre in effetti che i precedenti proprietari fossero reticenti nel raccontare quanto accaduto). Poche notti dopo aver portato a casa le teste anche lei ebbe modo di incontrare la terribile creatura. Stava dormendo ma improvvisamente venne svegliata da una sensazione di ansia e di freddo. Si guardò intorno e vide la creatura semi umana completamente immobile davanti alla porta spalancata della sua stanza da letto. La sua descrizione cita pressappoco “Era alto più o meno sei piedi (poco meno di due metri, ndt), in posizione curva, ed era completamente nero, davanti alla porta bianca, e sembrava metà uomo e metà animale. La parte superiore, direi, era quella di un lupo, e la parte inferiore era umana. Sembrava ricoperto da una pelliccia nera o molto scura. Dopo qualche istante in cui mi osservava immobile lentamente si girò e se ne andò. Qualcosa mi costrinse ad alzarmi e a rincorrerlo, una cosa che normalmente non avrei fatto. Mi alzai e corsi verso la creatura mentre la sentivo a sua volta correre giù per le scale, ma era più veloce e sparì dall’entrata posteriore.” Ma i fatti non si limitarono a questo. Qualche giorno più tardi la donna ed il marito Richard Feacham, archeologo, tornarono a casa da Londra durante la notte e trovarono la loro figlia, Berenice, in evidente stato di terrore. Fu con molta difficoltà che la convinsero a raccontare un episodio torvo e sinistro accadutole la notte prima. La ragazza tornò a casa alle 4 pm, aprendo la porta con le sue chiavi, appena la porta fu spalancata essa vide una creatura “larga, scura ed inumana” scendere dalle scale (che fronteggiavano l’ingresso) proprio verso di lei. A metà della rampa la creatura compì un balzo ed atterrò direttamente davanti alla ragazza, paralizzata dal terrore, per poi voltarsi e scappare dalla porta posteriore. Dopo questo episodio la dottoressa e la sua famiglia videro un grosso essere scuro, come un lupo mannaro, apparire un certo numero di volte attorno alla casa. In particolare si mostrò spesso sulle scale, da cui fuggiva appena visto producendo un rumore di corsa a piedi nudi. Alcune volte fu sentito correre per la grande casa senza essere visto e spesso porte ed oggetti vennero trovati inspiegabilmente fuori posto. Presto la dottoressa si convinse che ci fosse “una presenza maligna nella casa”. Alla fine ricondusse gli inquietanti episodi alle teste di Hexham e si liberò della sua intera collezione. Le sculture passarono nelle mani di altri proprietari che non sperimentarono alcun incontro anomalo, tuttavia molti descrissero che una sensazione chiaramente maligna sembrava essere emessa dalla testa “femminile” e che questo li faceva sentire male. Alla fine delle teste venne persa ogni traccia e la loro situazione attuale è sconosciuta. E oggi? Con questa ricostruzione termina di fatto la “storia” delle sinistre teste di Hexham, ma quello che continua a perdurare è l’alone di mistero creatosi intorno ad esse. Delle sculture esiste un’unica immagine, che tra l’altro per motivi non meglio precisati risulta essere abbastanza sfocata. Tuttavia, forse in preda alla soggezione o forse in vena di fare scherzi poco spiritosi, molti nelle comunità sul web dove viene analizzato il fenomeno hanno dichiarato di non essersi sentiti bene dopo aver visionato a lungo la fotografia. Tra loro c’è addirittura chi sostiene di aver visto la creatura semi umana. E tra questi ultimi spicca la testimonianza di chi accomuna le sembianze dell’essere a quelle del famoso dio egizio Anubis. Per contro, c’è chi non esclude nemmeno il fatto che l’intera questione possa essere solo un’elaborata leggenda metropolitana. Personalmente ho esaminato l’immagine e non ho riscontrato nulla di anormale, e per dovere di cronaca inserirò la fotografia in modo che chiunque possa approcciarsi razionalmente al fenomeno.
