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Messaggi di Giugno 2009

 

TROVATE LE TRACCE DI UN LAGO SU MARTE

Post n°250 pubblicato il 28 Giugno 2009 da njo28
 
Foto di njo28

DENVER, Usa -- Era grande più del lago di Como. Duecento e passa chilometri quadrati di acqua che si stendevano sulla superficie di Marte. Uno scienziato italiano Gaetano di Achille, dell'Università del Colorado, ha scoperto le tracce di un grande lago esistito 3,4 miliardi di anni fa sul pianeta rosso.

La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Geophisical Research Letters. Per la prima volta, gli scienziati sono riusciti ad individuare le tracce lasciate antiche spiagge lacustri, analizzando le foto scattate dalle sonde che orbitano intorno al pianeta.

Stando ai rilievi, il lago era lungo 57 km. Si trovava incastonato nella Shalbataba Vallis, un valle lunga oltre 1000 chilometri e larga una ventina. Il lago raggiungeva una profondità di 450 metri. Ed era alimentato da un fiume simile per dimensioni al Reno.

Non è la prima volta che gli scienziati osservano quello che potrebbe essere un lago su Marte. Ma finora non se ne aveva mai avuta la certezza assoluta. Le foto della sonda della Nasa Mars Reconnaissance Orbiter (in grado di mostrare oggetti grandi fino a 30 centimetri) stavolta parlano chiaro. Mostrano tracce evidenti delle rive, della morfologia e della storia di questo bacino: le coste, il delta del fiume che lo alimentava, gli strati sedimentari lasciati dall'acqua.

Stando agli scienziati, il lago potrebbe essere sparito subito dopo il periodo marziano chiamato Hesperiano. In quell'era, a condizioni climatiche simili a quelle terrestri si sono alternati repentini cambiamenti climatici che avebbero portato prima alla glaciazione e poi alla vaporizzazione dell'acqua. 

Laghi e fiumi dunque, testimoniano che miliardi di anni fa sulla superficie di Marte esisteva l'acqua. Oggi, secondo alcune rilevazioni, ci sarebbe ghiaccio al di sotto della superficie del pianeta. In diversi punti. L'acqua uscirebbe attraverso geyser ma sublimerebbe nel giro di pochi minuti.

Una serie di foto scattate dalla sonda Phoenix in prossimità del Polo Nord, poi, hanno mostrato goccioline d'acqua sulle zampe della sonda stessa. Acqua rimasta allo stato liquido, nonostante le temperature bassissime. Sarebbe "sopravvissuta" perchè conteva una grande quantità di sali che abbassano il punto di congelamento.

Fonte: www.scienze.tv

 
 
 

ASTRONOMIA: TROVATA L'ORIGINE DEI RAGGI COSMICI GALATTICI

Post n°249 pubblicato il 26 Giugno 2009 da njo28
 
Foto di njo28

Grazie a un originale ricerca che ha utilizzato dati raccolti con il Very Large Telescope dell'ESO e il Chandra X-ray Observatory della NASA, un gruppo di astronomi ha risolto un annoso mistero sugli acceleratori di particelle della Via Lattea. In un articolo ora pubblicato su "Science Express", viene dimostrato come i raggi cosmici provenienti dalla nostra galassia vengano accelerati in modo molto efficiente dai resti delle stelle esplose.

Già nel corso delle missioni Apollo gli astronauti riferirono di aver visto strani bagliori di luce, visibili anche a occhi chiusi. Da molto tempo si sa che tale fenomeno è dovuto ai raggi cosmici, un flusso di particelle molto energetiche provenienti dall'esterno del sistema solare che bombardano costantemente la Terra.

I raggi cosmici galattici provengono da sorgenti presenti all'interno della Via lattea e consistono essenzialmente di protoni che si muovono a velocità prossime a quella della luce. Si tratta perciò di particelle che vengono accelerate a energie superiori a quelle che saranno raggiungibili con il Large Hadron Collider del CERN.

"Si è creduto per lungo tempo che i super-acceleratori che producono questi raggi cosmici nella Via Lattea fossero gli involucri in espansione creati da stelle esplose, ma le nostre osservazioni rivelano la vera 'pistola fumante' all'origine del fenomeno”, ha commentato Eveline Helder dell'Astronomical Institute dell'Università di Utrecht, nei Paesi Bassi, e primo autore dello studio.

In quest'ultimo studio, i ricercatori hanno analizzato ciò che resta di una stella esplosa nel 185 d.C. e registrata dagli astronomi cinesi nella prima documentazione nota di eventi astronomici di questo tipo. L'oggetto, chiamato RCW 86, è localizzato a 8200 anni luce da noi nella costellazione del Compasso.