MISTERI: L'INCIDENTE DI HEXHAM
Quello che accade a Heham da quando due ragazzini hanno trovato due sculure sotto terra, rimane tuttora un mistero.... allora leggete questa storia e ne saprete di più.Traduzione e rielaborazione by Requiem 1972, Hexham, Northumberland, InghilterraIntroduzione Quando si indaga sui grandi misteri della storia umana, può capitare di imbattersi in una particolare fenomenologia che se non viene chiarita si inserisce a pieno titolo nel mondo del soprannaturale. Sto parlando del fatto che a volte semplici oggetti anche di uso quotidiano diventano improvvisamente protagonisti di fatti inspiegabili, come se agissero da catalizzatori per forze o entità che l’Uomo è ben lontano dal poter spiegare. Tra gli esempi più famosi vanno senz’altro annoverati i 13 teschi di cristallo, ma anche oggetti più comuni (forse a qualcuno verrà in mente la serie di strane coincidenze legate all’auto di James Dean...). Volevo comunque focalizzare l’attenzione su un episodio in particolare, finora inedito, che per molti versi potrei definire inquietante. Cronaca dell’evento Tutto inizia, come è il caso di dire in questi casi, nel febbraio del 1972. Un bambino di 11 anni e suo fratello minore stavano giocando nel giardino della loro casa ad Hexham, un piccolo paese inglese, quando hanno rinvenuto, sepolte pochi centimetri sotto il terreno, quelle che apparentemente sembravano due sculture in pietra. Due teste. Le sculture erano grandi pressappoco come palle da tennis e come venne notato immediatamente, sembravano essere molto più pesanti del normale. Sembravano costituite da un materiale molto denso e dal pallido colore verde, dovuto probabilmente al riflesso di piccoli cristalli di quarzo. Erano chiaramente consumate dal tempo ma vi si potevano ancora riconoscere i tratti affusolati di un volto scheletrico e di una donna (quest’ultimo sembrava ancora conservare traccie di un pigmento giallo e rossiccio). Il volto e l’espressione della donna tuttavia erano quelli più inquietanti, tanto che subito i bambini cominciarono a chiamare quella scultura: la strega. I ragazzi riportarono a casa gli oggetti, ma fin da subito cominciarono a verificarsi una serie di “incidenti” particolari. Le teste pareva fossero in grado di cambiare nottetempo la posizione in cui erano state poggiate e molti oggetti vicini vennero ritrovati inspiegabilmente rotti. Tuttavia furono i vicini della famiglia a sperimentare un incidente ben più impressionante. Sarebbe stato solo il primo di una lunga serie. Pochi giorni dopo la scoperta delle teste nella casa vicina si trovavano la figlia dei vicini e la madre, chiuse nella camera della piccola. Entrambe videro quello che descrissero come “mezzo uomo, mezza bestia” entrare nella stanza. Entrambe urlarono dal terrore facendo accorrere il marito che si trovava al piano terra, ma quando egli raggiunse la camera della figlia trovò le due donne che in stato di shock dissero di aver visto la creatura fuggire per le scale. La porta principale venne trovata infatti aperta come se qualcuno avesse lasciato la casa in tutta fretta. Dopo questo incidente casualmente un medico amico della famiglia venne a conoscenza delle statue. Volle esaminarle ed essendo un’appassionata di cultura antica le riconobbe come di fattura celtica e volle entrarne in possesso per studiarle nel dettaglio. La donna infatti possedeva altre sculture simili e ben presto fu certa che le teste di Hexham fossero un reperto celtico databile a circa 1800 anni fa (durante l’età del ferro, prima che i Romani prendessero possesso dell’Inghilterra, ndt). La dottoressa Anne Ross viveva a Southampton, a 150 miglia da Hexham (240 Km, ndt), e non aveva sentito nulla riguardo alla sinistra fama delle statue (possiamo supporre in effetti che i precedenti