Utilizzando il Very Large Telescope, il gruppo ha misurato la temperatura del gas presente dietro l'onda d'urto creata dall'esplosione della stella, così come la velocità della stessa onda d'urto, grazie alle misurazioni effettuate con l'osservatorio Chandra circa tre anni fa. Tale velocità è risultata compresa tra 10 e 30 milioni di chilometri all'ora, pari all'1-3 per cento della velocità della luce.

La temperatura è invece risultata di circa 30 milioni di gradi, alta per gli standard attuali ma molto inferiore a quella attesa – circa mezzo miliardo di gradi - sulla base della velocità dell'onda d'urto.

Proprio questa “energia mancante” è quella che alimenta l'acceleratore di raggi cosmici.

"Quando una stella esplode in quella che chiamiamo supernova, gran parte dell'energia dell'esplosione viene utilizzata per accelerare alcune particelle a fino a energie estremamente elevate”, ha commentato la Helder. "L' energia utilizzata per l'accelerazione delle particelle è a spese del riscaldamento del gas, che perciò è molto più freddo di quanto previsto dalla teoria.” (fc)

Fonte: http://lescienze.espresso.repubblica.it

 
 
 

AGGIORNAMENTO CROP CIRCLE DI MODENA

Post n°248 pubblicato il 20 Giugno 2009 da njo28
 
Foto di njo28

CROP MODENA

Questa bella foto aerea del crop di Modena è stata mandata da un nostro lettore, grazie per la collaborazione.

Andrea

www.hwh22.it

http://blog.libero.it/uforicerche

 

 
 
 

LA CERTEZZA DEGLI SCIENZIATI TEDESCHI: "GLI EXTRATERRESTRI ESISTONO".

Post n°247 pubblicato il 17 Giugno 2009 da njo28
 
Foto di njo28

Pianeti extrasolari 

L’uomo non è il solo essere vivente intelligente a popolare l’Universo. Nonostante gli scienziati non abbiamo prove tangibili ed inconfutabili sull’esistenza di altri inquilini cosmici, aumentano le probabilità che lassù, tra le stelle, vi siano sistemi planetari simili al nostro, in grado di ospitare forme di “vita organica”. La conferma indiretta, secondo Phillipp Richter, astrofisico dell'università di Potsdam (Germania) che abbraccia e sostiene le teorie del collega Frank Drake, scienziato statunitense convinto dell'esistenza di migliaia di civiltà intelligenti nella sola Via Lattea, è la stessa conformazione del cosmo e la dinamica che innesca continuamente la nascita di nuovi sistemi planetari simili al nostro.

Nella Via Lattea vi sono migliaia di mondi popolati da specie aliene intelligenti - Richter, specializzato nella ricerca sul gas interstellare, durante un convegno nella cittadina alle porte di Berlino ha spiegato che dopo l'origine del cosmo, il gas era costituito soltanto da idrogeno e parti di elio. Dopo alcuni milioni di anni dal Big Bang si accesero poi i primi soli, che dispersero nello spazio carbonio, idrogeno e altri elementi fondamentali più consistenti. Da questo momento in poi, secondo la teoria dell’astrofisico, nello spazio si formarono dei “giganteschi dischi” al cui interno, proprio come per le prime stelle, si accesero nuove stelle. Tale fenomeno si ripete continuamente: “Solo nella Via Lattea tra le quattro e le diciannove volte all'anno”. All’interno dei “dischi” si ammassano a questo punto gli atomi più pesanti e l’idrogeno non ancora disperso: nascono così i pianeti simili alla Terra, ma anche a Marte e Venere.
La teoria di Richter è simile a quella di Drake, cofondatore del Seti - Se si considera che il 50% delle stelle fa parte di un sistema planetario, i pianeti simili al nostro devono essere tantissimi. La teoria di Richter conferma pertanto quella di Frank Drake che, assieme a Carl Sagan, ha fondato il Seti (Search for extra-terrestial intelligence), centro che dal 1974 invia e decripta radiosegnali dall'osservatorio di Arecibo (Porto Rico). Secondo lo scienziato statunitense nella Via Lattea esisterebbero 10mila civiltà capaci di comunicare.

 
 
 

Cerchio nel grano a Modena

Post n°246 pubblicato il 16 Giugno 2009 da njo28
 
Foto di njo28

Grazie a un lettore del blog siamo riusciti ad ottenere diverse immagini del cerchio del grano apparso vicino a Modena quì pubblico alcune immagini per vedere le altre e i dati del cerchio visitate a pagina del gruppo HWH22.

CROP MODENA

CROP MODENA

CROP MODENA

CROP MODENA

Ringrazio il nostro lettore per tutte le foto che ci ha iviato.

Per le immagini e il testo vai su hwh22.

Bosio Andrea

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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