proprietari fossero reticenti nel raccontare quanto accaduto). Poche notti dopo aver portato a casa le teste anche lei ebbe modo di incontrare la terribile creatura. Stava dormendo ma improvvisamente venne svegliata da una sensazione di ansia e di freddo. Si guardò intorno e vide la creatura semi umana completamente immobile davanti alla porta spalancata della sua stanza da letto. La sua descrizione cita pressappoco “Era alto più o meno sei piedi (poco meno di due metri, ndt), in posizione curva, ed era completamente nero, davanti alla porta bianca, e sembrava metà uomo e metà animale. La parte superiore, direi, era quella di un lupo, e la parte inferiore era umana. Sembrava ricoperto da una pelliccia nera o molto scura. Dopo qualche istante in cui mi osservava immobile lentamente si girò e se ne andò. Qualcosa mi costrinse ad alzarmi e a rincorrerlo, una cosa che normalmente non avrei fatto. Mi alzai e corsi verso la creatura mentre la sentivo a sua volta correre giù per le scale, ma era più veloce e sparì dall’entrata posteriore.” Ma i fatti non si limitarono a questo. Qualche giorno più tardi la donna ed il marito Richard Feacham, archeologo, tornarono a casa da Londra durante la notte e trovarono la loro figlia, Berenice, in evidente stato di terrore. Fu con molta difficoltà che la convinsero a raccontare un episodio torvo e sinistro accadutole la notte prima. La ragazza tornò a casa alle 4 pm, aprendo la porta con le sue chiavi, appena la porta fu spalancata essa vide una creatura “larga, scura ed inumana” scendere dalle scale (che fronteggiavano l’ingresso) proprio verso di lei. A metà della rampa la creatura compì un balzo ed atterrò direttamente davanti alla ragazza, paralizzata dal terrore, per poi voltarsi e scappare dalla porta posteriore. Dopo questo episodio la dottoressa e la sua famiglia videro un grosso essere scuro, come un lupo mannaro, apparire un certo numero di volte attorno alla casa. In particolare si mostrò spesso sulle scale, da cui fuggiva appena visto producendo un rumore di corsa a piedi nudi. Alcune volte fu sentito correre per la grande casa senza essere visto e spesso porte ed oggetti vennero trovati inspiegabilmente fuori posto. Presto la dottoressa si convinse che ci fosse “una presenza maligna nella casa”. Alla fine ricondusse gli inquietanti episodi alle teste di Hexham e si liberò della sua intera collezione. Le sculture passarono nelle mani di altri proprietari che non sperimentarono alcun incontro anomalo, tuttavia molti descrissero che una sensazione chiaramente maligna sembrava essere emessa dalla testa “femminile” e che questo li faceva sentire male. Alla fine delle teste venne persa ogni traccia e la loro situazione attuale è sconosciuta. E oggi? Con questa ricostruzione termina di fatto la “storia” delle sinistre teste di Hexham, ma quello che continua a perdurare è l’alone di mistero creatosi intorno ad esse. Delle sculture esiste un’unica immagine, che tra l’altro per motivi non meglio precisati risulta essere abbastanza sfocata. Tuttavia, forse in preda alla soggezione o forse in vena di fare scherzi poco spiritosi, molti nelle comunità sul web dove viene analizzato il fenomeno hanno dichiarato di non essersi sentiti bene dopo aver visionato a lungo la fotografia. Tra loro c’è addirittura chi sostiene di aver visto la creatura semi umana. E tra questi ultimi spicca la testimonianza di chi accomuna le sembianze dell’essere a quelle del famoso dio egizio Anubis. Per contro, c’è chi non esclude nemmeno il fatto che l’intera questione possa essere solo un’elaborata leggenda metropolitana. Personalmente ho esaminato l’immagine e non ho riscontrato nulla di anormale, e per dovere di cronaca inserirò la fotografia in modo che chiunque possa approcciarsi razionalmente al fenomeno.